Non si placano le polemiche tra l’amministrazione comunale del sindaco Giuseppe Marasco e il gruppo consiliare Movi@Vento. Questa volta ad essere presa di mira dai consiglieri di opposizione è l’imposta di soggiorno.
“218mila euro – affermano Antonio D’Agostino, Maria Adele Buccafusca e Salvatore Pagano – è la cifra che è stata chiesta di recente, per i soli anni 2019 e 2020, a una struttura turistica locale per l’imposta di soggiorno non pagata. E questo dopo una battaglia condotta dal nostro gruppo, costellata da resistenze, scaricabarili tra uffici e diffide per l’acquisizione degli atti; per non parlare delle denunce dentro e fuori il consiglio comunale. Adesso attendiamo che, dopo le nostre ripetute denunce, vengano riscossi gli altri notevoli importi evasi in questi anni. 56mila euro è la somma riscossa in un anno per i 4500 posti letto presenti nel nostro territorio: davvero troppo poco rispetto a quanto dovrebbe entrare nelle casse del comune da un’imposta che non grava sulle strutture turistico-ricettive, ma viene pagata separatamente dai villeggianti. Con la nostra indagine abbiamo accertato non solo che la tariffa non veniva corrisposta nella misura regolamentare, ma anche che non veniva effettuato alcun controllo sul numero di presenze dei soggiornanti”.
Mille euro sarebbe l’importo previsto dall’amministrazione nel bilancio 2021/2022 per il turismo. “Un vera vergogna – dichiarano i consiglieri di minoranza – se si pensa che l’imposta di soggiorno deve per legge andare proprio al sostegno di tale fondamentale comparto. Com’è potuto avvenire tutto ciò? Chi sono i responsabili del mancato controllo che, insieme al resto, hanno contribuito a far precipitare il nostro Comune nel dissesto finanziario? La mancata riscossione di una tassa così consistente, potrebbe favorire, ancora una volta, un eventuale dissesto finanziario, con inevitabili conseguenze nefaste nelle tasche dei cittadini. Quei soldi devono ora rientrare tutti perché sono indispensabili per sostenere il turismo e soprattutto i piccoli operatori economici che in questo momento soffrono e stringono i denti sotto i colpi della pandemia. Servono per realizzare una serie di servizi, destinati ai trasporti, al tempo libero, allo sport, agli eventi estivi, al patrimonio culturale ecc. E’ ora di dire basta! L’evasione conviene a pochi e danneggia l’intera comunità”.