Le elezioni che si sono tenute ieri nel piccolo paese nordico, hanno dato vita ad un panorama politico molto frammentato. Sono infatti ben otto, le formazioni che sono entrate nel piccolo parlamento islandese.
Al primo posto, il partito che da sempre è il pilastro del sistema politico locale, il Partito dell’Indipendenza che ha ottenuto il 25.2% dei voti e 16 seggi e si è confermato, pur in leggero calo, il più forte partito dell’isola.
A seguire, i due partiti di sinistra: i Verdi (16.9% e 11 seggi) e l’Alleanza socialdemocratica (12.1% e 7 seggi), entrambi in aumento.
Al terzo posto, un altro movimento politico da sempre presente nel panorama politico locale: il Partito progressista che ha ottenuto il 10.7% e 8 seggi.
Al quarto posto, il nuovo movimento del Partito di Centro che ha ottenuto il 10.9% e 7 seggi. Seguono poi il “Partito dei Pirati” che si batte per la democrazia diretta (9.2% dei voti 6 seggi) e il Partito popolare anti-immigrati che fa anch’esso il suo ingresso nel parlamento con il 6.9% e 4 seggi. Infine, il partito liberale di centro sinistra Reform con il 6.7% dei voti e 4 seggi.
L’Islanda – lo ricordiamo – è andata alle urne dopo uno scioglimento anticipato del parlamento eletto appena un anno fa, a causa della rottura della coalizione guidata dal partito dell’Indipendenza, in un clima segnato da una buona crescita economica (+5% quest’anno) e da una bassissima disoccupazione: appena al 2,5%.
Gli analisti prevedono che ci vorrà qualche settimana per sapere chi riuscirà ora a formare una coalizione in grado di governare.