“Smart Work” di MammutTeatro vince il premio “Mario Bruno – Non ci resta che ridere”.   Tra produzione e formazione, numerose le attività portate avanti dalla compagnia lametina  

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Riconoscimento per la compagnia calabrese MammutTeatro, che con “Smart Work”, lo spettacolo diretto da Gianluca Vetromilo e interpretato da Francesco Rizzo, ha ricevuto a Paola (CS) il premio “Mario Bruno – Non ci resta che ridere”, la prima edizione di un’iniziativa che vuole celebrare «opere che attraverso il linguaggio artistico e in chiave ironica e satirica hanno saputo raccontare con autenticità una realtà ignorata e dare voce a tante e tanti che non hanno voce, restituendo una fotografia amara e una critica severa al sistema che rende precarie e incerte le nostre stesse vite». 

“Smart Work”, scritto a quattro mani da Gianluca Vetromilo e Armando Canzonieri, accende infatti riflessioni sul tema del lavoro raccontando la giornata tipo di un giovane che si divincola tra le avversità della vita, non trovando il tempo per viverla: al mattino operatore di un call center, la sera driver che consegna le pizze.

In un momento storico in cui un giovane su tre percepisce il proprio lavoro come inutile, gli affitti sono insostenibili e l’autonomia personale un’illusione, lo spettacolo porta in scena le difficoltà di una vita portata avanti di corsa, in bicicletta, dove la parola “imprevisto” risuona come la peggiore delle tragedie. “Smart Work” interroga lo spettatore: può la vita esaurirsi in un incastro di routine senza fine? La risposta è affidata a una rappresentazione che bilancia ironia e amara consapevolezza, portando il pubblico a riflettere sulla possibilità di trasformare il “sopravvivere” in “vivere”, anche se solo per un breve momento.

Uno spettacolo che si pone in linea con l’obiettivo di MammutTeatro di contribuire alla diffusione della cultura teatrale attraverso produzioni che possano non solo affrontare tematiche importanti in grado di generare riflessioni sull’oggi, ma al tempo stesso partire dalle istanze delle nuove generazioni per avvicinarle ai codici e ai linguaggi del teatro contemporaneo.

Tra le numerose attività portate avanti dalla compagnia, infatti, anche la pratica e la pedagogia teatrale attraverso laboratori dedicati ai più giovani, come il progetto “MammutLab”, co-finanziato dall’8×1000 per Iniziative Culturali e Sociali della Chiesa Valdese, ideato con l’obiettivo di offrire nuove occasioni di formazione culturale per gli adolescenti che abitano nella periferia della città di Lamezia Terme. Le lezioni sono state tenute da Achille Iera e Marco Rialti coinvolgendo un totale di 15 partecipanti nella fascia di età 14-17 anni.

Durante le lezioni è stato dato molto spazio all’esplorazione delle espressioni emotive e alla costruzione dei legami attraverso la costruzione di ruoli, personaggi e contesti narrativi. Il laboratorio ha inoltre lavorato sul testo “La grande magia” di Eduardo de Filippo, attraverso un lavoro di riscrittura fatto insieme ai partecipanti, poi portato in scena in un esito conclusivo che si è svolto il 5 luglio scorso chiostro di Palazzo Nicotera nel Centro Storico di Lamezia Terme.

«La cultura è decisiva per la nostra città – ha commentato l’assessore alla Cultura della città di Lamezia Terme Annalisa Spinelli, presente all’esito di MammutLab -. La conoscenza indispensabile per costruire un pensiero critico, è capace di scardinare luoghi comuni e di creare identità sane, necessariamente innestate sulle radici del passato e sulla nostra storia. E in questo il teatro è davvero maestro di vita, perché consente di amplificare le proprie esperienze e di acquisire conoscenze attraverso le suggestioni delle scene, delle interpretazioni, delle emozioni evocate. In questo senso, MammutTeatro riesce a promuovere conoscenza e condivisione, creando una comunità di giovani talentuosi che innescano motori di cultura, lontani da pesanti forme di apprendimento, che sono invece vivaci e contagiose forme di contaminazione collettiva».

 

 

 

 

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