Ancora un incontro “in remoto” promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con lo Spazio Open, disponibile sul sito Facebook dell’Associazione Anassilaos e su You Tube.
Al centro della riflessione del Dott. Vincenzo Musolino la figura di Aldo Moro nel 42° della scomparsa.
Tema dell’incontro “Il fine è l’uomo. Il riformismo democratico di Aldo Moro Padre Costituente e fautore del Centrosinistra”.
Collaboratore giornalistico, docente di diritto e di economia specializzato nelle attività di sostegno ai disabili, Vincenzo Musolino è un cultore del pensiero politico occidentale e di teologia. Dottore di ricerca in ‘metodologie della filosofia’ presso l’Università di Messina nel 2008 pubblica il testo: “Potere e paranoia. Il concetto di potere nell’analisi di Elias Canetti e nel 2015 il saggio “Eccezione e Trascendenza. La Teologia Politica di Carl Schmitt”. Al di là delle note vicende del rapimento e dell’uccisione dell’On.le Moro, ancora non pienamente chiarite e che sono parte del cosiddetto “affaire Moro”, non oggetto della presente conversazione, lo studioso si propone di analizzare il pensiero e l’operato dello statista in due dei momenti chiave della storia dell’Italia repubblicana: la stesura della Costituzione alla quale diede un contributo che appare sempre più significativo alla luce dei più recenti studi e la nascita del Centrosinistra, di quell’accordo tra democristiani e socialisti, contrastato dai settori politici, economici ed ecclesiastici più retrivi del Paese (Confindustria e settori della Chiesa Cattolica) che ha costituito, pur con tutti i suoi limiti, uno dei momenti di maggiore avanzamento politico e sociale del nostro Paese. Del centrosinistra, come tentativo di coinvolgimento delle forze popolari, Moro è stato un protagonista assoluto. La lucidità della sua visione politica, nutrita e intrisa dei valori cristiani più autentici, e mai fine a se stessa, lo portava a concepire, pur negli ultimi anni della Repubblica, convulsi e caratterizzati dall’esplodere del terrorismo rosso e nero, ancora più audaci ed avanzati equilibri politici. Era il compromesso storico e l’incontro con un partito di massa, come il PCI, che doveva e poteva garantire quella unità di tutti coloro che si indentificavano nei comuni valori della Costituzione. La sua tragica scomparsa tolse di mezzo – forse non a caso – scrive in una nota di commento Stefano Iorfida, Presidente di Anassilaos, l’unico uomo politico capace di guardare oltre la contingenza e l’interesse di parte. Dopo di lui fu il pentapartito, la corruzione elevata a sistema di governo, tangentopoli, la fine della prima repubblica e l’imbarbarimento della lotta politica nel nostro Paese che è sotto gli occhi di tutti.
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