Michele Tripodi sindaco di Polistena, da sempre attento e sensibile alle problematiche del territorio afferma:
<<Oggi sono stato a Gioia Tauro per manifestare contro la Direttiva UE che di fatto obbliga gli armatori delle navi, nazionali e transnazionali a pagare tasse maggiori, per l’ingresso nei porti europei e dunque anche al porto di Gioia Tauro.
Tasse dovute stavolta ad un contorto meccanismo di salvaguardia ambientale, sulla carta fondato su “ecopoint”, ottenuti o perduti in base al livello di emissioni inquinanti prodotte dalle navi>>.
Il sindaco Tripodi continua:<<In realtà, ciò che a primo acchito sembra un qualcosa di positivo, si rivela l’ennesima fregatura per l’ambiente. Infatti una apposita piattaforma sconosciuta dovrebbe occuparsi di monitorare i crediti/debiti di emissioni inquinanti delle navi che incredibilmente potrebbero (udite udite) essere comprati e barattati tra gli armatori trasformando un sacrosanto principio di tutela ambientale in mercimonio a pagamento a favore dei più ricchi.
Sta di fatto che per questo meccanismo inspiegabile il porto di Gioia Tauro, tra i porti europei che sono collocati più a Sud del Mediterraneo, rischia la massima penalizzazione se non la sua progressiva chiusura determinando così una perdita di migliaia di posti di lavoro nelle attività di transhipment e nell’indotto>>.
Il sindaco Tripodi aggiunge:<<Molte navi infatti eviteranno di stazionare a Gioia Tauro fermandosi in Africa dove queste tasse non sono applicabili in quanto fuori Europa.
Possibile che tutti i commissari europei espressione dei governi e delle maggiori forze politiche presenti in Parlamento non si siano accorti della fregatura e della decisa ghigliottina per il porto di Gioia Tauro?
L’Europa continentale telecomandata dalla Commissione Europea con la direttiva sulle navi inquinanti allontana da sè il Mezzogiorno, la Calabria, la Piana di Gioia Tauro forse considerati quali periferie dell’Unione europea.
A questo scenario apocalittico fa da passivo e dannoso contraltare la posizione del Governo italiano assunta contro la “via della seta” che invece aveva visto i cinesi protagonisti nell’individuazione dei mari e dei porti del Sud Italia tra Palermo e Gioia Tauro, possibili hub per lo sviluppo commerciale>>.
Infine il sindaco Tripodi conclude:<<Insomma il danno è potenzialmente enorme e per questo chiediamo all’Europa per tramite del governo regionale e del governo nazionale un intervento deciso ad annullare gli effetti della Direttiva 959/2023 che sancirebbe la morte dello scalo portuale di Gioia Tauro oltre che qualunque prospettiva di sviluppo.
Esprimiamo infine forte preoccupazione e solidarietà nei confronti di lavoratrici e lavoratori, invitando tutti alla mobilitazione generale che non può esaurirsi in un sit-in spontaneo come quello di oggi ma deve allargarsi a tutte le realtà di lotta singola e organizzata>>.
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