Il postino non suona più due volte. E neppure una. Anzi non suona proprio. La posta la “congela”. Eppure fare il portalettere è un bel mestiere. C’è libertà di movimento, si scorrazza dal marre ai monti, si incontra tanta gente, si familiarizza. Gli inconvenienti, però, non mancano. L’andirivieni per vicoli e contrade a bordo di un rumoroso motorino o di una scomoda utilitaria spesso stanca, le giornate diventano dure, rallentare il ritmo delle operazioni diventa una necessità. Si arriva, magari, in barba al parere del medico, all’“autoprescrizione” di uno “stacco” per non compromettere l’equilibrio psicofisico. E, allora, il recapito della posta diventa qualcosa di strategicamente programmato e calibrato in base agli umori di giornata ed al clima oppure agli impegni personali o di famiglia, ad altri impegni ancora. Probabilmente, non si sarà discostato molto da simili ragionamenti un portalettere che operava a Cessaniti, piccolo centro agricolo a ridosso dell’altopiano del Poro, alle dipendenze di una società privata con sede a Vibo Valentia. Da almeno un paio di mesi, infatti, aveva rallentato il recapito della tante missive che gli venivano consegnate dalla sede centrale. In paese, però, gli utenti cominciano a lamentarsi. Non ricevendo bollette, lettere, avvisi, stampe, si insospettiscono. Parte una denuncia da parte di un cittadino da tempo lasciato senza posta. Scattano le indagini dei Carabinieri. L’attività del portalettere viene, con discrezione, monitorata giorno dopo giorno. I militari intuiscono che qualcosa non va per il verso giusto e nel pomeriggio di venerdì scorso perlustrano l’abitato e la periferia del paese. Poi, individuano e perquisiscono un vecchio casolare all’interno del quale rinvengono anche un congelatore in disuso. La loro meraviglia non è poca quando, nell’aprirlo, vi trovano dentro un consistente quantitativo di corrispondenza. Il paziente conteggio si ferma a 1700 lettere parcheggiate nell’elettrodomestico. Non le aveva buttate via, non le aveva distrutte né abbandonate al logorìo del tempo. Le aveva semplicemente messe al riparo da intemperie e polvere premurandosi, però, di riportare sul registro personale l’avvenuta consegna. Quelle lettere, quindi, non sarebbero state mai più recapitate. E, allora, perché nasconderle e non procedere alla loro tempestiva distruzione? Probabilmente, il portalettere racconterà al magistrato la sua verità. Intanto, per lui è scattata la denuncia per violazione, sottrazione e soppressione corrispondenza, mentre il “malloppo” è stato sequestrato. E non potrà neppure vantarsi di aver stabilito un record nella mancata consegna. Lo scorso 30 gennaio, infatti, a Vicenza un postino è stato arrestato perché da otto anni non consegnava la posta ( 573 kg) meticolosamente accantonata nel garage di casa.
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