Emergono particolari agghiaccianti dall’inchiesta sul duplice omicidio di Pontelangorino, frazione di mille anime di Codigoro nel ferrarese. Ad essere massacrati due ristoratori del posto, Salvatore Vincelli, 59 anni e Nunzia Di Gianni, 45 anni, uccisi nella loro abitazione, in camera da letto, con un corpo contundente. I corpi sarebbero poi stati spostati, uno in garage e l’altro in cucina nel tentativo, da parte dei loro carnefici di sviare gli inquirenti.
Ad organizzare il macabro delitto, il figlio della coppia, Riccardo di sedici anni appena, a cui non andavano più giù – sarebbe questo l’incredibile movente che avrebbe fatto scattare il piano omicida – i rimproveri per il suo cattivo rendimento scolastico. Il ragazzo non avrebbe però agito da solo, ma avrebbe coinvolto un complice, M.S., 17 anni, di Caprile, che avrebbe assoldato con ottanta euro promettendone altri mille a massacro ultimato.
Molti, hanno dapprima pensato ad una rapina ma non sono sfuggite all’occhio attento degli inquirenti le troppe incongruenze nelle versioni rilasciate, il fatto che l’abitazione dei due coniugi non presentava nessuna traccia di effrazione e che il cane non aveva abbaiato, cosa insolita per un animale, per sua natura abituato a ringhiare contro potenziali intrusi. I due giovani quindi sono stati sottoposti a strinngenti interrogatori che si sono protratti per tutta la notte nell’Unità mobile dei carabinieri di Comacchio e alla fine sono crollati, indicando agli inquirenti, il luogo in cui avevano gettato i vestiti insanguinati e l’arma del delitto, un’ascia.
I due, hanno ammesso poi di aver avvolto le teste delle vittime in sacchetti di plastica, non solo per evitare tracce di sangue durante lo spostamento dei cadaveri ma anche per non essere costretti a guardarli in faccia. All’uomo sono stati inferti tre colpi, alla donna sei. Entrambi gli accusati – ai quali è stata stata contestata la premeditazione – sono stati trasferiti nel carcere minorile di Bologna.
