“Il cinema e l’antico” è il tema della conversazione che il Dott. Luca Pellerone, studioso di cinema, terrà giovedì 4 agosto alle ore 18,00 presso la Villetta De Nava nell’ambito degli incontri realizzati dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca, in occasione delle manifestazioni promosse dal Comune di Reggio Calabria nel 50° dei Bronzi di Riace sul tema “La percezione dell’Antico”. E’ del tutto evidente – recita una nota del sodalizio reggino – che il cinema, fin dalla sua nascita, si sia preoccupato di rappresentare l’Antico, un antico del tutto immaginario e spesso lontano dalle vicende storiche o pseudostoriche che narrava per le quali faceva ricorso, come nel caso di Cabiria, il primo kolossal muto della storia del cinema del 1914, diretto da Giovanni Pastrone, alla sceneggiatura dell’immaginifico D’Annunzio oppure, come nel caso de “Gli ultimi giorni di Pompei”, addirittura del 1908, alla letteratura e precisamente al romanzo dal titolo omonimo dello scrittore inglese Edward Bulwer-Lytton del 1834 e nel 1913, nel Quo vadis? diretto da Enrico Guazzoni all’ancor più celebre romanzo dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz. L’Antico nel cinema era, ed è tuttora, lontano dalla narrazione puntuale degli eventi del passato tramandati dagli storici antichi e reinterpretati da quelli contemporanei. Soprattutto i colossal hollywoodiani, i più datati (ancora il Quo Vadis del 1951, lo Spartacus del 1960 pur diretto da Stanley Kubrick dal romanzo omonimo dello statunitense Howard Melvin Fast e Cleopatra del 1963) come i più recenti (Troy, Alexander, il Gladiatore), per citare soltanto i più famosi, e parimenti talune produzioni per la televisione, si caratterizzano infatti per una ricerca della spettacolarità conseguita quasi sempre a scapito della realtà storica pur quando la narrazione di talune vicende (pensiamo per il Gladiatore all’imperatore Commodo) condotta sulla falsariga degli storici che ne hanno trattato la figura (Erodiano, Dione Cassio, Historia Augusta) sarebbe risultata parimenti, e forse, più avvincente così come la miniserie Nerone sarebbe stata altrettanto interessante se invece di falsare in più punti la storia, per come tramandata da Tacito, Svetonio e Dione Cassio, ne avesse seguito le tracce. Il cinema non ha ovviamente trattato soltanto di vicende storiche, ma ha anche rivisitato talune situazioni emblematiche della letteratura antica e del mito. E’ il caso di due importanti pellicole di Pier Paolo Pasolini, Edipo Re da Sofocle del 1967 e Medea da Euripide del 1969 e del film documentario Appunti per un’ Orestiade africana del 1970 girato da Pasolini in Africa e che prende spunto dall’Orestiade di Eschilo.
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