Dilexit nos”: la quarta enciclica di Papa Francesco sull’amore del cuore di Gesù. Libreria Editrice Vaticana

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Papa Francesco nella sua quarta enciclica, “Dilexit nos” sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo, denuncia come la società mondiale “sta perdendo il cuore” a causa di “un individualismo malsano”.

Papa Francesco scrive che: “Tutto si gioca nel cuore”e  partendo da Omero e Platone, citando tra gli altri Heidegger e Dostoevskij,  afferma che, “in ultima analisi, io sono il mio cuore”, il solo “capace di unificare e armonizzare la propria storia personale, che sembra frammentata in mille pezzi, ma dove tutto può avere un senso”.

E ancora: “Nell’era dell’intelligenza artificiale, non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore”

Papa Francesco, attraverso frasi che diventano poesia, ricorda  i gesti quotidiani appresi durante l’infanzia, come l’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne.
“Vedendo come si susseguono nuove guerre, con la complicità, la tolleranza o l’indifferenza di altri Paesi, o con mere lotte di potere intorno a interessi di parte, viene da pensare che la società mondiale stia perdendo il cuore”.

E ancora: “Basta guardare e ascoltare le donne anziane delle varie parti in conflitto che sono prigioniere di questi conflitti devastanti. È straziante vederle piangere i nipoti uccisi, o sentirle augurarsi la morte per aver perso la casa dove hanno sempre vissuto. Scaricare la colpa sugli altri non risolve questo dramma vergognoso. Veder piangere le nonne senza che questo risulti intollerabile è segno di un mondo senza cuore”.

“Prendere sul serio il cuore ha conseguenze sociali”, scrive il Papa citando la posizione del Concilio di fronte ai drammi del mondo e chiedendo “compassione per questa terra ferita, affinché il nostro mondo, che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso anti umano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore umano”.
“La devozione al Cuore di Cristo è essenziale per la nostra vita, tanto che possiamo affermare ancora una volta che il Sacro Cuore è una sintesi del Vangelo”.

Papa Francesco sottolinea che presi  dal  consumo, dal  divertimento,  dai  telefonini e dai  social media, dimentichiamo di nutrire la nostra vita con la forza dell’Eucaristia.

Inoltre   si stanno moltiplicando nella società varie forme di religiosità senza riferimento a un rapporto personale con un Dio d’amore, che sono nuove manifestazioni di una spiritualità senza carne. Di qui l’invito del Papa  a rinnovare la devozione al Sacro Cuore di Gesù, che “ci libera da un altro dualismo: quello di comunità e pastori concentrati solo su attività esterne, riforme strutturali prive di Vangelo, organizzazioni ossessive, progetti mondani, riflessioni secolarizzate, su varie proposte presentate come requisiti che a volte si pretende di imporre a tutti”.

L’atteggiamento da imitare è quello di Santa Teresa di Gesù Bambino, la cui preghiera al Cuore di Cristo si può riassumere in tre parole: “Confido in te”.

La devozione al Sacro Cuore è legata, inoltre, all’impegno personale e comunitario.

Ma vediamo  passo dopo passo questo meravigliosa perla preziosa di Papa Francesco.

L’enciclica  si apre  con  una breve introduzione, ed è  articolata in cinque capitoli
Il primo capitolo, “L’importanza del cuore”, spiega perché occorre “ritornare al cuore” in un mondo nel quale siamo tentati di “diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato” . È il cuore “che unisce i frammenti” e rende possibile “qualsiasi legame autentico, perché una relazione che non è costruita con il cuore è incapace di superare la frammentazione dell’individualismo” .

Nell’era dell’intelligenza artificiale, non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore.

E il mondo può cambiare “a partire dal cuore”.
Il secondo capitolo si sofferma sui gesti e sulle parole d’amore di Cristo,

Il cuore di Cristo è il nucleo vivo del primo annuncio e la nostra fede può riconoscere Cristo nel Vangelo.

Il terzo capitolo: “Questo è il cuore che ha tanto amato”, spiega come la Chiesa rifletta e abbia riflettuto “sul santo mistero del Cuore del Signore”.

Papa Francesco  sottolinea che “la devozione al Cuore di Cristo è essenziale per la nostra vita cristiana in quanto significa l’apertura piena di fede e di adorazione al mistero dell’amore divino e umano del Signore, tanto che possiamo affermare ancora una volta che il Sacro Cuore è una sintesi del Vangelo” . Di qui l’invito a rinnovare la devozione al Cuore di Cristo anche per contrastare “nuove manifestazioni di una ‘spiritualità senza carne’ che si moltiplicano nella società”  È necessario tornare alla “sintesi incarnata del Vangelo”  davanti a “comunità e pastori concentrati solo su attività esterne, riforme strutturali prive di Vangelo, organizzazioni ossessive, progetti mondani, riflessioni secolarizzate, su varie proposte presentate come requisiti che a volte si pretende di imporre a tutti” .
Nel quarto capitolo: “L’amore che dà da bere”, rilegge le Sacre Scritture, e con i primi cristiani, riconosce Cristo e il suo costato aperto in “colui che hanno trafitto” che Dio riferisce a se stesso nella profezia del libro di Zaccaria. Diversi Padri della Chiesa hanno menzionato “la ferita del costato di Gesù come origine dell’acqua dello Spirito”, in primis Sant’Agostino, che “ha aperto la strada alla devozione al Sacro Cuore come luogo di incontro personale con il Signore” .

Tra i devoti, il Papa ricorda San Francesco di Sales, Santa Margherita Maria Alacoque, Santa Teresa di Lisieux, Santa Faustina Kowalska, San Giovanni Paolo II.
Nel Quinto capitolo: “Amore per amore” approfondisce la dimensione comunitaria, sociale e missionaria della devozione al Cuore di Cristo, che, nel momento in cui “ci conduce al Padre, ci invia ai fratelli” . L’amore per i fratelli è infatti il “gesto più grande che possiamo offrirgli per ricambiare amore per amore” , come ha testimoniato, ad esempio, San Charles de Foucauld.
L’enciclica si conclude con una preghiera di Francesco: “Prego il Signore Gesù che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno. Questo fino a quando celebreremo felicemente uniti il banchetto del Regno celeste. Lì ci sarà Cristo risorto, che armonizzerà tutte le nostre differenze con la luce che sgorga incessantemente dal suo Cuore aperto. Che sia sempre benedetto!”

Leggere l’enciclica è stato come immergersi in un mare dalle acque dolci e limpide: il mare dell’amore di Gesù Cristo , scritta da uno straordinario Papa che a partire dal suo “Buonasera” ha fatto innamorare il mondo.

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