“L’analisi di intelligence tra diffusione delle mafie in Italia e l’Interesse Nazionale” è il tema della lezione tenuta dal Consigliere scientifico di “Limes” Alessandro Aresu al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Aresu ha introdotto il suo intervento affermando l’importanza di inquadrare il concetto di Interesse Nazionale all’interno del pensiero politico, della storia della politica estera italiana e dell’analisi del presente.
Richiamando Gianfranco Miglio sul tempo come “variabile di tutti i sistemi politici”, il relatore ha affermato che l’Interesse Nazionale ci pone davanti al rapporto tra l’unità dello Stato e la pluralità dei diversi interessi, ma anche davanti alla stabilità in rapporto al cambiamento, alla variabile del tempo.
Da questo punto di vista è importante, secondo Aresu, la necessità costante di doversi adattare a dei cambiamenti che caratterizzano la società civile e che caratterizzano anche lo scenario internazionale in cui un paese si muove, innestando negli interessi geografici alcune categorie demografiche,
economiche, politiche e tecnologiche, che ci aiutano a leggere il presente e la posizione del Paese.
Lo Stato emerge come una “macchina degli interessi”, che si confronta con una pluralità di interessi, cercando di incidere in modo efficace sulla realtà. Ma la pluralità di interessi non sarà mai ridotta a singolarità una volta per tutte, né potrà essere “fermato il tempo” come variabile dei sistemi politici.
Dove sta allora la bussola? Secondo Aresu la struttura dello Stato,gli apparati dello Stato, hanno un ruolo di garanzia, di stabilità e di tenuta istituzionale di fronte alle alterazioni e cambiamenti.Quindi sono temi di garanzia, di stabilità e di tenuta, ma che spesso sono messi in crisi dal fenomeno mafioso.
Secondo il relatore il fenomeno mafioso si sviluppa nella società, parallelamente allo Stato, e punta a creare per il cittadino un“ordinamento” che contrasta con “l’ordinamento degli ordinamenti”, per riprendere le categorie di Santi Romano, con un’identità, che è stabilmente intessuta all’interno della società e risponde perversamente ai bisogni. È la risposta che le mafie danno al nodo tra stabilità e cambiamento, ovviamente per principi paradossalmente opposti allo Stato, con un’influenza negativa del tessuto sociale. L’aspetto economico delle mafie determina, ancora oggi, la loro evoluzione e la loro volontà di correre più veloce rispetto all’inseguimento operato dalle istituzioni.
Ovviamente la penetrazione mafiosa trova la sua più ampia casistica nei cosiddetti “mafia States”, Stati Mafia, dove l’infiltrazione del crimine organizzato impedisce dinamiche di governo prive di intermediazione mafiosa, e il controllo dei governi diviene fondamentale per applicare più agilmente le grandi economie di scala richieste dal commercio della droga e dalla sua struttura logistica.
Un esempio dei cambiamenti dell’orizzonte criminale può essere affrontato attraverso uno degli strumenti elaborati per il contrasto ad attività criminali, mafiose e terroristiche: le sanzioni. Secondo il relatore un tema sicuramente di interesse è lo studio di sanzioni che non sono comminate solo per il riciclaggio di denaro su vasta scala da parte dei gruppi criminali ma che pongono in luce l’incidenza di nuovi fenomeni in relazione alle droghe.
Di recente, l’apparato sanzionatorio degli Stati Uniti – che è il più avanzato al mondo – attraverso il Dipartimento del Tesoro ha colpito alcune strutture criminali dedicate alle droghe sintetiche, e in particolare il fentanyl, che vedevano una collaborazione di reti criminali nel Regno Unito e nei Paesi Bassi, coperte attraverso una serie di scatole e aziende utilizzate per riciclare i proventi. Casi di simile applicazione delle sanzioni sono destinati ad aumentare nel prossimo futuro.
Negli Stati Uniti l’incidenza degli oppiodi è un tema sociale sempre più rilevante e da tempo all’attenzione delle istituzioni, anche per gli effetti sulla morte dei giovani. Si sono stimate nel 2021 più di 70.000 morti generate dal fentanyl negli Stati Uniti e si tratta di un enorme fenomeno culturale, antropologico, politico.
Aresu ha poi ricordato le ricerche sul tema della storia della droga e della geopolitica criminale di Floriana Bulfon e Moris Gasparri, e ha sottolineato l’importanza della logistica. Se uno Stato ha bisogno di infrastrutture per il proprio benessere, il proprio approvvigionamento e la propria proiezione, per le grandi organizzazioni mafiose il nodo tra chimica per la produzione e logistica per la distribuzione è un elemento cruciale dell’organizzazione commerciali. Pertanto, serve assicurarsi il controllo, o comunque la penetrazione, di alcune rotte commerciali chiave. Per l’Europa è evidente in questo senso l’importanza del porto di Rotterdam, il nodo europeo tra i maggiori porti commerciali mondiali. Dal 2021 ad oggi, le operazioni di sequestro di sostanze stupefacenti in questo porto sono state numerose, e hanno portato a importanti dichiarazioni da parte del sindaco della città.
L’intelligence italiana ha avuto nel contrasto del fenomeno mafioso, come nel contrasto di quello terroristico, una delle sue principali palestre di formazione sul campo, e per questo ha sviluppato capacità elevate, che continuano a dare frutti nello smantellamento delle organizzazioni e nella cattura dei mafiosi. Le mafie si muovono, tuttavia, anche in un orizzonte internazionale che, come mostrato dall’ampiezza degli interessi geografici e dalla sofisticazione economica della ‘ndrangheta, giocoforza non può essere solo alla portata dell’Italia.
Secondo Aresu, bisogna sempre sapersi mettere nei panni della velocità delle grandi organizzazioni criminali per saper considerare le loro prospettive e gli elementi che possono essere di maggiore interesse nel lungo termine. Le mafie continueranno ad applicare in modo creativo il principio “follow the money” su cui poneva l’attenzione Giovanni Falcone per il loro contrasto, perciò sarà importante continuare ad analizzare con attenzione le infiltrazioni nelle rinnovabili, su cui c’è già una casistica significativa, ma anche un potenziale nuovo interesse delle mafie per l’approvvigionamento della difesa, dove Aresu ha ricordato che si concentreranno ingenti investimenti da parte dei Paesi europei, e dove le mafie cercheranno di entrare, anche se in una filiera monitorata con attenzione per ragioni di sicurezza, penetrando alcuni anelli bassi della catena del valore.
Infine, Aresu ha concluso il suo intervento affermando che lo studio del fattore umano, come l’analisi di queste prospettive, potrà aiutarci a studiare le varie attività delle organizzazioni criminali per difendere la bussola dell’Italia: l’interesse nazionale.