INTELLIGENCE, VITO FELICE URICCHIO AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “I MICROSATELLITI FONDAMENTALI PER CONTRASTARE L’ILLEGALITÀ AMBIENTALE”.

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“Satelliti e sicurezza ambientale: le regole, le tecnologie e le pratiche”. è il titolo della lezione tenuta da Vito Felice Uricchio, Dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Il ricercatore ha approfondito il tema del massiccio aumento dei satelliti in orbita intorno al pianeta, introducendo il concetto di “dual use”, ovvero lo sfruttamento della massa di dati acquisiti dai satelliti sia di natura civile che militare, nonché dai sorvoli condotti da velivoli di ogni tipo.

Si pensi che nel corso del 2023 sono stati effettuati circa 300 lanci noti che hanno messo in orbita circa 6.000 satelliti noti, in aggiunta a quelli segreti.

I satelliti sono un presidio particolarmente importante per garantire la sicurezza dei Paesi sia attraverso piattaforme osservative e sia garantendo l’affidabilità delle comunicazioni, alla base dell’autonomia strategica dell’UE.

I programmi satellitari, nazionali, europei ed internazionali, beneficiando dei protocolli di scambio di dati, creano una costellazione multi-orbitale di migliaia di satelliti, che garantisce all’UE servizi sicuri.

Questo aspetto è fondamentale per rafforzare la posizione europea tra i principali attori nello spazio, assicurando numerosi vantaggi, anche di carattere ambientale, sia per le Amministrazioni pubbliche che per i cittadini nella loro vita quotidiana.

Infatti, i programmi satellitari forniscono servizi governativi che spaziano dalla Difesa alla protezione ambientale, dalla tutela delle infrastrutture critiche alla conoscenza delle situazioni e alla gestione delle crisi.

Questi servizi – ha ribadito Uricchio – migliorano la resilienza dell’Italia e dell’UE.

Fornendo un’analisi numerica dei lanci satellitari relativa al 2023, il ricercatore ha poi focalizzato l’intervento sull’utilità strategica della costellazione multiorbitale di satelliti per la tutela, la conoscenza ed il monitoraggio ambientale.

In stretta connessione con la tutela ambientale, le inestimabili informazioni ottenibili dai satelliti e tutte le tecnologie sviluppate sia hardware che software, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale a supporto della elaborazione dati, costituiscono un elemento imprescindibile per il contrasto ai reati ambientali.
Occorre regolamentare la privacy e la proprietà privata, ha detto il ricercatore che ha sottolineato la crescente qualità e disponibilità dei dati fondata sulla visione multilivello fornita da satelliti operativi a diverse orbite, con il consistente contributo tecnologico dell’Italia quale importante operatore per il progresso scientifico.

Purtroppo, il contesto geopolitico attuale ed il ridotto dialogo collaborativo tra Stati limita l’integrazione dei sistemi di rilevamento satellitare.

Approfondendo la tematica criminale, Uricchio ha ribadito che l’utilizzo sistematico delle rilevazioni satellitari costituisce uno dei più pervasivi ed efficaci strumenti di contrasto ai crimini ambientali che sono caratterizzati, tuttavia, da un tasso di aumento annuo compreso tra a livello globale il 5% e 7% provocando danni calcolabili in perdite stimate tra i 110 e i 281 miliardi di dollari all’anno.

I crimini contro la natura sono attualmente la terza attività criminale più redditizia al mondo, preceduta solo dal traffico di droga e dalla contraffazione e dal contrabbando di armi.

La criminalità ambientale transnazionale è diventata il principale motore finanziario del conflitto sociale, con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza.

I percorsi dello sviluppo sostenibile devono riconoscere apertamente e mitigare i rischi posti dalla criminalità ambientale transnazionale alla sicurezza nazionale.

In molti Paesi i crimini ambientali non vengono considerati una priorità, con conseguente mancanza di una risposta governativa corale, adeguata e proporzionata.

Il ricercatore si è soffermato sulla tematica del disboscamento con le accezioni legate alla narco-deforestazione, ma anche all’estrazione illecita di minerali fortemente richieste dai mercati per la transizione ecologica ed ecologica in atto.

L’estrazione illegale di nichel e cobalto, occorrenti per la produzione di batterie, provoca devastazioni di ampie porzioni di territorio, con conseguenze significative anche sulla biodiversità e sulla salute umana per le possibili conseguenze di zoonosi.

In particolare, nella foresta Amazzonica assistiamo a ondate di violenza scatenate dal traffico minerario illegale con la presenza di gruppi armati transfrontalieri e unità di polizia militare canaglia che supervisionano e proteggono tali operazioni minerarie illegali.

Ulteriori impatti che i satelliti sono in grado di evidenziare si riferiscono alle colture intensive legate all’industria alimentare ed energetica (in particolare per la produzione di olio di palma), includendo altresì, le produzioni connesse alla industria della “carta monouso” innescato dallo stop all’uso di plastica monouso di cui alla Direttiva 104 del 2019.

Concludendo la panoramica informativa sui fenomeni criminali ambientali, Uricchio ha posto, quale massimo strumento di monitoraggio e controllo, il “proximal soil sensing”, ovvero l’utilizzo di strumenti capaci di verificare l’inquinamento del suolo, amplificando notevolmente le potenzialità del telerilevamento sia da piattaforma aerea che satellitare.

L’integrazione dei dati multilivello, arricchita dall’implementazione della IA, costituisce il presente e il futuro della tutela ambientale.

Citando i progetti satellitari italiani, quali il Mirror Copernicus, il Cosmo SkyMed, i Sentinel 1, 2 e 3, il ricercatore ha delineato le funzioni applicative del data fusion e delle immagini satellitari iperspettrali, dati inestimabili per il contrasto ai reati ambientali e per l’osservazione dell’inquinamento del suolo.

Uricchio ha concluso l’intervento specificando che la tecnica analitica spettrale converge sulla progettazione, realizzazione e utilizzo di un microsatellite ambientale rivolto alla change detection spettrale, ovvero al processo di identificazione delle mutazioni del territorio in un particolare intervallo temporale mediante sensori capaci di captare minimi cambiamenti nell’uso del territorio.

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