Il museo civico“Galluppi” diventerà la wunderkammern, il salone delle meraviglie, dei casali tropeani.
Ad annunciarlo il direttore Emilio Minasi. Tutto è pronto, infatti, per lanciare a regime l’attività del complesso monumentale allocato nella frazione Caria. Fortemente voluta dall’amministrazione comunale che dopo anni sarebbe venuta a capo di una causa legale con la vecchia proprietà, la struttura espositiva ospiterà l’antiquarium con i reperti archeologici di Torre Galli caratterizzandosi soprattutto come centro di irradiazione di nuove tecnologie di comunicazione finalizzate alla narrazione inclusiva e multimediale delle eccellenze del territorio.
“Il complesso – afferma Minasi – ospiterà iniziative di narrazione e marketing territoriale, destinate a coinvolgere artigiani, piccoli produttori, associazioni culturali, ad iniziare dagli esponenti dell’associazione “Paolo Orsi”. Grande apertura è stata data al club Unesco di Tropea diretto da Maria Giuseppe Romano. Prima tra tutti, una mostra dedicata al grande filosofo che qui, nel castello, amava passare lunghi periodi, dedicandosi alla stesura di alcune delle sue opere più importanti”. Tra i progetti a breve termine, il potenziamento della biblioteca, ma anche l’intensificazione delle attività espositive e di marketing turistico, stipula di convenzioni con operatori turistici per pacchetti ad hoc che accompagnino il visitatore proprio alla scoperta del territorio partendo dal castello come centro nevralgico. Insomma, una programmazione accurata, che la direzione, di concerto con Pro Loco ed amministrazione locale, sta già attuando da mesi, e che solo il lockdown ha momentaneamente rallentato.
Il castello, inoltre, è in procinto di riaprirsi alla comunità. In prima fila, si trovano studenti, artigiani ed operatori turistici, ma anche studiosi e start up di alto prifilo, destinate a giocare un ruolo importante nella ridefinizione della comunicazione di una parte tanto preziosa e tanto bella della Calabria.
“Apertura, apertura, apertura – dichiara Minasi -. Questo insomma il principio ispiratore delle future politiche d’indirizzo volute dalla direzione. Sto da tempo lavorando ad avviare un coinvolgimento dal basso, un ricorso diretto alle istanze provenienti dalla popolazione, dai volontari, dalla comunità. Via dunque ad iniziative con le scuole, chiamate a produrre materiali, disegni, suggerimenti, ma anche e soprattutto ad una fitta azione di storytelling con giornalisti chiamati a raccontare le storie più belle del comprensorio. Racconti e reperti, quindi, e ad unire il tutto, il ricorso alle nuove tecnologie di musealizzazione: la multimedialità applicata al bene culturale che strizza l’occhio all’etnografia, all’archeologia, alla tradizione”.