La provinciale 23 rimane chiusa, Carlo Tansi: “Un furto alle casse della pubblica amministrazione, un’opera progettata e realizzata male” FOTO e VIDEO

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Ritengo pericoloso riaprire la strada provinciale 23, un furto alle casse della Pubblica amministrazione, un’opera progettata e realizzata male. A monte, infatti, sono presenti migliaia di blocchi di roccia di varie dimensioni pronti per cedere e venire giù”.

Sono le parole di Carlo Tansi, responsabile della Protezione civile calabrese che, nel pomeriggio di ieri ha svolto, insieme ai tecnici del Soccorso Alpino Calabria, su richiesta del presidente della Regione, Mario Oliverio, un sopralluogo tecnico sulla Sp 23 chiusa al traffico, da novembre, a causa della caduta, dal costone sovrastante, di alcuni massi. Ad accompagnare Tansi il consigliere regionale Michele Mirabello, il sindaco di Joppolo, Carmelo Mazza, l’assessore Dino Sterza, alcuni consiglieri comunali, Ambrogio Scaramozzino e Stefano Siclari, Carmelo Preiti del comitato spontaneo di cittadini “Strada del mare” e Domenico Lo Bruno.

“Sono stato interpellato venerdì – afferma il responsabile della Protezione –. Sono venuto pensando ci fossero pochi blocchi e sperando fosse possibile farli brillare con dinamite, ma qui si tratta di migliaia di massi che dai 30-40 centimetri arrivano fino ai 4-5 metri. L’esplosivo non è assolutamente proponibile”. Tanti, quindi, i fattori negativi che impedirebbero un’immediata riapertura della Strada del mare, nello specifico del tratto Joppolo-Coccorino.

“Hanno buttato al mare 17milioni di euro senza risolvere niente – dichiara Tansi –, anzi, hanno peggiorato la situazione. Non solo questa era un’opera divisa in due parti che prevedeva, da un lato, la costruzione del muro che doveva servire a reggere la strada, e infatti la strada è un tappeto, ma il problema è che dall’altro, a monte, dove sono presenti migliaia di massi disarticolati e pericolanti, servivano barriere e reti. Un progetto molto discutibile che ha fatto sì che centinaia di frane da crollo riversino blocchi di roccia lunghi fino a 6 metri (una palazzina di 2 piani) sulla strada sottostante, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone che vi transitano nel periodo estivo”.

Realizzati i muri di contenimento, perciò, “qualcuno” avrebbe dimenticato di contenere la parte sovrastante i costoni. “Questa è una grave responsabilità – afferma –, perché hanno realizzato i muri a valle, ma non hanno fatto niente a monte. L’unica cosa da fare, adesso, è ultimare il progetto originario e renderlo esecutivo con il completamento dell’opera che prevedeva, oltre ai muri, barriere paramassi e reti con funi e chiodi di acciaio che finiscono nelle pareti di roccia, mai realizzati”. Sarebbe, infatti, coperta da reti solo il 10 per cento della superfice. “Bisogna partire da subito con la messa in sicurezza strutturale del versante – continua Tansi –, magari in otto-dieci mesi si completa l’opera. Se aspettiamo l’estate prossima saremo ancora qui a parlarne. Se fossi stato coinvolto a novembre l’avrei detto”. Oltre al danno la beffa. Oltre ai lavori interrotti, infatti, c’è chi avrebbe pensato di realizzare anche una galleria. “La cosa più assurda – evidenzia il responsabile della Protezione civile – è che dopo aver realizzato tutto ciò e aver capito di aver sbagliato non completando il progetto, hanno iniziato a costruire una galleria, un’opera che sostituiva un’opera sbagliata e che costava altri 10-20 milioni di euro, un’opera infinita per la quale era necessario l’uso della dinamite”.

A questo punto si potrebbe ipotizzare che in prossimità della stagione estiva e, quindi, con temperature elevate e assenza di piogge, la strada non dovrebbe fare paura, ma ciò non corrisponderebbe al vero. “Si potrebbe pensare che d’estate non piove e non può succedere nulla – evidenzia Tansi –, ma non è assolutamente così, l’alluvione di Vibo Valentia è avvenuta il 3 luglio 2006, quella di Soverato il 10 settembre 2000, l’alluvione di Rossano e Corigliano il 12 agosto 2015”.

“Ovviamente – conclude –  per questa stagione estiva sarebbe una follia riaprire la strada. Se si vuole salvare il turismo per la stagione 2019 gli uffici competenti devono partire sin da domani mattina a predisporre i bandi per la progettazione e la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza dei versanti. Altrimenti la burocrazia ammazzerà anche il nostro turismo!”

IL COMMENTO E’ DI CARLO TANSI – RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE CALABRIA

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