Venerdì pomeriggio a Gioia Tauro nel corso della XV° Sessione del Primo Sinodo Diocesano, è intervenuto don Giacomo Panizza, sacerdote bresciano «prestato», come sottolinea lui stesso, da più di trenta anni alla Calabria, il quale ha costruito “Progetto Sud” per disabili e fasce deboli, spesso relegati in casa, vincendone silenzio e rassegnazione. E puntando per loro ad autonomia economica e ruolo, non alla semplice assistenza.
Dopo i lavori della sessione sinodale, Mons. Francesco Milito, vescovo della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi, prima di presentare il sacerdote bresciano, si è soffermato sulla drammatica situazione che sta vivendo il popolo ucraino, invitando tutti alla preghiera, affinchè possa presto ritornare la pace.
A seguire Don Panizza con la dolcezza e la sapienza che lo contraddistinguono ha relazionato sul tema: “Ultimi-Periferie Esistenziali”.
Don Panizza partendo dalla Bibbia dove gli ultimi sono i malati, gli orfani e le vedove senza mezzi per vivere e senza tutele, si è soffermato sugli ultimi nella società odierna cioè quelli senza lavoro, senza dignità, senza pane e senza alcuna assistenza.
Don Panizza ha sottolineato: “Non dare per carità ciò che spetta per giustizia”.(Concilio Vaticano II).
Le Periferie esistenziali sono dappertutto anche in casa, sono i continui luoghi della miseria e della sofferenza priva di senso, sono le periferie di ogni città, dove il 33% di giovani non studiano e non lavorano.
Tante sono le diseguaglianze che vanno superate e la Chiesa odierna deve esserci come Maria che senza esitare disse:<<Eccomi sono la Serva del Signore…>>.
La Chiesa deve dire “Padre Nostro con gli ultimi e con le periferie esistenziali, perché Essa è chiamata a un perseverante cammino(sinodo) con il mondo che cambia”.
La Calabria ha bisogno di crescere in umanità integrale e polis.
Il Sinodo pone la Chiesa dentro e in relazione con il mondo e tre sono i verbi che rappresentano la qualità cristiana del nostro tempo: Resistere(al male), traghettare(l’essenziale) e anticipare(semi di bene nel futuro).
La chiesa deve far prendere la parola agli ultimi, in Calabria c’è bisogno di testimoniare e tutti dobbiamo metterci in gioco.
Don Giacomo Panizza ha concluso il suo intervento dicendo: ”Bisogna essere ed esserci. Esserci con gli ultimi, con chi non ha il senso della vita”.