Michele Aiello, studente sedicenne, muore nel bagno di casa e la città ripiomba nello sconcerto e nel dolore. Le cause del decesso sembrano chiaramente legate a cause naturali, ma i genitori vogliono averne la certezza e, pertanto, hanno chiesto alla Procura della Repubblica l’effettuazione dell’esame autoptico, che avrà luogo oggi pomeriggio alle ore 17. L’esigenza dell’autopsia è stata avvertita anche dai sanitari del 118 che a lungo hanno lottato, utilizzando massaggi cardiaci e defibrillatore, per riportare in vita lo sfortunato giovane. L’ipotesi accreditata è quella che a stroncare Michele sia stata una congestione, ma, evidentemente, c’è un margine di dubbio che tanto i familiari che i medici ritengono sia opportuno eliminare. Il tragico episodio s’è verificato domenica sera intorno alle 21.30 in un’abitazione del centro storico, a pochi metri dalla cattedrale. Il ragazzo, trovandosi i genitori momentaneamente fuori città, va a fare una passeggiata con gli zii in via Castello. Poi, intorno alle 20, lascia il gruppo per andare ad acquistare una pizza da mangiare a casa assieme ad un amico. Cosa puntualmente avvenuta. A cena conclusa, i due ragazzi si salutano dandosi appuntamento a più tardi. Il tempo per fare una doccia e ritrovarsi assieme ai coetanei. Sul tavolo del terrazzino di casa né vino né birra né bevande di alcun tipo. Solo una bottiglia d’acqua naturale tirata fuori dal frigo.
Rimasto solo, Michele entra nel bagno chiudendo la porta a chiave. Sotto la doccia, però, non ci arriva. Probabilmente, si attarda al cellulare. Nel frattempo, rientrano i genitori. Notano la luce accesa nel bagno, ma non si allarmano pensando che il ragazzo stesse preparandosi per uscire. Dopo qualche minuto, non sentendo rumori né scorrere l’acqua, provano a chiamarlo. Non ricevendo alcuna risposta, sfondano la porta e trovano il ragazzo riverso sul pavimento. Le disperate richieste d’aiuto fanno arrivare immediatamente in via Stefano Benni prima il personale della guardia medica, poi l’ambulanza del 118 ed una pattuglia dei Carabinieri. I medici fanno di tutto per rianimare il giovane. Alla fine si arrendono alla triste evidenza tra lo strazio dei familiari e il disorientamento dei presenti. Michele lunedì prossimo avrebbe oltrepassato l’ingresso dell’istituto tecnico “Achille Russo” per andare a sedersi coi i compagni tra i banchi della quarta classe. Un destino senza aggettivi ha deciso diversamente. La notizia della sua scomparsa semina dolore anche tra i suoi professori che, ieri mattina, a scuola, non hanno nascosto la loro profonda commozione. <Michele – sostengono in piena sintonia le prof.sse Marisa Montuoro, Nietta De Marco, Silvia Gaglianò e Masha Mercuri – era un alunno modello. Educato, serio nei comportamenti, rispettoso con tutti. Mai una parola fuori misura, mai un gesto da censurare. Siamo vicini ai genitori, alla sorella e ai parenti in questo momento di grande sconforto>. Non ha parole diverse lo zio Nino Cupitò. <Un ragazzo responsabile e di gran lunga più maturo rispetto alla sua età – afferma – Mai un problema, mai una pretesa inadeguata. L’estate l’ha trascorsa lavorando in un lido. Tra l’altro non nascondeva mai una sua passione: arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri>.