Pino Macino, da Pupari & Pupi
Mi occupo da tempo di San Ferdinando e del girone infernale della cosiddetta baraccopoli….che baraccopoli non è. Non ci sono baracche in quel luogo.Dovremmo saperlo. Basta vedere le foto scattate ogni volta che torna la morte e la tragedia.Ci sono centinaia di loculi – di questo si tratta – messi su con quattro pali, costituiti di solito da rami secchi trovati nelle campagne intorno I pali fanno da sostegno a teli di plastica e cartone:quanto basta per consentire un riparo, assai precario, dalla pioggia o dal freddo più intenso. Ci si riscalda come si può e …con il calore di un fuoco… spesso arriva l’incendio: il combustibile è là:cartoni e teli di plastica…e uomini…:basta vedere le foto..il fuoco arriva e divora in un istante quei miseri giacigli….diffondendosi in un baleno, investendo i corpi dei migranti imbottiti di vestiti in un rogo di decine di giacigli: questa volta trenta “baracche”. Fuoco violento e breve.I pali sono la sola cosa che resiste alla vigorosa fiamma…e rimangono testimoni anneriti di una vergogna che non sa finire…braccia levate al cielo per gridare stanche ed inutili invocazioni di aiuto. Ed ogni volta a commentare che poteva andar peggio…che ci sono nel lager..decine di bombole di gas…pronte a scoppiare. Quando scoppieranno si dirà che si tratta di tragedia annunciata….annunciata come la morte di questa notte..con un altro ragazzo di 29 anni. Si chiamava Al Ba Moussa.Per lui è finita. Ma per noi…?
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