Alle origini della rivalità tra Reggio e Catanzaro è il tema di una conversazione, patrocinata dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria, e promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, ancora in remoto, che inaugura gli incontri del Sodalizio reggino per il 2021, nella speranza, che si possa tornare al più presto agli incontri con il pubblico.
A trattare il tema il Prof. Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di storia Patria per la Calabria, nonché studioso e storico che alle complesse vicende del Regno di Napoli ha dedicato studi e importanti saggi. La conversazione è disponibile sul sito facebook di Anassilaos e su You Tube da martedì 5 gennaio. Tale rivalità, culminata nella cosiddetta Rivolta del 1970-1971, a parere dello studioso, affonda le proprie radici nel secolo XVI. L’incremento demografico registratosi a quel tempo in Calabria indusse il governo napoletano ad accrescere il numero delle sedi della Regia Udienza, cioè dei capoluoghi di provincia, dove era ubicato l’ufficio del Preside e degli Uditori. Tale ufficio non solo rappresentava il governo centrale ma svolgeva importanti funzioni di controllo dell’amministrazione della giustizia e dell’ordine pubblico. La Calabria, sin dal periodo aragonese, era divisa in due province: Calabria Citra a nord, corrispondente grosso modo all’attuale provincia di Cosenza, e Calabria Ultra a sud, comprendente il resto della regione. In tutta la Calabria però vi era una sola Udienza, ubicata a Cosenza. Nel 1584 si decise da parte del Viceré a Napoli di assegnare anche alla Calabria Ultra una Udienza per il governo del territorio, sottraendola all’autorità di Cosenza. Ad ospitare un tale importante Ufficio aspiravano sia Reggio che Catanzaro. Entrambe le Università (al tempo così si chiamavano gli attuali comuni) parteciparono ad una sorta di asta e Reggio offrì 25 mila ducati battendo la concorrenza di Catanzaro così da ottenere la prestigiosa sede dell’Udienza. Dieci anni più tardi, però, la città dello Stretto subì l’incursione di una flotta turca condotta dal rinnegato messinese Scipione Cicala, che nel 1594 saccheggiò la città dandola alle fiamme. Gli uffici dell’Udienza furono pertanto trasferiti provvisoriamente a Seminara, per essere poi assegnati a Catanzaro, dove malgrado le ricorrenti proteste dei reggini, sarebbero rimasti definitivamente. La città di Reggio, grazie all’alacre impegno dei reggini, si riprese ben presto e nel corso del Seicento, grazie anche all’intensificarsi dei rapporti con Messina, fu investita da un forte sviluppo economico e demografico, che nuovamente ne rafforzò il primato a livello regionale. Fu così che nel novembre del 1640 l’assemblea cittadina inviò al viceré di Napoli i sindaci Francesco de Ferdinando, Ottavio Melissari e Ambrogio Perrone e i delegati Diego Strozzi, Ambrogio Barone, Pietro Foti e Giovanni Oliva per chiedere la restituzione alla città dell’Udienza provinciale offrendo allo stesso la somma di trentamila ducati. L’istanza dei Reggini non fu però accolta nonostante che governo vicereale avesse bisogno di quel denaro, e pertanto l’Udienza rimase a Catanzaro. Solo nel 1816 fu riconosciuta a Reggio il ruolo di capoluogo provinciale. Ferdinando I, re delle Due Sicilie, su richiesta del Comune di Reggio, divise in due la provincia di Calabria Ultra, la cui parte meridionale, denominata Calabria Ulteriore Prima, ebbe come capoluogo Reggio. Si realizzava così il sogno dei Reggini ma si ponevano anche le basi di una rivalità destinata ad accendersi tragicamente nell’estate del 1970 e a perdurare, sia pure sottotraccia, ancora ai giorni nostri.
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