Aldo Alessio sindaco di Gioia Tauro: Obiettivi da raggiungere a sostegno del Porto di Gioia Tauro

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Il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio afferma:”Quando parliamo del porto di Gioia Tauro occorre sapere, innanzitutto, di cosa stiamo parlando.

È per questo che appare d’uopo riportare, in via di sintesi, i seguenti dati.

Il Porto di Gioia Tauro dà lavoro ad oltre 4.000 lavoratori (n. 1.500 unità lavorative in via di occupazione diretta ed ulteriori n. 2.500 unità lavorative, occupate nell’indotto).

Esso produce quasi il 50% del PIL privato calabrese e rappresenta la più grande piattaforma logistica dell’Italia e dell’Europa Meridionale, oltre che uno dei più grandi hub portuali del Mediterraneo.

E’ collegato con 120 porti nel Mondo, dei quali 60 soltanto tra il Mediterraneo e il Mar Nero.

Il traffico dello scalo è notevole. Nel porto di Gioia Tauro, accostano, infatti, annualmente, oltre 1600 navi, con una media giornaliera di accosti pari a 4,8 navi”.

Aldo Alessio continua:”A fronte di queste risultanze, Gioia Tauro si qualifica, quindi, come il 1° porto nazionale di transhipment e, secondo i dati diffusi, nel 2023, dal Lloyd’s List (con riferimento al precedente anno 2022), lo scalo risulta essere il 9° in Europa, il 7° nel Mediterraneo e il 59° nel mondo.

Tra i porti italiani, è l’unico nelle condizioni di accogliere la grandi navi madri con pescaggi di 18 metri.

Orbene, stante quanto sopra e considerato che la nuova era dei trasporti marittimi è caratterizzata dal fenomeno del gigantismo navale, ormai, da tempo, in costante accelerazione, allo stato attuale, non essendoci porti nazionali alternativi a quello di Gioia Tauro, ove questo porto cessasse o diminuisse la sua attività, le navi che attualmente attraccano nello scalo gioiese sarebbero inevitabilmente perse dall’Italia intera, ad esclusivo vantaggio dei porti degli Stati esteri.

Gioia Tauro è, inoltre, il porto più baricentrico dell’intero Mediterraneo”.

Aldo Alessio aggiunge:”Per tutto quanto detto, si rende più che mai indispensabile avere tutti, in Italia, la consapevolezza che non stiamo parlando del Porto di Gioia Tauro come se fosse il porto di questa ristretta realtà territoriale o, al più, il porto della regione Calabria, ma, piuttosto, stiamo parlando del più grande porto nazionale di transhipment.

È per questo che, quando trattiamo i problemi che lo riguardano e, per conseguenza, riguardano la sua economia diretta ed indotta, parliamo conseguentemente di un fatto che riguarda l’Italia intera e, dunque, il Sistema Paese, atteso, appunto, che questo porto contribuisce a trainare l’intera portualità nazionale e la logistica delle merci.

Dunque, se guarderemo a Gioia Tauro nella giusta visione (che, poi, è la sola possibile), ovverosia con la consapevolezza che questo porto appartiene all’Italia intera e all’Europa, allora sì che noi, tutti insieme, sapremo difenderlo, potenziarlo e renderlo, ogni giorno, sempre più competitivo ed innovativo nel Mediterraneo e nel mondo.

L’Amministrazione comunale di Gioia Tauro, in prima linea assieme all’Autorità Portuale, guidata sapientemente dall’Ammiraglio Andrea Agostinelli, unitamente alle OO.SS. dei lavoratori ed agli oltre 50 Sindaci della Città Metropolitana, nella preparazione della manifestazione del 17 Ottobre denominata con il suggestivo slogan: “Il porto di Gioia Tauro non si ferma!”, facendo seguito ai numerosi incontri intercorsi con tutti gli interlocutori sociali, imprenditoriali ed istituzionali che hanno a cuore le sorti e il destino di questo Porto e, da ultimo, susseguentemente all’incontro di sabato 21 ottobre, con la Vicepresidente del Parlamento europeo, On.le Pina Picierno, propone il raggiungimento dei seguenti obiettivi a sostegno del Porto di Gioia Tauro”.

Aldo Alessio aggiunge ancora:”Preso atto che, ad oggi, non è possibile, dal punto di vista procedurale, adottare misure finalizzate alla sospensiva della direttiva UE, si ritiene occorra perseguire uniti l’obiettivo possibile di chiedere ed ottenere una deroga finalizzata a trovare la giusta soluzione al problema della concorrenza sleale dal 1° Gennaio 2024 da parte dei porti del Nord Africa, che, ove si verificasse, com’è ovvio, penalizzerebbe notevolmente il porto di Gioia Tauro.

Essendo, altresì, possibile utilizzare la finestra aperta della normativa che permette, fino al 31 Dicembre 2023, di poter inserire nella lista dei porti di transito (quindi, di trasbordo), anche il porto di Gioia Tauro, così da non subire gli effetti della carbon tax marittima, è, dunque, più che mai necessario un impegno bipartisan delle forze politiche nazionali ed europee, al fine per incontrare il Vicepresidente dell’esecutivo per l’European Green Deal, Maros Sefcovic, e sostenere la richiesta che anche Gioia Tauro debba essere inserito, appunto, nella lista dei porti di transito.

Eventualmente, in alternativa, la stessa compattezza bipartisan di cui detto, dovrebbe essere spesa per sostenere la proposta che, al medesimo scopo di prevenire il verificarsi di evidenti e sicuri fenomeni concorrenza sleale, lo stesso regime di tassazione che viene imposto a Tanger Med e Port Said possa essere applicato anche ai porti europei di transhipment che si trovano nell’area mediterranea, dunque, anche a Gioia Tauro.

Si propone, quindi, di domandare, assieme all’Autorità Portuale, alle OO.SS. ed ai Sindaci calabresi, un incontro al Governo Nazionale, per confrontarci con tutti i Ministri interessati al problema, con riguardo agli aspetti afferenti il mandato di competenza, affinché il Governo renda nota la sua posizione ufficiale a chiara difesa del Porto di Gioia Tauro e predisponga, di conseguenza, le giuste osservazioni da presentare alla Comunità Europea prima del recepimento dell’attuale direttiva, da parte dello stesso Governo, e la successiva ratifica in Parlamento.

Occorre, inoltre, per tutte le motivazioni di cui in premessa, mettere in piedi un’alleanza quanto più estesa possibile, contattando i Presidenti di tutte le Autorità portuali dei cinque porti europei che si trovano nelle stesse condizioni del porto di Gioia Tauro e, a livello governativo, stringere un’alleanza di scopo con Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro (che soffrono lo stesso problema), onde acquisire un maggiore potere contrattuale in Europa.

Si propone, inoltre, di chiedere al Governo di assumere, sul bilancio mille proroghe, un chiaro impegno sugli investimenti futuri da fare a Gioia Tauro a difesa del porto, che – si ripete – rappresenta un’ eccellenza nazionale ed europea.

A tal uopo, occorre evidenziare tutti i primati del Porto, ivi compresa l’alta professionalità acquisita negli anni dalle nostre maestranze portuali, che non ha eguali in tutta l’Europa.

Poi, occorre anche impegnarsi, sempre con tenacia e compattezza, al fine di reperire il finanziamento di 100 milioni di euro necessari per l’elettrificazione dei 3,5 Km di banchina di cui il porto dispone, così da adeguarlo, entro il 2030, alla nuova normativa che impone alle navi di spegnere in banchina i motori ausiliari allacciandosi alla rete elettrica di terra.

A tal fine è, inoltre, fondamentale realizzare, all’interno del Porto, anche una sottostazione elettrica della centrale di Rizziconi, che sia in grado di offrire tutta l’energia elettrica di cui il porto stesso abbisogna.

Per la migliore tutela del Porto di Gioia Tauro, si rende anche essenziale cessare, a livello regionale, il dualismo esistente (da ormai ben sette lunghi anni) tra l’Autorità di Sistema Portuale e il Corap (Ente sub regionale Calabria), che tanto appesantisce e rallenta (se non, persino, frena) le decisioni su questo porto.

Detto “dualismo” è, invero, uno stato di fatto che non ci possiamo più permettere, perché si traduce in un eccesso di burocrazia ed in una dispersione decisionale, come se fossimo più Stati nello stesso lembo di terra.

Occorre, appunto per questo, ricercare, in Consiglio Regionale, la giusta convergenza con tutti i gruppi politici regionali, al fine di approvare una legge regionale che ponga fine alla contrapposizione delle aree assegnate all’Autorità Portuale e contestate dal Corap, perché tale nociva diatriba metterebbe a rischio certo il finanziamento del PNRR, già ottenuto dall’Autorità Portuale.

Si rende, altresì, basilare discutere sulla ZES, che, partita da Gioia Tauro, è diventata, prima, ZES Calabria, con sede a Lamezia Terme e, successivamente, ZES del Mezzogiorno, all’interno della quale non è difficile prevedere sin d’ora che la Calabria, sconterà il paradosso assurdo che, pur essendo sede di uno dei porti di transchipment più competitivi del mondo, non conterà nulla a livello decisionale, dovendo subire, per una volta di più, gli effetti di decisioni imposte da terzi.

Bisogna anche riaprire le vertenze sul retroporto industriale, sull’adeguamento delle strutture viarie e ferroviarie al servizio del porto, sull’alta capacità e sull’alta velocità ferroviaria, necessaria – quest’ultima – per raggiungere velocemente il cuore dell’Europa, rendendoci, così, ulteriormente più competitivi, in campo internazionale e mondiale.

Appare, inoltre, fondamentale recuperare il possesso dei capannoni industriali e delle aree a suo tempo assegnate in concessione ad imprenditori che, come predatori, a discapito della nostra economia e del nostro territorio, hanno lucrato ingenti finanziamenti e hanno poi, ormai da oltre dieci anni, abbandonato l’attività produttiva, così da riassegnare in concessione quegli stessi siti a nuovi imprenditori (soprattutto giovani) che abbiano voglia di competere e scommettere su questo territorio”.

Aldo Alessio conclude:”infine, occorre realizzare una cabina di regia a livello territoriale, regionale e nazionale, per monitorare periodicamente lo stato dell’arte e per agire, con la tempestività del caso, al fine di risolvere e, possibilmente, prevenire tutte le varie problematiche che potrebbero emergere di volta in volta, mettendo in difficoltà il buon funzionamento, l’efficienza e la funzionalità di questo porto”.

 

 

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