Ha festeggiato 100 anni suor Elisabetta Sgrò.
Alla festa organizzata presso la biblioteca comunale, erano presenti il sindaco Carmelo Mazza, il vicesindaco Florinda Albino e i consiglieri Ambrogio Scaramozzino, Giuseppe Dato e Salvatore Burzì insieme all’ex parroco Agostino Pugliese e all’attuale Antonino Vattiata che ha voluto celebrare la santa messa nell’abitazione di suor Elisabetta.
Nata a Joppolo, la donna è la più piccola di sei sorelle e due fratelli. Ha iniziato negli anni Cinquanta il noviziato a Miramare di Rimini presso la casa madre della Congregazione delle Sorelle dell’Immacolata. E’ divenuta suora dopo che, casualmente, il vento le “ha portato” la pagina di un giornalino, “Il Ramoscello D’ulivo”, che parlava appunto dell’esistenza della Congregazione delle Sorelle dell’Immacolata. Prende i voti e dopo poco viene trasferita a Santarcangelo di Romagna, alla casa di riposo. Successivamente viene inviata a Bologna e nel 1968 a Roma. Ritorna in Romagna, a Cesena.
“Per come ha potuto – afferma Mimma, la nipote – è sempre stata vicina alla famiglia con aiuti e preghiere. Quando il padre si è ammalato in tarda età, ha chiesto al Papa la dispensa da suora conventuale per dedicarsi alle cure del genitore; qui non ha mai smesso di dedicarsi alla chiesa, ai bambini e ai bisogni degli altri”.
“Mi sento onorato e orgoglioso oggi – dichiara il sindaco che le ha consegnato una targa ricordo – perchè è la festa non solo di suor Elisabetta che compie i suoi primi 100 anni, ma di tutta la comunità di Joppolo che in questo momento io rappresento”.
“Sono compiaciuta – afferma l’Albino – perchè festeggiamo una donna che da giovanissima ha fatto una scelta di vita coraggiosa che le ha comportato tante rinunce. Ha scelto di rinunciare agli affetti familiari per una comunità più grande, quella religiosa che richiede sacrifici e limitazioni, ma anche disponibilità verso gli altri e soprattutto preghiera. Una scelta che merita tutto in nostro rispetto e che per la donna Elisabetta Sgrò, all’anagrafe Carmela, è un dato aggiuntivo. L’altro aspetto da evidenziare è quello dell’essere cittadina dello Stato italiano, infatti, suor Elisabetta, il 2 giugno del 1946, insieme a tutte le donne italiane, è stata chiamata a scegliere tra quale forma di Stato dare all’Italia, Monarchia o Repubblica, e in più ha partecipato all’elezione dell’Assemblea Costituente che ha approvato poi la Costituzione della Repubblica Italiana”.