“Esprimiamo forti preoccupazioni in merito alla drammatica situazione del porto di Gioia Tauro, con particolare riferimento alle pesanti incertezze che gravano sul suo futuro, sia sotto il profilo occupazionale che dal più complessivo punto di vista economico, gestionale e infrastrutturale. E crediamo che nessun problema potrà essere avviato a soluzione fino a quando non sarà restituita una governance piena all’Autorità portuale”
È quanto afferma il direttivo di Confindustria Reggio Calabria per il quale il porto appare oggi “da una strategia di sviluppo capace di rilanciarne le sue enormi potenzialità” pesante a causa della crisi scaturita “dal netto calo dei volumi di traffico registrato a partire dal 2011”.
Confindustria quindi chiede con forza chiarezza al governo e alla Regione Calabria sullo stato dell’arte della situazione per quanto riguarda la Zes, il gateway ferroviario e, da ultimo, il bacino di carenaggio sul quale incombe il rischio di uno “stop” ai finanziamenti da parte dell’Unione europea, che lo considererebbe un aiuto di Stato e rivolge “un pensiero ai lavoratori la cui battaglia deve diventare la battaglia di tutti”.
Confindustria infine chiede chiarezza sulla governance dello scalo portuale facendo notare come, a suo dire, la annunciata solo qualche giorno fa dal ministro Delrio, dell’Autorità portuale di Messina fino al prossimo dicembre oltre a paralizzare per nove mesi uno dei punti cruciali dell’intera vicenda Gioia Tauro, sembra prefigurare in modo inquietante la mancanza di una visione strategica concreta da parte del governo centrale” chiedendosi “quando ci sarà la nomina del presidente che dovrà guidare l’Autorità di sistema portuale dello Stretto”.
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