La Cattedrale di San Nicola di Mira è la principale chiesa dell’Eparchia di Lungro, sede italo-albanese per la Calabria e l’Italia continentale dal 1919.
I lavori per la costruzione della cattedrale, iniziarono il 21 dicembre 1722, dove vi lavorarono “maestranze napoletane”, e quasi un anno dopo vennero edificate le fondazioni. Fu, nell’essenza strutturale, completata nel 1776 sulle rovine della precedente chiesa edificata nel 1547. Nel 1822 venne aperta al culto ed elevata a cattedrale, mentre nel 1832 si concluse l’edificazione principale. È tuttavia il 1825 l’anno che segna il completamento strutturale della chiesa, per l’allestimento artistico non è possibile fissare una data precisa di ultimazione dei lavori, poiché, ancora oggi, sono in fase di esecuzione le opere musive nonché gli elementi decorativi della navata centrale e di quelle laterali del tempio. Nel 1829 l’architetto Paolo Anselmi concluse le prime decorazioni dell’interno mentre artisti di scuola napoletana affrescarono le volte; il nome di Paolo Anselmi è ben visibile sulla navata centrale in alto sull’arco insieme all’anno. Nel 1916 vennero conclusi tutti i lavori con la costruzione della torre campanaria. Nel 1919 la cattedrale mancava, tuttavia, di significativi dettagli estetici che furono affidati all’architetto Aristide Armentano. L’architetto elaborò un primo prospetto negli anni in cui veniva istituita da papa Benedetto XVl’Eparchia di Lungro (13 febbraio 1919). Intorno al 1923 i lavori di Armentano si conclusero con la realizzazione di una nuova facciata e l’eliminazione della torre campanaria. Nel 1955, furono avviati di adattamento dello spazio interno alle esigenze del culto bizantino che comportò la demolizione degli altari nelle navate laterali, la realizzazione dell’iconostasi e la realizzazione di mosaici e dipinti murali.
La struttura della chiesa, con l’ultimazione delle decorazioni, fu terminata intorno al 1829 come attesta l’iscrizione posta sull’arco trionfale. Il prospetto esterno, rimaneggiato più volte e oggi in forme neoclassiche, è stato completato, su progetto dell’architetto Armentano, nell’anno 1922. Esso si presenta organizzato in elevazione su due ordini che vedono al livello sottostante sei lesene con capitello tuscanico delle quali, quelle centrali, proseguono oltre la trabeazione orizzontale, nella parte centrale terminando con capitelli jonici sino al frontone triangolare all’interno del quale di apre una finestra rotonda. Dei partiti figurativi di cultura latina rimangono oggi solo quelli campiti nel soffitto dove, oltre agli ornamenti a motivi floreali, custodisce cinque pitture attribuite a Luigi De Nicola e datate al 1829; i tre dipinti centrali raffigurano “Il sogno di Costantino”, la “Gloria di San Nicola” e “Giuditta con la testa di Oloferne”. Altre suppelletili di rito e tradizione liturgica latina sono custodite in sacrestia. A partire dal 1921, dopo l’erezione della Eparchia di Lungro, avvenuta nel 1919 da parte del Papa Benedetto XV, la Chiesa di S. Nicola di Mira, elevata a Cattedrale, subì profonde modifiche per essere adattata alle esigenze del rito bizantino-greco. Fu così che la chiesa venne arricchita di mosaici, icone e affreschi in stile bizantino, in sostituituzione di più antichi dipinti o affreschi.
Lungro fu la prima sede dell’eparchia italo-albanese ed è qui che, per volere di Monsignor Giovanni Mele, venne introdotta per la prima volta l’Iconostasi in una chiesa arbereshe. L’iconostasi è costituita da un’alta parete in legno posta a delimitare l’area presbiteriale che dà accesso all’area sacra dell’altare. Su di essa sono poste, secondo precisi canoni, le icone; è dotata di tre porte: quella centrale, dalla quale possono accedere solo i ministri durante le celebrazioni, che si presenta più ampia rispetto alle due laterali, poste simmetricamente sulla destra e sulla sinistra.
Tra i numerosi mosaici che impreziosiscono la Cattedrale dell’Eparchia di Lungro è quello raffigurante il Cristo Pantocrator, che copre l’intera superficie della cupola centrale, cioè circa 120 metri quadrati. Notevole è anche il mosaico del vasto catino dell’abside, sormontato dal mosaico della Platytèra (la Madonna) circondata dalle figure degli Arcangeli Gabriele e Michele, dal Re Davide e dal Profeta Isaia, e il mosaico della Cappella del Fonte Battesimale, realizzato dal pittore e mosaicista albanese Josif Dro boniku, autore anche del già citato mosaico con il Cristo Pantocrator. Sem pre dello stesso artista è il mosaico del Giudizio Universale, che sovrasta la navata centrale. Nella sacrestia della cattedrale vi è una preziosa testimonianza dell’antica chiesa medioevale di Santa Maria delle Fonti, costituito da u n frammento di affresco che raffigura Santa Parasceve (XII secolo), insiem e a preziose tele di scuola napoletana e statue lignee di pregevole fattur a, quasi certamente custodite in chiesa fino al 1919.
Le navate laterali, già affrescate da K.Tsitlavidis pittore macedone, sono state recentemente arricchite delle tele degli artisti greci T. Charalambos e T. Gregorio di Salonicco, eseguite nel rispetta dei canoni della tradizione bizantina: lungo la navata laterale sinistra, le sei tele rappresentano la vita di San Nicola di Mira, patrono di Lungro; lungo la navata laterale destra, sono presenti storie della vita di Gesù Cristo. Le tre porte in bronzo, di ingresso alla chiesa, con altorilievi sono state realizzate dallo scultore calabrese Talarico e raffigurano scene tratte dal Vangelo.
Di notevole fattura artistica sono le tre porte in bronzo con altorilievi realizzati con la tecnica a cera persa dallo scultore calabrese Talarico che rappresentano le scene del Vangelo. L’ultima creazione, la porta centrale, propone le grandi feste che vedono protagonista Gesù Cristo: il Natale, il Battesimo, l’Ultima Cena, la Resurrezione, l’Annunciazione, la Presentazione al Tempio, la Trasfigurazione, la Crocifissione, l’Ascensione e la Pentecoste. La porta laterale di destra è dedicata alla Madonna, mentre gli otto riquadri di quella di sinistra presentano alcuni degli episodi più importanti della vita di san Nicola di Mira, dalla nascita del santo alla sua consacrazione a vescovo di Mira, dalla concessione della dote a tre povere ragazze al capitano salvato dal naufragio, dalla liberazione di tre generali ingiustamente condannati a morte, fino all’esilio, alla morte e all’assunzione sul trono di San Nicola nella veste di protettore di Lungro.
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