Il presidente della Terza Commissione “Sanità, Attività sociali, culturali e formative” del Consiglio regionale, Sinibaldo Esposito, afferma: “Non essendo abituato a commentare atti non ufficiali, prima di esprimere alcune riflessioni personali, sull’ennesimo obbrobrio politico-giuridico del governo giallo-rosso, ho volutamente atteso che trovassero conferma le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, anche perché confidavo che le notizie trapelate sulla bozza del ‘decreto Calabria’, in materia sanitaria, si sarebbero rivelate soltanto delle clamorose fake news. Purtroppo, però, la mia speranza si è rivelata vana, giacché nella giornata di ieri (guarda caso, la stessa in cui la Calabria, in base a non meglio chiariti criteri, veniva dichiarata ‘zona rossa’, a differenza di tante altre regioni, in cui l’indice r.t. è più elevato!), il Consiglio dei Ministri ha deliberato quella che, più che una proroga dell’ormai pluridecennale commissariamento (che già non sarebbe stata giustificata), è una totale usurpazione di tutte le competenze regionali, al fine di esautorare completamente la Regione dalla materia sanitaria, attribuendo poteri spropositati al commissario ad acta ed avocando al Ministro della Salute tutte le nomine dei vertici delle aziende”.
“In pratica – prosegue l’esponente politico – il Governo (che da oltre 10 anni persiste nel nominare commissari che hanno fatto lievitare l’enorme disavanzo, peggiorando i L.E.A., senza apportare alcuna miglioria in termini di strutture sanitarie e personale medico e para-medico!), farà gravare sul Bilancio regionale oltre a 3 sostanziosissimi stipendi (per il commissario 2 sub-commissari – melius abundare quam deficere! -), anche gli ulteriori ingentissimi oneri destinati a 25 ‘prescelti’, tra dirigenti ed amministrativi, che formeranno l’elefantiaca struttura che opererà alle dirette dipendenze del plenipotenziario ‘super-mega commissario’ (di fantozziana memoria!), che, addirittura potendo impartire ordini e direttive al dirigente generale ed ai dirigenti degli uffici del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, si occuperà della completa gestione della sanità regionale, in tutti i suoi aspetti, nessuno escluso, compresa anche ogni competenza in materia di edilizia sanitaria, che sarà devoluta al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri il quale (pur avendo notoriamente dimostrato una quasi totale incapacità gestionale e manageriale, occupandosi – male! – di approvvigionamento di mascherine, respiratori ed arredi scolastici) verrà catapultato, d’imperio, nella gestione della sanità calabrese”.
“A fronte di questo spropositato potere, affidato ad un unico soggetto, di nomina esclusivamente politica, alla Regione è stato riservato soltanto l’obbligo di pagare gli stipendi e di mettere a disposizione del Commissario ad acta e dei Commissari straordinari, il personale, gli uffici ed i mezzi necessari all’espletamento dei relativi incarichi, utilizzando le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili. Se probabilmente – per ragioni ed interessi squisitamente politici!- verranno rispettati i termini per l’avocazione, in capo al Ministro della Salute, di tutte le nomine negli enti del servizio sanitario regionali (in pieno periodo di campagna elettorale!), ho molti dubbi che lo stesso possa accadere per i termini previsti per i vari adempimenti a carico del Commissario che, entro 60 giorni, dovrebbe adottare gli atti aziendali, il programma operativo Covid ed il Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della Regione!” – evidenzia il Presidente della Terza Commissione.
Ancora, secondo Sinibaldo Esposito: “Non era certamente questo il percorso immaginato dalla governatrice Santelli che, nel breve periodo di reggenza regionale, aveva affrontato con decisione la problematica sanitaria, auspicando una fattiva interlocuzione con il Governo centrale e rivendicando, per la sua Calabria, il diritto ad una sanità da Paese civile, senza alcuna velleità di ‘guerreggiare’, ma anzi sottolineando l’assoluta sintonia tra Regione e Governo nazionale, durante la gestione della fase Covid, al fine di evidenziare come non possano esserci divisioni strategiche e strumentali, davanti a un diritto fondamentale come la salute. Del resto, è notorio che, già da molti mesi, la Regione avrebbe potuto dare corso alle nomine dei commissari delle aziende sanitarie ed ospedaliere, ma non lo ha fatto, durante l’emergenza sanitaria, non certo perché la Presidente non ne avesse le capacità o perché non esistessero figure di soggetti idonei a ricoprire quei ruoli, bensì perché aveva creduto che, finalmente, fosse arrivato il momento di fare effettivamente cessare questa ‘giostra’ politica, consumata sulla pelle dei calabresi, per collaborare lealmente con il Governo centrale, ognuno nel proprio ruolo istituzionale. Questa è stata la linea seguita, anche dopo la dipartita della Governatrice, allorché comunque non si è proceduto alle nomine, ancora possibili, in attesa delle decisioni del Governo, che si auspicava sarebbero state improntate alla tutela dei diritti dei calabresi, anziché a meri calcoli di opportunismo politico, per come invece è avvenuto”.
“Peraltro, come è già stato ricordato da qualcuno, il precedente decreto ‘Sanità Calabria’, che era meno stringente di quello approvato ieri, aveva passato il vaglio della Corte Costituzionale solo in quanto misura temporanea, per cui il nuovo decreto appare incostituzionale, oltre che anti-democratico. Pertanto – rilancia Esposito – per come ha già dichiarato il presidente f.f. Spirlì, come Regione Calabria adotteremo ogni idonea iniziativa, in tutte le sedi, contro quello che è un vero e proprio abuso del Governo centrale, nei confronti della Calabria, che, in un momento critico a causa della pandemia in atto, rischia di spingere definitivamente nel baratro l’intero sistema sanitario calabrese, ancora una volta sacrificato sull’altare degli accordi politici e delle convenienze elettorali, che hanno probabilmente determinato anche la discutibilissima scelta del Governo di collocare la Calabria, che presenta parametri di contagiosità più bassi di altre regioni italiane, tra le ‘zone rosse’, in esecuzione di una vera e propria manovra di ‘accerchiamento’ della sanità calabrese, in cui l’impennata improvvisa ed immotivata dell’allerta sanitaria doveva bilanciare e giustificare l’adozione della scellerata misura di commissariamento, deliberata nella stessa giornata di ieri”.
“Tale atteggiamento – sottolinea – conferma la palese lontananza dei palazzi romani dalla realtà sanitaria calabrese, in cui ogni giorno operano medici e para-medici di assoluto livello che, con i loro sforzi indefessi, sono riusciti a contenere egregiamente la prima ondata del virus, rendendo la Calabria una delle regioni più virtuose. All’uopo, voglio pubblicamente ringraziare, anche da medico, tutti gli operatori della sanità calabrese e, in particolare, quelli dell’Azienda ospedaliera ‘Pugliese-Ciaccio’ di Catanzaro (dove vengono processati oltre i 50% dei tamponi di tutta la Calabria!) che, con l’avvento dell’emergenza COVID, stanno ancor più subendo le nefaste conseguenze dell’inettitudine delle scelte del Governo, che è l’unico responsabile dello sfascio della sanità calabrese, avendo da oltre 10 anni, esautorato la Regione di ogni sua competenza in materia, affidando il timone di una nave, sempre più sgangherata, ad illustri comandanti, arrivati da chissà dove, che avrebbero dovuto risanare la sanità calabrese, senza neanche conoscere la strada da percorrere per raggiungere il ‘Pugliese-Ciaccio’ di Catanzaro, o il ‘Bianchi-Melacrino-Morelli’ di Reggio Calabria, o l’’Annunziata’ di Cosenza!”.
“Del resto, se si rivelassero esatte le indiscrezioni sulla scelta del futuro commissario ad acta (che potrebbe essere un soggetto, organico al PD, già designato dai palazzi romani per un importante incarico commissariale nella sanità calabrese) – conclude Sinibaldo Esposito – l’occupazione manu militari della sanità calabrese sarebbe completata. Un famoso politico italiano diceva: ‘A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca’; nei prossimi mesi si capirà se queste mie riflessioni (inclusa la ‘previsione’ della nomina commissariale), erano solo un ‘pensar male’ o, piuttosto, un ‘averci azzeccato’!”.