Cecità di Josè Saramago, Feltrinelli

Nessun commento Share:

In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia.

Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più.

Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace.

Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione.

Ne deriva un romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.

Dal romanzo si evince subito che Saramago usa  la malattia  per mostrare quei meccanismi interni alla società che sono talvolta latenti, ma che purtroppo  esistono da sempre.

Cecità è tutt’altro che una distopia: non parla di un ipotetico futuro, ma di qualcosa che già ci riguarda tutti.

Per questo  lo scrittore non cita nessun luogo, né  il tempo e nemmeno i nomi dei personaggi.

In ogni pagina, Saragamo ci dice  che quella che sta raccontando, non è una storia specifica: potrebbe succedere ovunque, a chiunque e  in qualsiasi momento.

Lo stile si libera di tutto il superfluo, e insieme ai nomi dei protagonisti scompaiono anche i due punti e le virgolette nei loro dialoghi.

Gli eventi vengono raccontati con  periodi lunghi, che ci trasportano nella situazione caotica in cui sono immersi i personaggi.

Inoltre  Saramago non risparmia niente al lettore, non passa sopra neanche ai particolari più crudi.

L’angoscia, l’alienazione dei personaggi ci portano  anche a  creare parallelismi con il periodo  della Pandemia causata dal Covid.

Se da una parte lo scrittore, sembra dirci che l’umanità è già in un certo senso cieca, dall’altra, lancia un avvertimento che va molto oltre lo sconforto e il cinismo iniziali: finché conserveremo la sensibilità e la voglia di aiutare gli altri non ci ridurremo come gli uomini fatti “metà di indifferenza e metà di cattiveria” che descrive nel romanzo.

Solo così non perderemo la ragione, la vera vista di cui ha bisogno l’uomo per vivere.

 

 

Condividi questo Articolo
Previous Article

24 febbraio 2024 – Giornata nazionale di mobilitazione nelle città italiane per il CESSATE IL FUOCO IN PALESTINA ED IN UCRAINA Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del Pianeta A REGGIO CALABRIA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA ITALIA SABATO 24 FEBBRAIO ORE 16 – 18

Next Article

Sabato 24 alle ore 10 a Palazzo Gagliardi VIBO SANITA’: “DIAMO UNA MANO AGLI SCREENING DEI TUMORI FEMMINILI, DEL COLON RETTO E ALLA VACCINAZIONE CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS Intervengono Rubens Curia, Maria Grazia Arena, Giuseppe Borello, Antonino Morabito Loprete e Antonio Battistini

You may also like