L’approvazione della Legge Regionale 40/2017 sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea con l’istituzione dell’Osservatorio Regionale, con sede a Nicotera nel vibonese, unito ai vari tasselli della strategia che la Regione Calabria sta dispiegando in questa legislatura per cogliere tutte le opportunità insite nel percorso di valorizzazione del regime alimentare mediterraneo, possono costituire, nel loro insieme, una grande occasioni di sviluppo per la nostra amata terra.
Con la costituzione dell’ODMIR, la Regione infatti, si dota di uno strumento efficace che ponendosi al centro di una rete di sinergie con gli assessorati al turismo e alla cultura, con le università, con le associazioni di categorie e gli enti culturali e con il mondo accademico e gli operatori sanitari, può consentire di rafforzare la governance della Regione stessa, in merito a questo aspetto peculiare della nostra realtà territoriale.
Ma quali potrebbero essere gli assi di intervento sui quali intervenire? E quali le misure da attuare?
Per quanto riguarda l’aspetto turistico, nel mondo della comunicazione globale, è innanzitutto necessario che la Regione, con la consulenza dell’ODMIR, insista nel riproporre il piano di comunicazione basato sulla promozione del messaggio Calabria = bellezze naturali, preziosità culturali, prelibatezze enogastronomiche, aspetti che ad un livello istituzionale più basso, quello dei comuni, spesso vengono presentati slegati tra loro. E’ opportuno poi che le strutture turistiche e ricettive dell’intera regione, siano rifornite di materiale informativo sulla dieta mediterranea (brochure, opuscoli, ricettari, ecc) e che le strutture alberghiere e di ristorazione, nonché gli agriturismi e i BB, possano ottenere anch’essi uno speciale marchio collegato a quello identificativo della Dieta mediterranea di riferimento di Nicotera (art. 4 comma 1, lett. c della LR 40/2017) se si impegnano a proporre all’utenza dei menù con i piatti e i prodotti tipici della nostra regione, in modo particolare le produzione DOC e DOP, quelle della cosiddetta filiera corta e quelle biologiche, agendo in accordo anche con le associazioni agricoli come Coldiretti. Sempre con lo scopo di incentivare il turismo enogastronomico, si potrebbero poi organizzare “Tour del gusto calabrese e della dieta mediterranea” riservati ai tour operator e ai giornalisti, da tenersi sia in Calabria sia all’estero. Mentre in accordo con le Ferrovie dello stato e con le compagnie aeree che fanno scalo negli aeroporti regionali, si potrebbero promuovere dei menù legati alla dieta mediterranea. Sempre in accordo con le Ferrovie dello stato e con le Ferrovie della Calabria, non sarebbe cattiva idea, organizzare nel periodo estivo o per quanto riguarda le zone montane come la Sila, nel periodo invernale, delle corse speciali con degustazioni dei piatti tipici calabresi. Va inoltre allestita una grande “Rete regionale di sentieri dei saperi e dei sapori” cioè degli itinerari a base intraprovinciale (per le aree più grandi) provinciale o interprovinciale che colleghi le località che saranno designate (art. 4 comma 1, lett. d della LR 40/2017) dalla Regione, su proposta dell’ODMIR) come Roccaforti della Dieta mediterranea di riferimento di Nicotera, che si distinguono per avere sui propri territori, bellezze naturalistiche, paesaggistiche, patrimonio culturale siti di interesse storico-artistico-urbanistico, e prodotti tipici legati al regime alimentare mediterraneo.
Per quanto riguarda invece l’aspetto culturale, sarebbe opportuno promuovere gemellaggi con realtà italiane ed estere accomunate dalla vicenda della dieta mediterranea, prime fra tutte Iraklion a Creta. Sarebbe buona cosa, orientare le tante sagre che si svolgono sul territorio regionale verso un Sistema integrato di eventi maggiormente legato alla dieta mediterranea. Sarebbe altresì opportuno, poi, che la Calabria, si proponga anche come meta di convegni di livello sui temi della dieta mediterranea e sulle sue connessioni con il turismo, la salute e il benessere e l’evento clou di questa stagione convegnistica potrebbe poi essere rappresentato dal Forum annuale sulla Dieta Mediterranea (art. 4, comma 1, lettera g della LR 40/2017) da tenersi a Nicotera. Crediamo inoltre, che sarebbe molto interessante, utilizzare la cornice di uno dei più importanti eventi culturali calabresi e cioè il Festival “Leggere e scrivere” di Tropea, per inserirvi una sezione dedicata alla promozione della dieta mediterranea e alle sue connessioni con il mondo della cultura. Si potrebbe poi affidare al Sistema Bibliotecario Regionale, in cooperazione con le Università calabresi, la realizzazione di un premio regionale annuale – con serata di premiazione a Nicotera – sulle pubblicazioni del settore enogastronomico e di una grande biblioteca tematica sulla Dieta Mediterranea e la gastronomia calabrese. Sempre all’SBR, si potrebbe affidare il compito, in cooperazione con il dipartimento di storia e di antropologia culturale dell’UNICAL e quello di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio calabria, di realizzare un “Grande Atlante dei prodotti tipici e delle tradizione gastronomiche calabresi” da distribuire poi nelle biblioteche, nelle scuole e nelle strutture turistiche della regione. Si può infine e si deve pensare ad un grande Museo della Dieta Mediterranea in Calabria e alla creazione sul territorio regionale, di una rete di musei tematici legati ai prodotti della Dieta stessa (museo del vino, museo dell’olio, museo della pesca, museo dei grani di Calabria, ecc).
Per quanta riguarda invece l’aspetto scientifico e salutistico sarebbe utile – in cooperazione con le Aziende Sanitarie provinciali e con le strutture ricettive – promuovere analisi e screening gratuiti per i turisti. Tramite la collaborazione tra l’ODMIR e l’Università di Cosenza, si potrebbe costituire una Banca dati alimentare informatizzata regionale (BDIR) per avere un strumento di comunicazione dove poter trovare non solo tutti i dati epidemiologici e la documentazione medico-sanitaria sulla dieta mediterranea ma anche i vari riferimenti bibliografici e multimediali sulla dieta stessa, alla quale possano accedere i medici di base, le scuole, i produttori agricoli e le famiglie. Sarebbe inoltre opportuno procedere alla realizzazione di un Centro regionale per lo studio del dismetabolismo alimentare (CRSDA) in cooperazione con prestigiose università, specializzate sul tema in questione, come quella romana di Tor Vergata e riattivare il Centro Obesità a Nicotera. A tale centro regionale – sempre in cooperazione con l’ODMIR – spetterebbe anche il compito di elaborare e attuare percorsi di ricerca e profilassi sulle abitudini alimentari della popolazione calabrese e attivare per le scuole, appositi percorsi educativi sulla corretta alimentazione e favorire nelle mense scolastiche l’uso dei prodotti tipici regionali, nonché realizzare periodici screening sanitari sulla popolazione giovanile e programmi rivolti agli over 55, che coniughino la promozione di una dieta equilibrata con l’attività fisica. Crediamo infine opportuno, che si istituisca un corso universitario sulla dieta mediterranea e dei corsi di formazione professionali per chef sulla dieta mediterranea stessa.