In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia.
Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più.
Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace.
Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione.
Ne deriva un romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
Dal romanzo si evince subito che Saramago usa la malattia per mostrare quei meccanismi interni alla società che sono talvolta latenti, ma che purtroppo esistono da sempre.
Cecità è tutt’altro che una distopia: non parla di un ipotetico futuro, ma di qualcosa che già ci riguarda tutti.
Per questo lo scrittore non cita nessun luogo, né il tempo e nemmeno i nomi dei personaggi.
In ogni pagina, Saragamo ci dice che quella che sta raccontando, non è una storia specifica: potrebbe succedere ovunque, a chiunque e in qualsiasi momento.
Lo stile si libera di tutto il superfluo, e insieme ai nomi dei protagonisti scompaiono anche i due punti e le virgolette nei loro dialoghi.
Gli eventi vengono raccontati con periodi lunghi, che ci trasportano nella situazione caotica in cui sono immersi i personaggi.
Inoltre Saramago non risparmia niente al lettore, non passa sopra neanche ai particolari più crudi.
L’angoscia, l’alienazione dei personaggi ci portano anche a creare parallelismi con il periodo della Pandemia causata dal Covid.
Se da una parte lo scrittore, sembra dirci che l’umanità è già in un certo senso cieca, dall’altra, lancia un avvertimento che va molto oltre lo sconforto e il cinismo iniziali: finché conserveremo la sensibilità e la voglia di aiutare gli altri non ci ridurremo come gli uomini fatti “metà di indifferenza e metà di cattiveria” che descrive nel romanzo.
Solo così non perderemo la ragione, la vera vista di cui ha bisogno l’uomo per vivere.
- Tags: Cattiveria, Cecità, Josè Saramago, regione, Romanzo, Uomo, Vista.