“Garantire la qualità delle acque e accertare l’idoneità della rete idrica”. Sono le richieste del Comitato civico e del circolo Legambiente di Ricadi dopo circa un anno dalla costituzione del comitato spontaneo di cittadini di Santa Domenica nato a seguito dell’emergenza idrica che ha caratterizzato la qualità dell’acqua distribuita dall’acquedotto comunale.
Le due associazioni, per come più volte richiesto, ritengono necessario sgombrare definitivamente il campo da ogni legittimo dubbio che si annida tra i cittadini che, pur constatando che non esiste alcun divieto di utilizzo, quasi quotidianamente farebbero i conti con acqua ancora evidentemente sporca e maleodorante. Ribadiscono, quindi, la necessità di rendere fruibili, da subito, tutte le fontane pubbliche esistenti in paese e riutilizzare le stesse quali punti di prelievo per l’effettuazione delle analisi di routine. Inoltre, rimarcano l’inderogabile necessità di effettuare uno screening su tutte le condutture comunali al fine di verificare la loro idoneità e salubrità e per escludere eventuali problemi.
“In quest’anno molte sono state le iniziative intraprese dal comitato – affermano -. Denunce pubbliche, articoli, ma soprattutto interventi presso le autorità competenti necessari a porre fine al problema dell’acqua sporca. Tra le tante iniziative il comitato ha anche presentato un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, al Prefetto, all’Asp, al Ministro della Salute, al Corpo Forestale, al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, di cui si aspettano gli esiti. Un’attività determinante a far emergere il problema, per tanti anni sottaciuto”.
Dopo le varie denunce e le proteste, la qualità dell’acqua, secondo Comitato e Legambiente, sarebbe indubbiamente migliorata, quantomeno nell’aspetto, ma molti dei problemi lamentati continuerebbero a rimanere tali.
“Spesso – dichiarano – i cittadini sono costretti ad assistere al rimpallo di responsabilità tra gli enti competenti probabilmente anche nel tentativo di ridimensionare la realtà. Tuttavia le criticità permangono nella sostanza. L’acqua, anche se migliorata nella colorazione, continua ad arrivare sporca nella maggior parte delle case, con picchi di criticità in alcuni rioni. Inoltre, soprattutto in concomitanza con le date dei prelievi per le analisi, certamente per una fortuita coincidenza, l’acqua è caratterizzata da un odore acre, probabilmente a causa dell’iperclorazione che certamente ne corregge temporaneamente i difetti, ma, sicuramente, non giova alla salute dei consumatori”.
Nonostante Sorical abbia speso oltre un milione di euro per installare dei filtri in prossimità dei pozzi, annunciando, di concerto con alcuni esponenti politici locali, la soluzione di tutti i problemi, l’acqua distribuita dall’acquedotto Medma in vari centri della costa continuerebbe, perciò, a presentare gravi criticità.
“Spesso dalle analisi effettuate nei vari comuni – affermano Comitato e circolo Legambiente – è emersa la presenza di trialometani che, come molti sanno, è un sottoprodotto di disinfezione sospettato di essere causa di gravi patologie, tanto da indurre l’Asp ad invitare la società di gestione ad effettuare i dovuti interventi correttivi. Per alcuni mesi nell’acqua erogata dall’acquedotto Medma, per intenderci lo stesso che serve la frazione di Santa Domenica e alcune aree del comune di Ricadi, in particolare nei comuni di Nicotera e Tropea è stata rilevata la presenza del batterio pseudomonas aeruginosa e, nonostante i filtri, in più occasioni e in più punti, la presenza di manganese. Spesso fanno capolino nelle analisi, in vari punti di prelievo e in tempi diversi, coliformi ed escherichia coli. Insomma un quadro poco incoraggiante che legittimamente pone seri dubbi sulla qualità delle acque erogate”. Situazione che avrebbe “costretto” i Comuni a mantenere o meno le ordinanze di divieto di utilizzo delle acque per il consumo umano.
“Ad oggi – dichiarano – la quasi totalità di essi e tra questi Tropea, Nicotera e Joppolo, per tutto il territorio di competenza o per buona parte, hanno in vigore ordinanze di divieto. Tra i comuni serviti dall’acquedotto Medma, il comune di Ricadi non ha attivo alcun divieto di utilizzo, anzi, questo comune, ha revocato l’ordinanza al primo riscontro utile. A Ricadi e in particolare nella frazione Santa Domenica, a differenza di quanto avviene in tutti gli altri comuni, i prelievi per effettuare le analisi non avvengono presso le fontane comunali come sarebbe opportuno che fosse, ma presso il serbatoio di accumulo”. Una scelta questa, più volte fortemente contestata dal comitato civico e dal circolo Legambiente in quanto il prelievo al serbatoio, quindi lontano dal luogo di utilizzo, potrebbe non rappresentare plasticamente e fedelmente le reali condizioni e qualità delle acque.
“Tra l’altro appare in netto contrasto con il ritiro delle ordinanze di divieto il mantenimento della chiusura di tutte le fontane pubbliche della frazione la cui chiusura ovviamente impedisce, di fatto, agli enti competenti di effettuare i prelievi. Ricordiamo, infatti, che lo scorso anno, in piena emergenza, a scopo precauzionale e per evitare possibili rischi alla salute di ignari consumatori che continuavano a farne uso è stata sigillata la fontana di piazza Monumento, posta al centro del paese e dove, abitualmente, venivano effettuati i campionamenti. Ancora più strano, alla luce dei fatti, appare la mancata revoca dell’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua erogata dalla stessa fontana”.
Comitato e Legambiente Ricadi “pretendono”, a questo punto, che si faccia chiarezza fino in fondo e che venga dissipato ogni dubbio anche in considerazione che, dalle analisi ufficiali effettuate, tra tutti i comuni serviti dall’acquedotto Medma, solo Ricadi sembrerebbe apparire come “un’isola felice nonostante l’acqua in molte case continui ad arrivare sporca”.