Il festival e la fiera voluti dal Comune hanno esaltato il messaggio sociale della tradizione di U ‘Mbitu (L’invito): così il sindaco Biasi e l’assessore Grimaldi ringraziano il Comitato della Festa mariana e rinnovano l’impegno a tutelare il rito rivissuto ieri

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Un prologo del rito tradizionale, potenziato nel suo valore sociale, e una sua appendice musicale che ha riempito la piazza come da tempo non si vedeva a Taurianova.

Così il sindaco Roy Biasi e l’assessore Massimo Grimaldi sottolineano il prima e il dopo di U ‘Mbitu (L’Invito), curati dal Comune in occasione dell’annuale e sentitissimo appuntamento con cui i massimi rappresentanti del Municipio e della Parrocchia danno di fatto avvio ai solenni festeggiamenti – civili e religiosi – in onore della Madonna della Montagna venerata nel duomo cittadino, attraverso l’accensione in piazza di una catasta di “luppinazzi (rami direttamente tagliati dalla pianta coltivata), avviata dal sindaco e dal sacerdote Mino Ciano, e poi ravvivata da tanti cittadini che ponendosi in fila ordinata a loro volta hanno alimentato il fuoco.

«Anche ieri – dichiara il sindaco Roy Biasi – la città ha rivissuto una tradizione che incarna l’unione del popolo, la devozione alla sua Patrona e il valore dell’accoglienza tramandato da un rito che attraverso il fuoco simboleggia il calore e la luce che Taurianova oggi come ieri sente di offrire a chi la vive o la visita. Continua ad essere per me un onore poter rappresentare, ormai da più di 10 anni, così come vuole una tradizione per la cui riscoperta e tutela mi sento di ringraziare il Comitato, il diacono Cecè Alampi e i Portatori della Madonna, una città che sta cambiando in meglio, non ha niente da invidiare a nessuno nel rispetto della propria identità storica e che, così come ha detto durante il rito don Mino Ciano, chiede a Maria che possa toccarci con il suo amore materno che brucia. Una città che mai come in questo momento vive e vuole vivere sempre di più nella coesione sociale e nell’armonia, riscoprendo una devozione civica che deve essere indirizzata al bene comune. In questo senso abbiamo spinto nella volontà di riqualificare a spese del Comune la sede dell’associazione dei Portatori, convinti come siamo che loro, col il gesto di amore che compiono, sono i rappresentanti di ogni taurianovese che vuole vivere in comunione, aiutando tutta la comunità e le istituzioni nella edificazione della Taurianova Nuova che tutti insieme stiamo creando».

Una soddisfazione, quella espressa dagli amministratori, dovuta anche al successo di tutto quello che intorno al rito tradizionale chiamato U ‘Mbitu, il Comune ha creato per difendere la sobrietà e la carica emozionante del messaggio storico corale, pur assicurando eventi ludici che grande partecipazione hanno riscosso.

«Abbiamo voluto creare un guscio più grande rispetto agli altri anni – afferma l’assessore Grimaldi – considerando il rito di U’ Mbitu una perla da poter custodire nel modo migliore possibile, perchè esso è veramente la tradizione che più rispecchia la Taurianova che è anticamente e’ stata e la Taurianova felice che vogliamo. Alla fiera che ormai si svolge da tre anni, in collaborazione con Ana-Ugl Calabria, abbiamo aggiunto un festival di musica popolare coerente per contenuti con la storia del rito grazie ai concerti di Ciccio Nucera e dei Parafonè, quindi esaltando ancora una volta la nostra identità, prima di suggellare l’avvio della Festa mariana con il concerto dei Gemelli Diversi che, nato grazie alla collaborazione della Città Metropolitana, ha sublimato con il suo pubblico delle grandi occasioni il rito quando era da poco finito. Abbiamo anche valorizzato due artisti locali, Antonio Larosa e Paco Barilla, e ci ripromettiamo di far esibire il prossimo 10 settembre l’artista Turi Rugolo, il cui concerto previsto nel festival era saltato a causa del maltempo: che dire, quindi, è stata una edizione di U ‘Mbitu piu’ varia ed esaltante, così come puntiamo a fare ogni anno difendendo la semplicità della migliore tradizione comunitaria che abbiamo, esaltandone però la sua capacità di parlare anche a chi non è di Taurianova e si deve sentire come gli antichi pellegrini accolti dal fuoco sprigionato dai nostri “luppinazzi”, ovvero integrati con una città che vive una nuova stagione di bellezza artistica e di fervore sociale».

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