La Polizia di Stato di Vibo Valentia, nelle prime ore di stamane, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. distrettuale di Catanzaro nei confronti di 18 persone, ritenute responsabili di appartenere ad un’associazione a delinquere dedita al narcotraffico con a capo del gruppo, Emanuele Mancuso, 30 anni, di Limbadi, ma residente a Nicotera, divenuto collaboratore di giustizia, permettendo, così, alla DDA di Catanzaro coordinata dal P.M. Anna Maria Frustaci, di smantellare quella che fino a prima era la sua consistente struttura criminale.
L’operazione “Giardini segreti” è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro ed eseguita dalla Squadra Mobile, con il supporto del Servizio Centrale Operativo, insieme alle Squadre Mobili di Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina e Reggio Calabria, i Reparti Prevenzione Crimine di Vibo Valentia, Cosenza e Siderno, le Unità Cinofile di Vibo Valentia e il Reparto Volo di Reggio Calabria: per otto persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per nove gli arresti domiciliari e, per una, l’obbligo di dimora. Altri 21 soggetti sono stati indagati a vario titolo per il reato di associazione a delinquere dedita al narcotraffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Con la collaborazione delle Squadre Mobili di Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti, Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona sono state anche effettuate 18 perquisizioni nelle sedi di una società attiva nella vendita online di semi di canapa indiana, situate in quelle province, a carico delle quali è stato notificato un provvedimento di sequestro preventivo.
L’operazione – alla quale hanno partecipato circa 200 agenti della Polizia di Stato – rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa, avviata già dal 2015, che permette oggi di smantellare un’associazione a delinquere finalizzata alla produzione, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana, capeggiata da un esponente apicale della nota e potente consorteria criminale di Limbadi, figlio di uno degli storici capi del clan. Le indagini, scaturite dal sequestro di appezzamenti di terreno adibiti a piantagioni di marijuana nei comuni di Nicotera, Joppolo e Capistrano, per un totale di circa 26.000 piante, hanno messo in luce la capacità dell’organizzazione di provvedere a tutte le varie fasi del ciclo di produzione della sostanza stupefacente: dopo l’acquisto online di semi di canapa indiana e di concime, effettuati direttamente dal capo del sodalizio, l’organizzazione realizzava le strutture ove piantare i semi, curare la germinazione e la fioritura delle piante, la crescita, la lavorazione e, infine, l’immissione della droga sulle piazze di spaccio. Le varie attività erano assicurate da membri della cosca, ma anche da manodopera reclutata tra extracomunitari. Nel corso delle investigazioni, si è anche accertato come il controllo dei terreni destinati alla coltivazione della droga avvenisse mediante l’utilizzo di droni.
Le risultanze delle indagini sono state recentemente suffragate dalle dichiarazioni del responsabile dell’intera organizzazione, che ha avviato un percorso di collaborazione con i magistrati della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Oltre al collaboratore Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere, risultano indagati: Giuseppe De Certo, 25 anni, di Nicotera, carcere; Giovanni Battaglia, 32 anni, di Nicotera (carcere); Valentin Stratulat, 30 anni, romeno, residente a Nicotera, carcere; Carlo Chimirri, 60 anni, di Capistrano; Giacomo Chirico, 21 anni, di Maierato, arresti domiciliari; Nensy Vera Chimirri, 26 anni, di Nicotera; Cesare Costa, 37 anni, di Nicotera; Francesco Costa, 34 anni, di Nicotera, carcere; Antonio Curello, 21 anni, di Vibo Valentia, sottoposto all’obbligo di dimora;Giuseppe De Certo, 25 anni, di Nicotera; Maria Ludovica Di Stilo, 23 anni, di Vibo, arresti domiciliari; Salvatore Ferraro, 22 anni, nativo di Palmi, arresti domiciliari; Giuseppe Franzè, 31 anni, di Stefanaconi, carcere; William Gregorio, 23 anni, di San Ferdinando, arresti domiciliari; Nicola Lo Russo, 39 anni, di Altamura, domiciliari; Giusy Milidoni, 21 anni, di Ionadi, arresti domiciliari; Giuseppe Navarra, 27 anni, originario di Rombiolo, ma domiciliato a Joppolo, carcere; Francesco Nobili, 32 anni, di Viterbo; Francesco Oliveri, 32 anni, di Nicotera, carcere; Riccardo Papalia, 34 anni, di Nicotera, arresti domiciliari; Bruno Russo, 27 anni, di Joppolo, arresti domiciliari; Pantaleone Perfidio, 31 anni, di Nicotera; Clemente Selvaggio, 23 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Olivieri, 36 anni, di Nicotera (fratello di Francesco Olivieri); Mirco Fuchì, 25 anni, di Mandaradoni, frazione di Limbadi, domiciliari; Antonio Barbano, 54 anni, nativo di Genova; Fulvio Esposito, 51 anni, nativo di Genova; Silvio Biasol, 79 anni, di Trieste. Il reato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico viene contestato a 21 fra indagati ed arrestati. Si tratta di: Emanuele Mancuso, Giuseppe De Certo, Giovanni Battaglia, Valentin Stratulat, Carlo Chmirri, Nancy Chimirri, Cesare e Francesco Costa, Giuseppe Franzè, Francesco Nobili, Giuseppe Navarra, Francesco Olivieri, Giuseppe Olivieri, Riccardo Papalia, Bruno Russo, William Gregorio, Giusy Milidoni, Giacomo Chirico, Pantaleone Perfidio, Clemente Selvaggio, Antonio Barbano.