Accolto il ricorso contro l’accorpamento delle Camere di commercio di Catanzaro, Vibo e Crotone. A stabilirlo, è stato il Tar della Calabria che ha, infatti, accolto il ricorso presentato dagli enti di Vibo e Crotone e da alcune associazioni di categoria.
Il TAR ha infatti evidenziato come nell’adottare il provvedimento il commissario ad acta nominato dal Ministero per l’avvio delle procedure di fusione, nella procedura di assegnazione dei seggi, avrebbe dovuto certamente rispettare i criteri generali fissati dalla legge, ma avrebbe dovuto anche tener conto di quelli che erano i requisiti imprescindibili richiesti dalle camere di commercio accorpande nelle delibere di accorpamento volontario aggiungendo altresì che lo stesso commissario ad acta, “oltre a stabilire i criteri di assegnazione dei seggi così come richiesti dalla legge relativamente ai settori economici, avrebbe dovuto tener conto anche dei criteri di rappresentatività territoriali richiesti dalle camere di commercio”
Quindi, il TAR ha disposto che “sino a quando non sia istituita la nuova camera di commercio accorpata, le parti che hanno espresso la loro volontà in merito all’accorpamento volontario, possano dalla stessa legittimamente retrocedere, conservano i relativi organi i propri poteri sino all’insediamento del nuovo consiglio camerale. Ed avendo, nel caso, gli stessi deliberato il recesso, ne consegue che l’avvio della procedura contestata risulta fondato su un presupposto che è venuto meno”. Da qui, la decisione di accogliere il ricorso, con il conseguente annullamento di tutti gli atti impugnati.
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