Sono giunti da tutte le parti d’Italia: Roma, Milano, Prato, Napoli, Trapani, Bari. Venticinquemila in tutto. Tutti uniti per ricordare le vittime della mafia e per ricordare a noi tutti che la mafia – come diceva Falcone – è un fenomeno umano e come tale si può e si deve sconfiggere.
In testa al corteo, ci sono i familiari delle vittime che reggono due striscioni di Libera con lo slogan della Giornata di quest’anno: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”. Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi nei mesi scorsi. A seguire i gonfaloni, le autorità – a cominciare dal presidente del Senato Pietro Grasso – e la gente comune.
Fonti di Libera fanno sapere che quella di Locri è solo l’avanguardia degli oltre 500mila che oggi manifestano in altri 4mila città e paesi della penisola. E la manifestazione – lo ricordiamo da quest’anno ha anche il riconoscimento ufficiale del parlamento italiano. Tante anche le sigle presenti tra cui i sindacati, il network degli studenti denominato ‘Rete della Conoscenza”, l’Unione degli Studenti, il Link-Coordinamento Universitario e tantissime associazioni. “Oggi a Locri siamo tutti sbirri” – ha affermato il fondatore di Libera Don Luigi Ciotti – dopo che ieri le forze dell’ordine erano state fatte oggetto di alcune scritte ingiuriose apparse sui muri del vescovado di Locri.
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