“La memoria difficile e il nuovo antisemitismo” è il tema dell’incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con lo Spazio Open in occasione del Giorno della Memoria che si terrà sabato 27 gennaio alle ore 17,15 presso lo Spazio Open di Via Filippini. Introdurrà il Dott. Fabio Arichetta, Responsabile Centro Studi “Rosario Romeo” dell’ Associazione Anassilaos, interverrà il Prof. Antonino Romeo, Deputato della Deputazione Storia patria per la Calabria, parteciperà il Dott. Vincenzo Musolino, Responsabile del Centro Studi “Aldo Capitini” dell’Associazione Anassilaos. E’ ormai da molti anni che l’Associazione Anassilaos si affida al Prof. Romeo in occasione di quella giornata le cui finalità sono nel nostro Paese fissate dagli articoli 1 e 2 della 20 luglio 2000 n. 211 «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.” La Giornata della Memoria si celebra quest’anno in un contesto assai inquietante e problematico: l’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre prima e poi la feroce reazione israeliana, che a Gaza ha cancellato ogni forma di vita e di civiltà, hanno riproposto in primo piano il tema dell’antisemitismo, che ritenevamo accantonato dopo la tragica esperienza di Auschwitz e dopo che per decenni abbiamo ripetuto un assai rituale “mai più“, diventato purtroppo un amaro “ancora una volta“: Ci sembra pertanto opportuno –scrive Antonino Romeo – ragionare quest’anno sui tanti motivi per cui il pur lodevole impegno delle istituzioni pubbliche e private non è riuscito ad impedire l’eterno riaffiorare dell’odio antiebraico, alimentato da secoli di pregiudizi e di discriminazioni. In tale ottica si impone l’analisi storica delle varie “stazioni” per le quali, a dirla con Agnes Heller, è passato il treno dell’antisemitismo, ma è anche necessario porsi una domanda esplicita sul tipo di società che vogliamo costruire, se inclusiva e aperta a tutti o espressione dell’idea ancestrale della terra e del sangue come fondamento e garanzia della comunità nazionale.