I docenti universitari di Atenei di tutto il mondo si scagliano contro gli obblighi e il greenpass vigenti in Italia e nel mondo universitario, con una lettera in cui si dicono “scandalizzati” e “particolarmente preoccupati per la libertà accademica” in Italia per via del greenpass e degli obblighi imposti a studenti, docenti e personale.
La lettera dei docenti internazionali parte dal presupposto storico dell’università italiana quale garante, da 900 anni, di accoglienza, tutela, libertà e mobilità dei docenti: “proprio per questo motivo la discriminazione nelle università italiane, faro di civiltà per molti, acquista un pericoloso valore simbolico per tutti noi”.
La solidarietà internazionale è arrivata da docenti e intellettuali stranieri – delle Università di New York, Cambridge, Melbourne, Buenos Aires, California (Santa Barbara), Amsterdam e di molti altri paesi –, i quali reputano “ingiusta e illegittima la discriminazione sociale introdotta con il green pass che limita molte delle libertà umane fondamentali”. Si leggono inoltre parole durissime nei confronti gestione in atto nelle università italiane. I docenti si dicono infatti “scandalizzati che la maggior parte degli organi accademici possano permettere tali discriminazioni”.
Mentre nel resto del mondo non si è mai richiesto alcun greenpass per l’accesso nelle università, e mentre in Europa e nel mondo si stanno allentando le misure restrittive, l’Italia continua infatti a promulgare decreti legge che, lunghi dall’essere fondati da un punto di vista sanitario e scientifico, appaiono punitivi, discriminatori e lesivi della dignità umana. Il decreto 1/2022 estende l’obbligo alla vaccinazione a tutta la popolazione ultracinquantenne e tutto il personale universitario. Chi non intende vaccinarsi o proseguire con ulteriori somministrazioni incorrerà in una multa e nella sospensione dallo stipendio, senza nessun tipo di emolumento.
Tra i firmatari anche la filosofa francese Barbara Stiegler, che in un suo recente testo, La democrazia in pandemia, fa appello allo spirito dell’Università come luogo del dialogo e del dubbio, grazie al quale si potrebbe “rendere questa ‘pandemia’, ma anche la salute e il futuro della vita, non ciò che sospende, ma ciò che fa appello alla democrazia”.
Riferendosi al ruolo originario dell’Università nata in Italia e al dialogo che al suo interno dovrebbe essere sempre garantito, la lettera dei docenti si conclude dichiarando di sostenere “con forza e determinazione i docenti, il personale amministrativo e gli studenti impegnati in questa battaglia di civiltà” con l’augurio “che questo dispositivo discriminatorio sia abolito il prima possibile”.
La lettera dei professori stranieri è disponibile in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese (https://www.nogreenpassdocenti.eu/sottoscrizioni-internazionali/).
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