Solidarietà al popolo palestinese, sabato manifestazione a Vibo Valentia Solidarietà al popolo palestinese, sabato manifestazione a Vibo Valentia

Solidarietà al popolo palestinese, sabato manifestazione a Vibo Valentia

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Su iniziativa di un comitato spontaneo è stata promossa una manifestazione pro Palestina che si svolgerà sabato mattina, 26 ottobre, a Vibo Valentia. Il corteo partirà da piazza “24 maggio” (monumento ai Caduti), alle ore 10 e percorrerà corso Umberto I e corso Vittorio Emanuele fino a piazza Municipio.

La manifestazione, al pari di quelle che, nella stessa giornata, si svolgeranno nelle principali città del nostro Paese, vuole esprimere la solidarietà al popolo palestinese, “oppresso da tempo immemorabile – affermano gli organizzatori – e sottoposto dopo il 7 ottobre a una punizione collettiva, contraria a ogni norma del diritto internazionale e che si sta trasformando in un vero e proprio genocidio”.

In dieci mesi si contano circa 45mila morti – si legge nel documento promozionale della manifestazione, che ha avuto un notevole numero di adesioni -, di cui due terzi donne e bambini ed oltre 90mila feriti; ma migliaia sono i dispersi, le persone sepolte sotto i palazzi crollati o distrutti dai blindati dell’esercito israeliano, gli orfani, gli ammalati privi di cura e le persone segnate per sempre da questa violenza cieca e totale… Un esercito potente che circonda e invade un minuscolo territorio densamente popolato e che considera terrorista ogni civile; che al suo passaggio distrugge quanto rimane dei bombardamenti, case, scuole, ospedali, strade, campi, industrie, acquedotti, centrali elettriche, siti archeologici e culturali, università, chiese e moschee; che non consente l’ingresso di acqua, medicinali, alimenti, vaccini, attrezzature mediche, tutti beni essenziali per la popolazione; che costringe quasi un milione e mezzo di persone a vivere da sfollati e a spostarsi continuamente da un angolo all’altro di questa minuscola prigione alla ricerca di un posto che non c’è. Ed ora si continua con il Libano. Come appartenenti al genere umano, prim’ancora che come cittadini, sentiamo l’impellenza di far sentire la nostra voce, di gridare la nostra estraneità ed atrocità che vanno ben oltre quelle di una guerra. E sentiamo, vogliamo credere che tanti come noi siano atterriti dal fiume di immagini e notizie che quotidianamente ci arriva e che cerchino una strada per reagire; noi cittadini, se uniti, abbiamo un grande potere, ma soprattutto abbiamo oggi più che mai il dovere di fare la nostra parte, ad onta di quanti preferiscono rimanere schiacciati e muti”.

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