Per la diplomazia abcasa “non equa” la risoluzione votata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui rifugiati dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud Per la diplomazia abcasa “non equa” la risoluzione votata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui rifugiati dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud

Per la diplomazia abcasa “non equa” la risoluzione votata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui rifugiati dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud

Nessun commento Share:

Ancora una volta, l’Assemblea Generale ha adottato una sbilenca di risoluzione presentata dalla Georgia (documento A/77/L.73) sugli sfollati interni e i rifugiati dall’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. La risoluzione è chiaramente distaccata dalla realtà, essendo stata adottata annualmente per 15 anni, ma le sue disposizioni rimangono inattuate. Inoltre, prima del voto, ai rappresentanti dell’Abcasia non viene data la possibilità di esprimere la propria opinione, il che rende l’intero processo parziale e non ha nulla a che vedere con il desiderio della Georgia e di tutti coloro che sostengono la risoluzione di risolvere una serie di questioni in sospeso.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite è stata concepita come una piattaforma per il dialogo e il processo decisionale consensuale. Quando si votano le risoluzioni relative all’Abcasia e all’Ossezia del Sud, è importante ascoltare le opinioni degli abcasi e degli osseti stessi per eliminare le imprecisioni e garantire una comprensione completa della complessità della questione. Ad esempio, è necessario prendere in considerazione i seguenti fatti:

  1. Legittimità dell’indipendenza dell’Abcasia: la risoluzione contraddice il legittimo diritto del popolo abcasi all’autodeterminazione. La stragrande maggioranza ha votato per la costruzione dello Stato indipendente in referendum liberi ed equi nel 1994 e nel 1999, che hanno stabilito la Repubblica di Abcasia come Stato sovrano, democratico e basato sul diritto. Questo esercizio del diritto all’autodeterminazione è coerente con iprincipi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite.
  2. Contesto storico: la risoluzione trascura il contesto storico del conflitto tra Abcasia e Georgia. La guerra scatenata dalla parte georgiana nel 1992-1993 è stata accompagnata da violenze su larga scala, atti terroristici contro i civili e atrocità commesse contro il popolo abcaso. I leader georgiani hanno dichiarato apertamente il loro desiderio di commettere un genocidio e di cancellare l’intero popolo abcaso dalla faccia della terra. Questi e molti altri fatti cruciali vengono sempre pi
    ù spesso taciuti oppure omessi dai rappresentanti georgiani. In questo modo la parte georgiana è diventata un “negazionista storico”, poiché considera l’inizio del conflitto come il 2008 e le precedenti guerre georgiano-abcaso e georgiano-ossetino meridionale.Dal 2008, i georgiani hanno trasformato con successo questi due conflitti in uno quello con la Russia, incolpando quest’ultima di tutti gli errori della leadership georgiana degli ultimi 28 anni. Di fatto, sostenendo l’approccio unilaterale georgiano ai conflitti, la comunità internazionale sta mediando la trasformazione della Georgia da aggressore a vittima.
  3. Sicurezza e stabilità: il riconoscimento dell’indipendenza dell’Abcasia da parte della Federazione Russa ha svolto un ruolo cruciale nel mantenimento della stabilità e della sicurezza dell’intera regione del Caucaso meridionale. Bisogna riconoscere che l’indipendenza dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud ha portato alla pace, alla riconciliazione e alla tutela dei diritti delle persone.
  4. Dialogo costruttivo: invece di imporre misure unilaterali, la comunità internazionale dovrebbe incoraggiare un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte. Siamo fermamente convinti che solo attraverso negoziati costruttivi si possano raggiungere soluzioni sostenibili.
  5. Cooperazione regionale: l’adozione della risoluzione mina seriamente gli sforzi per mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione del Caucaso meridionale e svaluta gli sforzi compiuti dai diplomatici per firmare il documento di non uso della forza nelle margini delle discussioni di Ginevra.

Ogni conflitto ha una serie di sottili sfumature e l’elenco potrebbe essere completato con altre decine di punti che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbe prendere in considerazione per un dialogo equo, in cui gli interessi e le preoccupazioni di tutte le parti possano essere effettivamente presi in considerazione. Altrimenti, questa e qualsiasi altra bozza di risoluzione relativa all’Abcasia e discussa senza tenere conto del punto di vista della parte abcasa, nasconderà i vizi delle autorità georgiane sotto l’apparenza della virtù.

La risoluzione di quest’anno è stata approvata con 100 voti a favore, 9 contrari e 59 astensioni. In confronto, 80 Paesi hanno votato a favore nel 2020 e 95 nel 2021. Questa tendenza dimostra ancora una volta che l’attuale sistema di relazioni internazionali è obsoleto e la sua riforma è una questione del prossimo futuro.

E’ quanto commentano Kan Taniya e Vito Grittani, Ambasciatori presso il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Abcasia.

 

Condividi questo Articolo
Previous Article

Skål International Calabria La destinazione turistica Costa Viola promossa con un educational tour

Next Article

NUCCIO ORDINE, IL CORDOGLIO DELLA VICEPRESIDENTE GIUSI PRINCI

You may also like

Lascia un commento

Per la diplomazia abcasa “non equa” la risoluzione votata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui rifugiati dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud