Un bravo al Sen. Nicola Morra per aver preso una netta posizione nei confronti del candidato a Governatore della Calabria per i 5 Stelle, Francesco Aiello, imparentato con un noto boss ucciso nel dicembre 2014, il quale ha replicato “Non ho nulla a che vedere con mio cugino. La famiglia non si sceglie”. Il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra ha risposto: “Non darò alcun sostegno alla lista”.
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E’ quanto si legge sul Corriere della Sera di ieri 11 gennaio dove puntualizza Morra: «C’è da chiarire che penalmente parlando una parentela non ha e non può avere rilevanza alcuna. Penalmente però. In Calabria, terra di ‘ndrangheta, c’è da ragionare “alla Gratteri”, o, se preferisce, “alla Di Matteo”. Prosegue Morra: “Al minimo dubbio, nessun dubbio” diceva Gianroberto Casaleggio e mi sembra che sia questa la filosofia da sposare. D’altronde noi siamo quelli che abbiamo sempre detto che le persone non sono insostituibili, al contrario dei valori e delle idee, per cui torneremo a fare politica da cittadini, senza essere nelle istituzioni, come abbiamo per anni dimostrato di sapere fare».
Morra rispondendo alle domande del giornalista Emanuele Buzzi, afferma: «Una parentela non è un reato. Come una doverosa e preventiva dissociazione nei fatti oltre che nelle parole. Nel rispetto della legalità. Ricordo che anche in assenza di reati abbiamo preso le distanze da nostri candidati, anche a ridosso del voto, come avvenuto sempre in Calabria nel 2014 e nel 2016». Conclude Morra: «Il M5S è quello che, come già fatto nel 2014 e nel 2016, rifiuta logiche compromissorie e ribadisce che siamo a favore della legalità democratica senza se e senza ma».
Come dargli torto. Un movimento nato per moralizzare la classe politica nazionale, oggi al governo della Nazione, non può ragionare a maglie larghe specie in Calabria dove l’emergenza criminalità e altamente pervasiva in tutte le istituzioni. Gli allarmi di Gratteri vanno presi in toto senza se e senza ma, altrimenti non ha senso osannarlo manifestandogli la vicinanza e la solidarietà con iniziative sui social e il 18 gennaio a Catanzaro con una mobilitazione nazionale di solidarietà a sostegno dell’inchiesta ancora in atto “Rinascita-Scott”.
Gratteri lo ha detto in tutte le salse che la ‘Ndrangheta è un cancro che si può e si deve combattere senza cedimenti né tramite la depenalizzazione dell’uso della singola dose di droga e né tramite la pur minima comprensione storica e antropologica che tende a giustificare anche quei motivi di opportunità che spesso vengono tollerati, non capendo che così si aprono quelle falle nel sistema di cui le mafie sanno come approfittarne.