Auguri a Joe Biden e ai Democratici americani per l’annunciata elezione del 46° presidente USA. Una vittoria al fotofinish seppur con lo spoglio ancora in atto e i ricorsi dei Repubblicani di Trump che fioccano copiosi, ma una vittoria al momento non ufficiale, ma ufficiosa, è stata inusualmente decretata dalle Tv CNN, Msnbc e dai giornali New York Time e Washington Post e a seguire. Biden parla già da Presidente e, furbescamente, gli avranno suggerito di apparire come il Presidente di tutti, anche dell’odiato Trump e dei suoi repubblicani fino a ieri accusati di razzismo, di collusione con i russi, di suprematismo bianco, di fascismo e nazismo e di teorie del complotto QAnon, e poi dire: “adesso bisogna unire il Paese”, “ritornare alla normalità”, cioè all’opportunismo politico.
Boh. Fatto sta che non se ne poteva più di assistere all’impotenza della superpotenza, in uno stillicidio di dati iniziali da infarto a favore di Trump, poi ribaltato verso la fine dello spoglio con il provvidenziale arrivo delle schede giunte con il voto postale, siglate tutte ad esclusivo vantaggio di Biden, secondo le denunce verbali dei Repubblicani.
Sono stati così, scongiurati i disordini tra fan estremisti di destra e di sinistra quelli che, da tutti i media mainstream, venivano gravemente pronosticati come guerra civile, a tal punto che, nelle principali città americane, venivano blindati i negozi nel timore di devastazioni. Ma anche qui il terrorismo mediatico non ha funzionato, forse scoraggiati dalle imponenti presenze in strada della Guardia Nazionale. L’elezione del 46° presidente USA passerà alla storia ricordando il flop dei sondaggisti e delle oche grancasse delle TV e giornali mainstream che hanno ancora miseramente toppato sui pronostici elettorali, visti in maniera strabica, sempre e solo a favore di un inventato enorme distacco dei democratici di Hillary Clinton contro Trump nel 2016 e di Biden nel 2020 contro Trump che, invece, ne esce con un partito Repubblicano forte e saldo, tutto nelle sue mani, con una probabile maggioranza al Senato, fatto che non dovrebbe far esultare più di tanto i democratici di Biden. Comunque vada, Trump, fino al 20 gennaio 2021, rimane il presidente degli Stati Uniti con pieni poteri e, in questo tempo, credo, che succederanno fatti eclatanti, come eclatanti furono le mosse nel medesimo periodo da parte di Obama, che lo utilizzò per inscenare l’ormai sgamato scandalo Russiagate con la richiesta di Impeachment di Trump, andata male, e che potrebbe ritorcersi contro Obama e il suo entourage democratico, proprio in queste 10 settimane.
Sottigliezze politiche che spesso divengono sostanziali, ma meglio non parlarne ai lettori, questo è stato il mantra che è stato fatto girare e ancora gira nella matrix del neo giornalismo globalista, asservito alla élite dei 5/6 editori delle agenzie di stampa mondiali e di TV e giornali affrancati, quelli che spesso del giornalismo moderno fanno il copia e incolla informativo, con identici titoli e titoloni.
Il concetto di legalità, ci hanno erroneamente abituato a pensare, vale solo se è a favore di una certa sinistra democratica, altrimenti il resto può andare a farsi benedire. Come dire, mafia, ‘ndrangheta e camorra e brogli vari, votano solo a destra, mentre a sinistra i voti giungono solo puliti e purificati. Figurarsi poi nella democratica America di Biden & Family, dove Trump e alcuni magistrati osano sporcare il loro buon nome tra scandali come l’Ucrainiangate o i file scandalosi, trovati nel computer del figliol prodigo Hunter, con centinaia di immagini compromettenti di minorenni, già sotto inchiesta anche per delle mail che offrono indizi e prove di giri da milioni di dollari riconducibili a probabili tangenti. Fatti e circostanze che, dopo l’attuale sovraesposizione di Biden, prestano il fianco e che saranno lo spunto politico ghiotto nelle prossime settimane, in mano ai repubblicani di Rudolf Giuliani e di Trump, a parte la magistratura che, forse, farà fare il suo corso.
Insomma, è difficile trovare il coraggio di affermare che la culla della democrazia americana è scaduta a paese da terzo mondo, in attesa che arrivino gli improbabili osservatori ONU come nelle peggiori dittature. Forse arriverà prima la magistratura, questa è la vera differenza democratica, dovendosi o non volendosi pronunciare sugli innumerevoli ricorsi e accuse di brogli, tutti da dimostrare, per l’appunto, in sede giudiziaria.
Ma siccome a chiedere il riconteggio e ad annunciare i brogli è l’odiato Trump, la stampa mainstream non permetterà certo che la legalità possa prevalere sull’odio politico, lasciando che sia la piazza a decidere per il Barabba di turno. Per cui Trump ha perso le elezioni e Biden le ha vinte. Punto, così è se vi piace, e ai Democratici americani ed Europei…piace
Ride bene chi ride per ultimo, dice un vecchio e saggio proverbio. Difatti nel 2000 il Democratico Al Gore gridava alla sua vittoria da eletto Presidente USA ma, mischino, solo per un mese. Difatti, per l’odiata legalità, Al Gore perse la poltrona stabilendo, la Corte Suprema, che il conteggio dei voti era sbagliato, pronunciandosi così, a favore del candidato repubblicano George W. Busch.
Potrebbe ripetersi lo stesso scenario adesso con Biden dovendo anch’egli, mischino, varcare la soglia tra l’8 e il 14 dicembre, con la prima per il Safe Harbor Day, un Rubicone, dove potrebbe giungere la preventiva decisione della Corte Suprema, che potrà pronunciarsi in merito all’esito del voto, sentenziando sugli eventuali brogli elettorali denunciati da Trump o sulla regolarità del voto pro Biden.
Quindi, saggio sarebbe attendere l’esito della pronuncia suprema e se non dovesse arrivare, saggio sarebbe attendere il giorno del giuramento, a meno che Trump non decida di riconoscere la sconfitta, cosa estremamente improbabile, stante i dati allarmanti che stanno venendo a galla sui primi dati reali, e in parte documentati da parted ei legali di Trump, dei brogli elettorali, dove emerge che migliaia di morti hanno votato, e migliaia di omonimi figurano tutti elettori pro Biden per non parlare delle 300.000 schede elettorali che le poste dicono di aver consegnato, ma che risultano ancora introvabili, facendo sorgere il sospetto, tra i repubblicani, che siano state scambiate con altrettanto 300.000 schede contraffate.
Cose serie, ma che vanno sminuite, questo è il messaggio che deve passare attraverso la stampa di…regime.
Se poi, malauguratamente, la pronuncia della legalità dovesse osare essere a favore di Trump, le frange estremiste del movimento Black Lives Matter pro Biden, potranno scendere per strada, magari infiltrati in altre manifestazioni, e devastare l’America completando quell’agognata guerra civile che verrà, democraticamente, sostenuta dalla solita stampa mainstream covid globalista e cosiddetta pacifista e dall’ingenuità dell’elettore sempre e soltanto educato a reagire contro il nemico e mai contro l’amico corrotto. Trump, il cattivo, dovrà poi decidere se graziare i nemici o arrestarli tutti. E annamo bene annamo, dice la sora Lella…
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