Napoli è stata creata dall’amore.
Si chiamava Parthenope, che nel dolce linguaggio greco significa vergine.
Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.
Amore che si sente nell’aria, nei profumi, nei sapori, nei colori, sulla pelle, nell’anima e nel cuore.
Per questo, in questi giorni di fine estate, ho deciso di leggere questo meraviglioso libro.
Il volume contiene 15 racconti : La città dell’amore, Virgilio, Il mare, La leggenda dell’amore, Il palazzo Donn’Anna, Barchetta-fantasma, Il segreto del mago, Donna Albina, Donna Romita, Donna Regina, lu munaciello, Il diavolo di Mergellina, Megaride, Il Cristo morto, Provvidenza, buona speranza, Leggenda di Capodimonte, Leggenda dell’avvenire.
Racconti che ripercorrono luoghi, personaggi ed episodi napoletani, senza rinunciare all’amabile capacità di credere ancora al meraviglioso e al fantastico.
“ Noi li amiamo i fantasmi, noi viviamo con essi, noi sogniamo per essi e per essi noi moriremo. Noi moriremo per essi, col desiderio di vagolare anche noi sul mare, per le colline, sulle rocce, nelle chiese tetre ed umide, nei cimiteri fioriti, nelle fresche sale dove il Medioevo ha vissuto”.
Lo sguardo curioso e appassionato della grande scrittrice, sconfina nella mitologia, insegue avventure, amori e misteri, per offrire un quadro delle principali “leggende” che alla fine dell’Ottocento racchiudevano ancora intatta tutta la nostalgia dell’antica Parthenope.
Un libro che consiglio fortemente a tutti quelli che amano Napoli e la sua meravigliosa cultura.
Matilde Serao (Patrasso 1856 – Napoli 1927) è una delle firme più prestigiose del giornalismo e della letteratura italiana moderna. Dopo gli studi magistrali ed un periodo trascorso come impiegata nei Telegrafi dello Stato entrò nella redazione del Corriere del mattino. Nel 1882 si trasferì a Roma, dove collaborò con alcuni periodici, tra cui Capitan Fracassa e Nuova Antologia. Nel 1884 sposò Edoardo Scarfoglio, col quale fondò il Corriere di Roma, poi il Corriere di Napoli e quindi Il Mattino, di cui fu condirettrice fino al 1904, quando si separò dal marito e fondò, sempre a Napoli, Il Giorno, che diresse fino alla morte. La sua attività letteraria, iniziata all’insegna del verismo meridionale, seguì poi il psicologismo, lo spiritualismo misticheggiante ed il cosmopolitismo. Tuttavia, proprio il periodo verista, protratto fino al 1905, è ritenuto il più felice della sua letteratura ed è caratterizzato dalla rievocazione di aspetti, ambienti, figure della più misera vita napoletana e dalla rappresentazione, effettuata con un distacco oggettivo, delle passioni, tresche e ambizioni della società borghese o del mondo politico-giornalistico. Fra la sue opere più famose si ricordano: Il ventre di Napoli (1884), La virtù di Checchina (1884), La conquista di Roma (1885), Il paese di Cuccagna (1890).
Ha curato l’introduzione Massimo Andrei : attore, regista e autore di cinema e teatro, è un esperto interprete dei racconti della grande tradizione napoletana.
Ha pubblicato numerose fiabe, tra cui la raccolta “Il cane di fuoco” per Colonnese, e un volume per ragazzi a cura dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
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