Per non perdere la memoria della grande opera sociale e cristiana realizzata a San Pietro in Guarano (CS) da don Carlo De Cardona, in occasione dei 120 anni della fondazione della Lega del lavoro e della Cassa rurale, nei giorni scorsi (mercoledì 11 dicembre 2024) è stata organizzata una giornata in cui è stato presentato l’ottavo numero di “Studi e ricerche su don Carlo De Cardona e il Movimento cattolico in Calabria”, strumento di lavoro voluto dal “Centro Studi Calabrese Cattolici Socialità Politica”, emanazione dell’Universitas Vivariensis; con il sostegno della BCC “MedioCrati” e della Diocesi di Cassano all’Jonio, dal titolo “Don Carlo De Cardona e i contadini di San Pietro in Guarano” con i testi di: Nicola Paldino (Protagonisti del proprio futuro); don Giuseppe Intrieri (De Cardona apostolo della redenzione dei lavoratori), Luigi Intrieri (La lega del lavoro a San Pietro in Guarano) e la testimonianza di Vincenzo Settino (Mio nonno Vincenzo tra i contadini di De Cardona).
Nel corso della mattinata il quaderno è stato omaggiato, da parte dell’Amministrazione comunale di San Pietro in Guarano, a tutti gli studenti della Scuola media, che stanno già lavorando sulla figura del prete moranese, che agli inizi del secolo propagandò le idee sociali della Rerum novarum. Dopo i saluti della dirigente scolastica Emilia Imbrogno, il rettore dell’Universitas Vivariensis, Demetrio Guzzardi, ha intrattenuto con gli alunni, un vivace confronto e tutti si sono mostrati interessati a conoscere una figura e una storia che ha cambiato, nei primi anni del Novecento, la vita di molte persone a San Pietro in Guarano.
Nel pomeriggio nella sala consiliare si è svolto un interessante incontro, coordinato da Vincenzo Settino (già sindaco di San Pietro in Guarano e nipote di uno dei più stretti collaboratori di De Cardona a San Pietro in Guarano) con quattro sindaci che nei loro Comuni hanno ricevuto dall’opera di De Cardona un forte impulso sociale. Ha iniziato il primo cittadino di San Pietro in Guarano, Francesco Acri, che si è soffermato anche sul rapporto tra i cattolici sociali di De Cardona e le altre forze di sinistra, a rappresentare Roberto Barbieri, sindaco di Rose è intervenuta la vicesindaco Mariarosaria Serravalle, che ha ricordato sia il grande apporto delle organizzazioni decardoniane per il bene dei contadini e artigiani del suo paese, ma anche che la centralina sul fiume Arente, che diede la luce al primo mulino elettrico, è nel territorio comunale di Rose. Anche il sindaco di Castiglione Cosentino, Salvatore Magarò, ha confermato l’importanza di De Cardona, che nei primi anni del Novecento, fu più volte eletto consigliere provinciale proprio nel mandamento che comprende Castiglione Cosentino; nei mesi scorsi è stato inaugurato uno “slargo” dedicato a De Cardona. In ultimo il sindaco di Morano Calabro, Mario Donadio, paese natale di don Carlo, che ha chiesto agli altri sindaci di “fare” un’alleanza sul nome di De Cardona, non solo per ricordare un glorioso passato, ma anche per riproporre alcune modalità del suo impegno sociale.
Vincenzo Settino a nome del “Centro Studi Calabrese Cattolici Socialità Politica” ha proposto che i 4 comuni, con altri interessati, celebrino ogni anno il “De Cardona Day” in una data significativa, il 17 novembre, giorno che proprio a San Pietro in Guarano nel 1907 fu inaugurato il primo mulino elettrico, che rappresentò non solo per il centro presilano il futuro, ma fu il primo impianto industriale, voluto e costruito con i soldi dei lavoratori, che avevano depositato i loro risparmi nella locale Cassa Rurale.
Vincenzo Settino ha concluso dicendo: «I contadini di San Pietro in Guarano hanno vinto la loro battaglia, perché seguendo gli ideali decardoniani hanno sconfitto il feudalesimo impersonato nel barone Collice, che dopo le vittorie della Lega, dovette abbandonare San Pietro in Guarano. L’alleanza in nome di De Cardona – si è auspicato Settino – potrà essere estesa a quei comuni che hanno ricevuto benefici dall’azione delle Casse rurali e della Lega; penso a Cosenza, Luzzi, Rovito, Bisignano e Celico. Mi auguro che alla prima edizione del De Cardona Day, saremo in tanti».
Questo il testo pubblicato il 23 novembre 1907 sul giornale decardoniano “Il Lavoro”:
«Il parroco, don Francesco Pizzuti, impartisce la benedizione; a un cenno comunicato attraverso il telefono, la corrente elettrica, invisibile come un soffio di vita nel mistero dei fili, pervade, anima i poderosi ingranaggi, erompe fragorosa, gloriosa in movimento di cinghie, di ruote di cilindri; e dal vibrante macchinario pare trapassi nei cuori degli astanti, nell’animo di quella folla, davvero elettrizzata dall’entusiasmo, innanzi al fatto di una conquista, di un trionfo verace del lavoro, della tenacia, dell’ingegno, della forza organizzata. E non c’era bisogno di musica, quantunque essa suonasse egregiamente sotto la direzione del maestro Spina […].
Ricordino i contadini che il cristianesimo non solo salva l’anima dell’uomo, ma fa riacquistare all’uomo il dominio sulle cose, sulle forze della natura, sugli animali, su tutto. Nel cristianesimo, sinceramente professato, nello spirito di concordia fraterna, di pazienza, di amore, di coraggio, che deriva dal Vangelo di Cristo, si compiono le opere più grandi, si trasportano le montagne. […]
Ricordate che la vostra è opera di democrazia e di cristianesimo: essa è del popolo, anzi dei contadini e degli artieri organizzati; è nata per essere lievito di rinnovamento nel senso e nello spirito del cristianesimo. E perciò vigilate contro coloro che vorrebbero impadronirsene, o solo anche profanarla con la loro vanità e facendovi regnare lo spirito del lucro».