Nella mattinata di oggi l’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, Giuseppe Fiorini Morosini, ha inviato un messaggio a tutti i parroci della diocesi affinché sensibilizzino i fedeli alla pratica della donazione del sangue. «Quello che stiamo vivendo è un periodo tra i più delicati per le donazioni di sangue – ha affermato il presule all’inizio della sua missiva – sono pochi coloro che decidono di compiere questo gesto di straordinaria solidarietà mentre aumentano le esigenze.
Le associazioni e il centro trasfusionale sono sempre stati in prima linea e i reggini, mostratisi sempre sensibili nei confronti di questo gesto caritativo in favore di chi soffre, si sono sempre contraddistinti per la solidarietà e il servizio nei confronti di chi si trova ad aver bisogno di sangue e plasma». Oggi l’esigenza aumenta e rischia di trasformarsi in vera emergenza. Le scorte si sono ridotte ai minimi storici mentre le necessità, purtroppo non possono attendere.
Proprio per voler sottolineare l’urgenza e la chiamata alla concretezza del suo appello, l’arcivescovo ha chiesto all’Avis e all’Adspem Fidas di effettuare una raccolta straordinaria nel giorno della processione del Quadro della Madonna della Consolazione, il 26 novembre. Durante l’ultima domenica di permanenza nella Cattedrale della venerata effigie della patrona di Reggio, le autoemoteche di Avis e Adspem Fidas stazioneranno in Piazza Duomo per la raccolta del sangue. Ma ogni giorno è utile per contribuire a questa causa, anche presso le sedi dell’azienda sanitaria predisposte alla donazione del sangue.
Pertanto l’arcivescovo decide di rivolgere «un invito a tutti, ma soprattutto a voi fedeli: diventate donatori, perché possiate sperimentare la bellezza del gesto della donazione oppure, se già donatori, rinnovate ancora una volta la vostra disponibilità, soprattutto in questo periodo delicato».
La solidarietà e la carità nei confronti dei bisognosi è la forma più alta dell’Amore evangelico. Nel corso della storia il gesto caritativo si è trasformato in base anche alle esigenze della società e del cambiamento radicale dei bisogni. «Anche la donazione, infatti – prosegue il presule – rappresenta un gesto caritativo, uno tra i più alti e generosi che si possa esprimere nei confronti di chi soffre».
L’invito che si rivolge, pertanto, «è quello di rendersi disponibili a fronteggiare l’emergenza in qualsiasi maniera: donando in prima persona, sensibilizzando al gesto amici e parenti che non l’abbiano ancora sperimentato o semplicemente parlandone con i conoscenti. Ogni singola donazione di sangue potrebbe salvare una vita. Non esimiamoci dalla carità».
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