E finalmente ci siamo! Inizia domani – alla presenza tra gli altri della seconda carica dello stato, il presidente del Senato Pietro Grasso – il Tropea Festival “Leggere&Scrivere”. Ma quali sono i motivi che rendono speciale questo appuntamento giunto ormai alla sua sesta edizione?
Primo motivo. Innanzitutto è un evento – o meglio un contenitore di circa 160 incontri – che per una settimana fa convergere sul vibonese, ospiti di grande spessore, nomi di richiamo del mondo del giornalismo, della musica, dello spettacolo, dell’architettura, scrittori, filosofi, ecc. Certo, nel corso dell’anno, anche nella nostra provincia, non mancano eventi ai quali partecipano nomi di rilievo del panorama culturale (pensiamo ad esempio a quello organizzato pochi mesi orsono proprio dal Sistema Bibliotecario Vibonese con la presenza dello scrittore Claudio Magris) ma il Festival “Leggere&Scrivere” è l’unica manifestazione che offre la possibilità di ascoltare le testimonianze di decine e decine di personaggi noti nell’ambito di una singola rassegna.
Secondo motivo. Il Festival “Leggere&Scrivere” è anche un occasione per far conoscere tutto il territorio provinciale poichè è un “evento diffuso” che coinvolge non solo Vibo e Tropea ma che tiene parte dei suoi appuntamenti culturali in località che hanno da offrire molto dal punto di vista turistico e culturale, come Pizzo Calabro (la città di Murat, della chiesetta di Piedigrotta e del Tartufo) o Soriano (la città dei musei come il Mu.Mar – il Museo dei marmi – e il Mu.Ter. – il Museo del terremoto) fino ai piccoli centri come Ionadi, Stefanaconi, San Nicola da Crissa e Chiaravalle.
Terzo motivo. Il Festival “Leggere&Scrivere” – come non ha mancato di rilevare uno dei due direttori artistici della kermesse, il prof. Gilberto Floriani – è ormai da considerare un brand che arricchisce, diversificandola, l’offerta culturale del vibonese, agendo nella consapevolezza che ormai, è divenuto inscindibile il binomio tra cultura e turismo e che molte realtà territoriali italiane si caratterizzano all’interno del grande mercato turistico, proprio facendo perno su eventi culturali di spessore (citiamo in Calabria il caso della Varia a Palmi che ha ottenuto il riconoscimento dell’Unesco assieme e in simergia con altre località italiane dove si svolgono riti con macchine portate a spalla, fino ai casi di Torino col celebre Salone del Libro o di Pordenone con il Festival “Pordenone Legge”). Il turista del resto, è diventato esigente, non si accontenta più di sole e mare ma chiede di “vivere” il territorio che lo ospita, andando alla scoperta, della natura, dei borghi, dei siti, dei costumi, dei sapori, dei riti.
Quarto motivo. Il Festival “Leggere&Scrivere” si configura come un evento educativo e formativo. Non a caso, la prima delle tre sezioni in cui questo si articola (“Una regione per leggere”), è dedicata soprattutto alle nuove generazioni di calabresi che devono essere conquistate dal piacere della lettura. E’ un dato di fatto purtroppo, che in Italia, si legge poco e i calabresi purtroppo ancor meno, dimenticandosi che – come ha affermato lo scrittore Fabrizio Caramagna – “leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso”. Un occasione quindi anche per valorizzare le opere delle case editrici calabresi (Rubbettino, Pellegrini, Città del Sole, Ferrari).
Quinto motivo. La kermesse culturale vibonese vuole essere non solo una testimonianza dell’importanza del ruolo della lettura per il miglioramento del mondo ma – tramite la sezione “Calabria Fabbrica di Cultura” – un percorso progettuale per una regione che superi la sua situazione storica di marginalità aprendosi al mondo stesso.
Sesto motivo. Le altre due sezioni in cui si articola il Il Festival “Leggere&Scrivere”- Nutri-Menti” che illustra il rapporto tra cibo e cultura e “Carta Canta” che illustra le contaminazioni tra parola e musica -costituiscono un ulteriore motivo di attrattività della manifestazione in questione. Da un lato infatti, siamo per nostra fortuna in una terra che se è stata considerata dal New York Times come metà imperdibile per i turisti di questo 2017, lo si deve anche alla sua millenaria tradizione eno-gastronomica, ai suoi cibi prelibati e alla sua agricoltura che – assieme al comparto turismo/cultura – rappresenta la spina dorsale della economia locale. Dall’altro, è noto come la musica sia un espressione e un veicolo di raffinata cultura.
Settimo motivo. Quest’anno il Festival “Leggere&Scrivere” si interfaccierà con manifestazioni come “Pordenone Legge”, Vittorio Bodini Festival, Giffoni Film Festival e “Libro possibile” di Polignano. E’ quindi l’occasione per misurarsi con realtà esterne alla nostra regione e comprendere quanto altrove la cultura sia stata eretta a vero e proprio “sistema di promozione territoriale” che integra, in una logica di “rete”, musei, biblioteche, siti archeologici, chiese, monumenti, percorsi enogastronomici, arti visive e figurative e grandi eventi culturali come quelli appena citati, mentre ancora qui da noi, molto spesso, vi è una certa frammentazione progettuale, col che, di eventi se ne fanno, ma quasi sempre slegati gli uni dagli altri, non proposti in una logica di filiera culturale, il che ne depotenzia le possibili positive ricadute sul territorio.
Ottavo motivo. La realizzazione della manifestazione è quasi un atto di eroismo perchè la kermesse vibonese, all’infuori di un contributo regionale, peraltro non elargito ma acquisito partecipando ad un bando pubblico e di qualche sposor privato non gode di altri sostegni (banche, camere di commercio, fondazioni, ecc) che invece non mancano altrove dove invece i fenomeni di mecenatismo si intensificano: dal noto industriale che ha finanziato il restauro del Colosseo, alla raccolta fondi promossa dal comune di Bologna che ha raccolto 340mila euro offerti da 7mila donatori che, aggiunti ai centomila euro stanziati dal comune stesso, ha permesso la riqualificazione del Portico di san Luca, costruito nel 1677, fino alle ventisei aziende private che hanno deciso di sottoscrivere un patto con l’amministrazione comunale di Cavriago di Reggio Emilia e che, con i loro contributi finanziari, si sono impegnati a sostenere parte delle spese gestionali (250.000 euro annui) del “Multiplo”, il centro culturale polivalente di questa cittadina. Non a caso, per supplire alla carenza di fondi, di recente, il Sistema Bibliotecario Vibonese ha lanciato la “Bibliocard” una tessera utente personalizzata che ad un costo davvero contenuto, garantisce l’accesso ai servizi del polo culturale in questione e alcuni benefit.
Nono motivo. Spesso, alle nostre latitudini, vi è la “vulgata” di una mitica età dell’oro anche im campo culturale, dimenticandosi che il nostro territorio proprio in quei anni là, i mitici anni 80, quelli della nostra infanzia, non offriva di certo eventi del genere o strutture di eccelenza come il Sistema Bibliotecario Vibonese come non ha mancato di rilevare, l’altro direttore artistico del Festival, Maria Teresa Marzano, una capace di organizzare una stagione teatrale in una città – Vibo Valentia – ancora senza un teatro, facendo arrivare qui personaggi del calibro di Michele Placido.
Decimo motivo. Potrà sembrarvi banale ma nel momento storico in cui spesso sappiamo solo lamentarci che in Calabria e nel vibonese non si fa mai niente, il Festival testimonia invece che le cose e fatte bene si possono fare eccome. Nell’epoca poi in cui vediamo gente che gira per strada attaccata alla tastiera dei propri smartphone in assoluta solutudine e in cui le famiglie rimangono nelle case a guardare esempi di pessima televisione, uscire e andare al Festival “Leggere&Scrivere” è anche un atto che testimonia la gioia di stare insieme, chiudere l’agorà virtuale di cui tutti ormai siamo prigioneri e tornare all’agorà reale.