La drammatica situazione sanitaria che si vive nella “Città della Piana” è al massimo livello di saturazione e rischia di provocare pericolose proteste popolari. Infatti, la stessa comunità da troppo tempo viene privata del diritto costituzionale alla cura della salute a causa di tagli strutturali, mala gestione, carenze di personale medico, paramedico e cronica mancanza di visione programmatica, tutti indispensabili alla gestione di un comparto così importante e strategico.
Appare, ormai chiara, l’esistenza di un oscuro trentennale disegno di voler annullare la sanità pubblica per consegnarla a organizzazioni di basso profilo, a speculatori economico-finanziari che, dall’esterno della regione e con estese complicità regionali, allungano su di essa i loro tentacoli.
Con il macabro risultato che cittadini calabresi hanno un’aspettativa di vita inferiore di 3 anni rispetto ai cittadini del Nord Italia!
La comunità della “Città della Piana” non si rassegna a pagare pesantemente ritardi e inadeguatezza di una politica prona ad interessi privati contrastanti con quelli pubblici e sorda alle legittime richieste di una popolazione che, stremata, è testimone di sprechi e ramificati sistemi clientelari. Pertanto preannuncia l’avvio di forme di vibranti proteste con il coinvolgendo di organizzazioni sociali, culturali e produttive.
La mancata realizzazione del nuovo ospedale della “Città della Piana” conferma notevoli difficoltà logistiche e realizzative per evidenti, grossolani e campanilistici errori commessi in passato ai danni dei cittadini e lascia intravedere una subdola, cinica e dilatoria volontà politica di procrastinare in tempi biblici un progetto vitale per il territorio, che con ogni probabilità non sarà mai realizzato.
Pertanto, intendiamo anche sottoscrivere che l’ubicazione di simile struttura nel territorio di Palmi, risulta essere non congrua, poiché non baricentrica per tutti i Comuni interessati, mostrando notevoli differenze chilometriche che la renderebbero difficilmente fruibile da tutti i paesi della Piana, specie di quelli delle aree interne.
L’emigrazione sanitaria, fenomeno sempre più frequente e massiccio, crea notevoli sofferenze alle famiglie e agli stessi ammalati, mentre sottrae ingenti risorse regionali che si aggirano attorno alla stratosferica cifra di 300 milioni di euro annui.
E’ sin troppo evidente che l’unico ospedale di Polistena, ancora funzionante, non può reggere alle pressanti e legittime richieste di patologie urgenti e gravi per un bacino d’utenza superiore di gran lunga ai 170.000 abitanti del territorio.
La popolazione, stremata, vive questi disagi con crescente nervosismo, constatando che la rappresentanza politica dimostra di avere scarsa o nulla attenzione per il territorio e insufficiente capacità di individuare e risolvere problemi che riguardano un settore strategico e vitale come quello della sanità mentre, al contrario, mantiene alta l’attenzione su strategie di facciata e d’immagine.
Purtroppo, venendo storicamente a mancare capacità di visione politica per individuare soluzioni efficaci almeno a breve termine, ci sentiamo autorizzati come Associazione, nell’esclusivo interesse dei cittadini, a riformulare le nostre proposte mirate a garantire, come condizione minima indispensabile, i livelli essenziali di assistenza, nel tentativo di arginare questa deriva affaristica, disumana e pericolosa.
E’ fin troppo evidente che scarso è finora risultato l’impegno delle regioni per garantire la programmazione a lungo termine del personale medico. Ed i fatti ci dimostrano che la politica universitaria nel settore della sanità ha rappresentato un chiaro fallimento per la discriminazione sul piano sociale ed il ripiego degli studenti che non superano i test su altre facoltà scientifiche, fenomeno che genera professionisti in soprannumero e che finiscono per essere disoccupati, mal pagati e, quindi, demotivati (Vedi Biologi e Farmacisti).
E tutto ciò mentre le lobbys, come al solito, perpetuano i loro immorali interessi sulla pelle dei cittadini. Il reclutamento dei medici Cubani, professionisti validi e disponibili, denota in ogni caso un totale fallimento del sistema e non una nota di merito come si vuole far credere. L’emigrazione dei nostri professionisti dipende essenzialmente dall’organizzazione dei comparti lavorativi, dalla capacità che le strutture sanitarie offrono in termini di modernità dei reparti e di attrezzature, ma anche dal basso livello della qualità della vita che si registra nel nostro territorio.
Tutto ciò condiziona il sistema sanitario che, alla fine, lo rende poco attrattivo nei confronti dell’utenza e dei professionisti di settore.
Partendo da un dato inconfutabile, estratto da recenti studi ISTAT, si rileva che per la popolazione di 170 mila abitanti della Città della Piana sono necessari 620 posti letto distribuiti nei vari comparti ed invece, al contrario, si dispone solo di 150 posti letto, ben lontani dagli standards validi su scala nazionale.
La carenza nel territorio di oltre 450 posti letto porta inevitabilmente ad una saturazione di tutti i reparti dell’unico ospedale di Polistena ed in particolare del Pronto Soccorso che, essendo già al limite del collasso, non reggono più alla pressante domanda dell’utenza.
Sostenere che siamo, ormai, da troppo tempo in piena emergenza significa riaffermare il solito eufemismo, ed è perciò necessario venirne fuori formulando proposte concrete e risolutive da valutare e attuare in tempi brevissimi.
Alla luce di quanto sopra espresso, per la sanità della Città della Piana si impone un cambio di paradigma nell’affrontare seriamente ed in modo efficace i problemi, confrontando le opinioni, le proposte e non sottovalutando critiche e richieste provenienti da ogni parte.
Pertanto l’Associazione Città della Piana, dopo avere valutato con attenzione la situazione attuale sottopone ai poteri decisionali le seguenti proposte:
- Ricognizione delle risorse umane del comparto sanità per conoscere in dettaglio chi e chi fa cosa, verificando se il ruolo ricoperto risponde alla reale funzione professionale, assumendo subito le conseguenziali determinazioni;
2) Concordare con le Università e gli Ordini Professionali l’impiego di specializzandi nei reparti con carenze strutturali di personale, allo scopo di formare, da un lato, specialisti con adeguate competenze sul malato e nello stesso tempo di sopperire alla cronica criticità di personale medico nelle varie strutture;
3) Riqualificare la medicina territoriale, unico parametro di valutazione sanitaria del territorio, significa sburocratizzare il carico di lavoro dei medici di medicina generale e pediatri di famiglia, favorendo una migliore e più adeguata attenzione al paziente e incrementando l’impiego della telemedicina così da contenere accessi indiscriminati alle strutture ospedaliere anche per patologie banali.
Incrementare e qualificare i poliambulatori specialistici che devono garantire, per qualità e numero di prestazioni, soluzioni adeguate al paziente che necessita di qualsivoglia prestazione o intervento da eseguirsi in ambiente extra ospedaliero.
La medicina del territorio deve comprendere anche la formazione adeguata e continua di tutti i professionisti, da garantire in ogni caso. Le guardie mediche devono avere locali idonei, e non tuguri, ed essere fornite di attrezzature per svolgere al meglio le proprie funzioni per garantire le prestazioni indispensabili al paziente che necessita di primo soccorso;
4) Rendere immediatamente disponibili i 35 milioni di euro di fondi INAIL del DPCM 24-12-2018 per ristrutturare e mettere a norma i reparti dell’ospedale di Polistena che hanno necessità di interventi urgenti. Rendere operativi i due posti di emodialisi per casi urgenti istituiti presso lo stesso nosocomio con personale medico e paramedico specializzato;
5) La Città della Piana, per la sua conformazione orografica e per numero di abitanti necessita di un reparto di emodinamica e strock unit, indispensabili per le procedure d’urgenza nei pazienti con accidenti cardio e cerebrovascolari. Si rammenta che tempestivi interventi in questi pazienti possono determinarne la sopravvivenza o determinare una qualità di vita accettabile e soddisfacente, tale da restituire alla società civile soggetti in piena efficienza e quindi abili ai lavori produttivi;
6) Apertura immediata dell’ospedale di Gioia Tauro come ospedale Spock, che comprenda tutti i reparti che si rendono necessari come anestesia e rianimazione, medicina, chirurgia, cardiologia, radiologia con RMN e TAC, analisi cliniche e pronto soccorso con adeguate attrezzature e astanteria. L’apertura di questo ospedale è assolutamente indispensabile poiché l’area di Gioia Tauro, oltre a costituire il territorio con maggiore densità abitativa e commerciale, racchiude un bacino portuale tra i più grandi ed importanti d’Europa per l’alta intensità di traffico di navi di notevole stazza provenienti da tutto il mondo per le attività di carico e scarico merci. Si stima che le risorse umane impiegate nel settore siano oltre 3.000 unità;
7) Avvio e completamento urgente dei lavori di ammodernamento degli Ospedali di Comunità di Cittanova e Oppido Mamertina, delle 5 Case della Salute e del Centro Territoriale di Coordinamento di Taurianova;
8) La migrazione sanitaria è costituita per il 50% da popolazione affetta da malattia oncologica che non trova validi e risolutivi riscontri sul territorio, sia per quanto concerne la diagnosi che per avanzate terapie per la cura. Tutto si complica quando queste patologie riguardano l’età pediatrica. Infatti, in questi casi, tutta la famiglia è coinvolta negli steps di diagnosi, terapia e cura. E’ ormai universalmente acclarato che se i malati oncologici, sia adulti che pediatrici, vengono curati nel loro ambiente, traggono notevoli benefici in quanto le terapie sembrano essere più efficaci. Pertanto, si propone di qualificare un Polo Oncologico nella Città della Piana, utilizzando una delle tante strutture disponibili sul territorio (Taurianova, Rosarno, Palmi, Cittanova) e stipulando convenzioni specialistiche con le migliori strutture italiane per arginare, almeno per questa patologia, l’emigrazione sanitaria verso altre regioni;
9) Riqualificazione di un polo per la prevenzione e cura delle malattie degenerative del SNC (Alzheimer e Parkinson) che rappresentano una piaga sociale e per le quali è indispensabile maggiore attenzione in merito a strutture dedicate e a personale medico e paramedico specializzato;
10) Riapertura in convenzione del servizio di oculistica per interventi di cataratta. Abbiamo constatato che nell’ultimo anno sono state ridotte le prestazioni in convenzione, causando non pochi disagi agli utenti. Liste d’attesa interminabili nei pochissimi centri ospedalieri dove il servizio è attivo e il costo nelle strutture private non convenzionate risulta essere per molti insostenibile;
11) Avviare il progetto Hospice a Cittanova e Oppido Mamertina, anche per frenare l’esodo di popolazione dalle aree interne, ove esistono due ospedali in ottimo stato e con reparti interamente rinnovati, dotati di singole stanzette con bagno che hanno già ospitato per anni funzionali reparti di assistenza ad anziani e a disabili psichici. Per il servizio Hospice era già stata stanziata una somma di 520.000 euro per Melicucco. Non si capisce quali siano state le motivazioni della soppressione di una struttura così importante per il territorio e lo spreco che è stato fatto della somma stanziata per la ristrutturazione dell’immobile, ora abbandonato al degrado;
12) Togliere l’opzione ”A pagamento” per prestazioni e indagini diagnostiche. Molti sono i soggetti che rifiutano di fare indagini o di sottoporsi a cure per i costi sostenuti e per le lunghe liste d’attesa. A tal proposito informeremo e sosterremo i cittadini che, qualora non venissero rispettati i tempi di esecuzione di qualsivoglia indagine o prestazione indicata sul ricettario medico, la legge consente di pretendere il rimborso dall’ASP della somma spesa per avere effettuato privatamente e a pagamento tali accertamenti;
13) Porre fine con immediatezza, visti i pessimi risultati, agli umilianti commissariamenti governativi della sanità calabrese (e non solo della sanità!), per evitare di essere messi continuamente alla berlina e considerati da tutt’Italia incapaci di poter gestire autonomamente tale delicato settore;
14) Che venga azzerato il debito pubblico sanitario calabrese, frutto velenoso provocato non dai cittadini che da anni ne stanno pagando il costo con le più pesanti addizionali sui loro redditi, ma dagli errori di mala gestione, e che venga posto a carico dello Stato l’intero importo che la Regione si vede costretta a rimborsare annualmente a strutture esterne alla Regione per la migrazione sanitaria a causa dell’assenza di una adeguata sanità pubblica.
Per la realizzazione di tali proposte rivendichiamo inoltre il diritto che venga istituita ufficialmente l’assemblea di tutti i Sindaci, quale organo di indirizzo e controllo, e di affidare a titolo consultivo ed obbligatorio, dal punto di vista tecnico-sanitario, la cogestione con i Sindaci della sanità territoriale ad un’assemblea parallela costituita dai primari ospedalieri, dai dirigenti della sanità pubblica, da una rappresentanza degli infermieri e dei medici di famiglia, partecipata inoltre dalle associazioni territoriali dei cittadini.
La nostra visione di Città della Piana, da un punto di vista della sanità e non solo, ci porta a considerare nell’ambito della provincia di Reggio Calabria per questioni geografiche, economiche e sociali tre ideali macroaree : Reggio Calabria e paesi limitrofi, Città della Piana e Versante Jonico. E’ evidente che guardando ad una sorta di autonomia, in questo caso sanitaria e per ogni area, vorrebbe dire ottimizzare al massimo i servizi per la maggior parte delle patologie, mentre per le esigenze ultra specialistiche possono sopperire, in attesa della realizzazione del Nuovo Ospedale, le strutture regionali adeguatamente attrezzate a far fronte a patologie più complicate e impegnative, evitando così affollamenti in strutture che non possono dare alcuna risposta per contenere il più possibile la migrazione sanitaria verso altre regioni.
Queste nostre proposte consentirebbero, ove ci fosse la volontà politica e propensione ad attuarle, di disporre di un sistema sanitario in grado di offrire alla popolazione della Città della Piana, livelli decenti di assistenza nella piena garanzia di cure mediche per tutti i livelli sociali.
Si rammenta che sono sempre maggiori i numeri di pazienti che rinunciano alle cure per scarsa possibilità economica. Le risorse economiche pubbliche oggi sono finalmente disponibili, e ci aspettiamo che vengano impiegate al più presto, con seria programmazione, efficacia ed efficienza, e tenendo bene in conto prioritariamente i bisogni primari dei cittadini.
Perdurando lo stato di precarietà, ci vedremmo costretti come associazione, nostro malgrado, a proporre il ricorso alla Corte dei Diritti dell’uomo per vederli finalmente riconosciuti.
Cittanova 21.12. 2024
Per l’Equipe di lavoro dell’Associazione PROGETTO CITTA’ DELLA PIANA
Il Responsabile
Dr. Mario Lucia
Il Presidente dell’Associazione Armando Foci
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