Antonio Lo Schiavo – già candidato a sindaco nella passata tornata elettorale che ha interessato la città capoluogo – ha dato vita ad un nuovo gruppo consiliare nato da una costola del gruppo consiliare del Partito democratico. Il gruppo – che ha preso il nome di “Progressisti per Vibo” – è composto, oltre chè dallo stesso Lo Schiavo anche dai consiglieri comunali Loredana Pilegi e Rosario Tomaino.
Il gruppo è stato presentato oggi alle 12.30, in Sala Giunta a Palazzo Luigi Razza in una conferenza stampa, nella quale come preannunciato dallo stesso Antonio Lo Schiavo, è statoo tracciato un bilancio dell’attività politico-amministrativa del Comune di Vibo Valentia, a distanza di quasi due anni dall’insediamento dell’Amministrazione guidata dal sindaco Costa.
«Abbiamo formalizzato una situazione di fatto che si trascinava da troppo tempo ed il motivo principale è semplice: un’esigenza di coerenza col programma amministrativo che abbiamo presentato agli elettori e che aveva comunque raccolto il consenso di quasi il 40% della popolazione vibonese. Alle elezioni rappresentavamo una coalizione ampia di centrosinistra con il tentativo di apertura alla società civile. Per questo dopo le amministrative ho tentato di fare in modo che l’opposizione fosse unità in un unico gruppo consiliare, sintesi delle forze in campo , in modo da essere più incisivi , esercitando al meglio il ruolo di opposizione che la città ci aveva assegnato . Poco dopo il dibattito si è spostato non più problemi amministrativi, ma si è Incentrato tutto all’interno del Pd; si è parlato troppo di posizionamento e lotte di corrente, e poco della città di Vibo , con un chiaro indebolimento del nostro ruolo . Questo gruppo ha quindi l’ambizione di correggere il tiro e rappresentare il centrosinistra vibonese allargato con il suo progetto per la città . Essere forti nel partito, d’altronde, non significa essere forti nella società e nell’elettorato. Questo è il rischio che vedo nel pd vibonese. Nessuno disconosce che Il pd è il motore del centrosinistra ma a Vibo siamo su un binario morto, servono meno prove di forza e più apertura e inclusivita . Altrimenti si va a sbattere come purtroppo già molte volte accaduto”.
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