Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin – in viaggio in Madagascar in occasione delle celebrazioni per i 50 anni dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Paese – ha avuto parole molto chiare sulle minacce alla pace mondiale affermando che “fare della solidarietà tra le persone e i popoli l’alternativa alle armi, alla violenza, al terrore”.
Parolin ha poi auspicato “l’incontro e il dialogo tra uomini e donne appartenenti a gruppi etnici, culture e religioni differenti – anche – “unendo idee diverse, opposte opinioni politiche, visioni religiose e persino ideologie differenti” .
Secondo il porporato infatti “la pace si si conquista con la solidarietà” e non rifugiandosi “nelle piccole nicchie di interesse, nelle chiusure individualistiche e nel nazionalismo più o meno mascherato” Il rischio sarebbe altrimenti quello “una crescente frammentazione” al posto di una “unità di intenti e del desiderio di cooperazione”.
“Il metodo più sicuro per costruire un avvenire migliore – ha osservato – consiste nel ristabilire la dignità di quelli che soffrono”- affermando altresì – che “in questo momento di crisi non è sufficiente essere solidali e saper condividere, ma è necessario agire con giustizia per quanto riguarda i Paesi” più poveri.
E’ necessario – afferma il cardinale Parolin – reagire con una visione che pone prima di ogni interesse la causa dell’uomo, perché nessuno sia costretto a vivere senza “il senso di appartenenza a una famiglia, a un popolo, a una terra, al nostro Dio”.
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