L’incontro prossimo, già disponibile sul sito facebook di Anassilaos e su You Tube, con il patrocinio della Deputazione di Storia Patria della Calabria, è dedicato allo storico e uomo politico reggino Domenico Spanò-Bolani e al periodico “La Fata Morgana” dallo stesso fondato che fu punto di raccolta degli intellettuali reggini fino a quando non venne soppresso nel 1847 dalla occhiuta e sempre sospettosa vigilanza borbonica. Dello studioso e patriota reggino conversa il Dott. Fabio Arichetta, socio della sopra citata Deputazione di Storia Patria della Calabria nonché della Società Napoletana di Storia Patria e dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. All’attenzione dello studioso ancora volta un personaggio illustre dell’Ottocento. Nato nella Città dello Stretto, da nobile famiglia reggina, il 12 aprile del 1815 Domenico Spanò-Bolani fu avviato verso gli studi classici. L’amore verso la propria città lo spinse, come si diceva, a dare vita alla Fata Morgana il cui primo numero venne pubblicato il 1 marzo del 1838. Il suo attaccamento alle nobili memorie e antiche tradizioni della sua città non era frutto di nostalgia verso un passato splendido, ma ormai sterile, quanto una occasione di riflessione, rivolta al popolo, affinché da quelle memorie traesse la forza per un rinnovamento civile, culturale e morale. Egli non prese parte ai moti del 1847. Come scrive lo storico Domenico di Giorgio, al quale dobbiamo non poche notizie sulla vita dello Spanò-Bolani, fu soltanto iscritto nella lista degli attendibili, cioè tra i sospetti di liberalismo, e pertanto sorvegliato dalla polizia borbonica. Fu un moderato e non prese parte attiva alla vita politica preferendo dedicare il suo impegno agli studi e alla ricerca storica. Frutto di tale attività fu la pubblicazione, nel 1857, in Napoli della “La Storia di Reggio Calabria dai tempi primitivi sino all’anno di Cristo 1797” che egli non volle dedicare (di Giorgio) – come da prassi – al sovrano (Ferdinando II), per cui imprigionato brevemente. La seconda edizione comparve postuma nel 1891. Nel 1860 approssimandosi sul Regno di Napoli la tempesta che avrebbe travolto lo stato e la dinastia, fu eletto Sindaco di Reggio e qualche mese dopo Intendente. Lo scopo di tale nomina, avvicinandosi ormai Garibaldi, era quello di “risparmiare sangue cittadino e di preservare la città dagli orrori della guerra civile” (di Giorgio). Pare che al compito richiestogli egli rispondesse “Farò possibile servire mio paese”. Dopo la battaglia di Piazza Duomo (21 agosto 1860) si ritirò a vita privata ritendendo di aver adempiuto alla sua missione. Nel 1862 fu invitato a fare parte dell’ambasceria che si recò a Messina per dissuadere Garibaldi – era la spedizione che si sarebbe conclusa tragicamente in Aspromonte) a marciare su Reggio.
Nel 1865 fu eletto deputato nel collegio di Reggio. Al suo amore per la storia più antica della città si deve la fondazione del Museo Civico Reggino, primo e provvisorio nucleo di quello che molti anni dopo, per opera di Paolo Orsi, sarà il Museo Nazionale della Magna Grecia. Morì il 29 giugno del 1890.