“Da una ristorazione di servizio alla tutela della cultura gastronomica in un mondo sempre più uguale, sempre più omologato, Pinuccio Alia è il testimone di una stagione straordinaria in cui sono cambiati i ruoli.
Per almeno trent’anni, la “Locanda di Alia” a Castrovillari è stata una tappa fondamentale del buon mangiare, un riferimento assoluto per le prime guide gastronomiche italiane […] Il vantaggio di vivere al Sud, in una regione come la Calabria – che è, proprio grazie al suo isolamento degli ultimi secoli, una straordinaria miniera d’oro di biodiversità e di ricchezza di sapori e di gusto – è quello di avere un bagaglio più ampio per coltivare le buone abitudini della tradizione senza però scadere nel passatismo, nel rimpianto e nella nostalgia”. (dall’Introduzione di Luciano Pignataro)
“Il senso di questo libro è, dunque, proprio questo: mettere assieme l’amore per la cucina, per i luoghi, per le pietanze, per le primizie, per i prodotti della terra. Pensiamo ai pomodori di Belmonte o alle patate della Sila o alla cipolla di Tropea o allo spada dello Stretto di cui Pinuccio ci racconta – prima di una memorabile ricetta – la storia antica, anzi, antichissima. E c’è anche la Calabria che rischia di scomparire, che ricordiamo ma che a tratti resiste […] Sarà cucina antica, ma sarebbe un crimine perderla, dice Pinuccio. Ed è questo il senso del libro saporito che andrete a leggere. Anzi, a gustare!”. (dalla Prefazione di Filippo Veltri)
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