Le forme di tutela riconosciute ad invalidi del lavoro, vittime di malattie professionali, vedove e orfani sono nettamente migliorate nel 2016. E’ quanto sostiene l’Anmil in un rapporto che ripercorre tutto il lavoro svolto in dodici mesi. I diritti conquistati vanno dall’adeguamento automatico degli indennizzi Inail per il danno biologico al riconoscimento legislativo della natura risarcitoria della rendita Inail, provvedimento già inserito nel decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio per il 2017. Va rimarcato anche che il fenomeno infortunistico, dal 2008 al 2014 in progressivo calo, legato alla crisi economica ed al conseguente calo della produzione e dell’occupazione, negli ultimi anni sta evidenziando un’inversione di tendenza tanto che si prospetta per il 2016 un saldo con numeri positivi. Dai recenti dati pubblicati dall’Inail, infatti, nel periodo 1° gennaio-30 novembre 2016 si rileva un incremento delle denunce di infortuni sul lavoro di circa 5.200 unità (dai 582.400 circa del 2015 ai 587.600 del 2016), pari a +0,9%. I settori di attività in cui si riscontra la maggiore crescita infortunistica sono: i Servizi alle imprese (+6,6%), i Trasporti (+5,1%), la Fabbricazione di autoveicoli (+5,1%) e la Metalmeccanica (+2,9%); mentre prosegue anche nel 2016 il calo degli infortuni in Agricoltura (-4,2%).
Fortunatamente, per quanto riguarda le morti per incidenti sul lavoro, si registra un calo consistente delle denunce di 145 unità (dai 1.080 dei primi undici mesi del 2015 ai 935 dell’analogo periodo 2016) pari a -13,4%. Si tratta di un risultato che era atteso con forte trepidazione anche perché nell’anno precedente si era verificata un’improvvisa quanto inaspettata crescita degli infortuni mortali di circa 100 unità (dai 1.152 del 2014 ai 1.246 del 2015). Per quanto riguarda le malattie professionali, sempre dai dati Inail risulta che sono state notificate circa 55.900 denunce contro le 54.400 del 2015, con un incremento del 2,9%. Anche nei primi undici mesi del 2016 le patologie dell’apparato muscolo-scheletriche sono cresciute in misura molto superiore alla media, passando dalle 32.300 del 2015 alle 34.100 del 2016 con un incremento di circa 1.800 casi pari a +5,8%. Per le malattie professionali “tradizionali” più diffuse (respiratorie, cutanee, ipoacusie da rumore, tumori, …) si registra, invece, una sostanziale stabilità o leggere contrazioni. Da un punto di vista strettamente tecnico non si può affermare che esista una correlazione o una corrispondenza “esattamente misurabile” tra incremento della produzione e dell’occupazione da una parte e crescita degli infortuni dall’altra; tuttavia è innegabile, innanzitutto, il fatto che un aumento del monte-lavoro (espresso in numero di occupati o di ore lavorate) equivalga automaticamente ad un aumento dell’esposizione al rischio.
Inoltre i fattori di rilancio della ripresa economica hanno innescato una progressiva accelerazione dei ritmi di lavoro, del grado di utilizzo degli impianti, dell’assunzione di personale temporaneo, precario e probabilmente inesperto (l’aumento dell’occupazione sta riguardando soprattutto lavoratori “a termine” e “voucher”), fattori che incidono negativamente sugli standard di sicurezza abituali e possono generare situazioni di rischio per i lavoratori. Per certo, sul fronte della prevenzione, l’istituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro rappresenta senz’altro un importante passo avanti nel miglioramento del livello di effettività delle tutele e di una maggiore legalità nel mercato del lavoro. Istituito dal Jobs Act, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro è una nuova agenzia pubblica che, ottimizzando le risorse già presenti sul territorio del Ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail, mira a incentivare il rispetto della normativa vigente e della legalità, anche attraverso l’individuazione – mediante controlli a campione – di tutte quelle imprese che operano nell’irregolarità. Le attività di vigilanza del neonato Ispettorato, guidato da Paolo Pennesi, scatteranno a gennaio, e tra le priorità per il nuovo anno spiccano i controlli per frenare il lavoro “nero” e il caporalato; ma ci saranno anche verifiche ad hoc per “testare” il corretto utilizzo di voucher e tirocini, e in generale per certificare la corretta qualificazione dei rapporti di impiego.
Nel mirino anche l’edilizia, con controlli volti a salvaguardare salute e sicurezza, e contrastare così l’allarmante fenomeno degli infortuni sul lavoro. Nel corso della presentazione dell’Ispettorato, il dicastero guidato da Giuliano Poletti ha reso noti i risultati dell’attività ispettiva nei primi 9 mesi dell’anno: gli “accessi” presso imprese sono stati 103.348 e ci sono stati anche 5.104 accertamenti in materia di cassa integrazione e contratti di solidarietà. In totale, sono stati contestati illeciti a 57.307 imprese, con un tasso di irregolarità complessivo, quindi, pari a circa il 61 per cento. I lavoratori “in nero” accertati sono risultati 30.416, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo 2015. L’INAIL ha ispezionato 14.716 aziende e riscontrato irregolarità nell’88% dei casi. I lavoratori irregolari accertati, compresi quelli in nero sono stati 44.330. L’Inps ha ispezionato 22.199 aziende rilevando irregolarità in 17.037 e trovando 17.736 lavoratori irregolari (7.065 completamente in nero). In ogni caso, l’Anmil resta impegnata per ottenere la definitiva abolizione del divieto di cumulo tra le prestazioni liquidate dall’Inps a seguito di infortunio o malattia professionale e la rendita Inail che ha per oggetto lo stesso evento invalidante, fino a concorrenza della rendita stessa. Con riferimento alle particolari esigenze della categoria dei grandi invalidi, resta indispensabile la realizzazione di servizi atti a garantire la completa presa in carico dei soggetti interessati prevista dal testo unico 1124/1965 per quanto riguarda le esigenze di: cure sanitarie, rieducative e palliative; fornitura di protesi ed interventi per il superamento delle barriere architettoniche; assistenza domiciliare con integrato apporto al ruolo delle famiglie; sostegno psicologico, sociale e professionale.