Palingenesi Tradizionale lancia la proposta di una Costituente del GOI Uniti, possiamo riscrivere la nostra storia “When we lose the right to be different, we lose the privilege to be free” (Charles Evans Hughes)

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Roma, 12 febbraio 2025

Carissimi Fratelli,

ci troviamo oggi a fronteggiare una situazione di estrema conflittualità che minaccia la nostra unità, il nostro comune sentire e la storia stessa del Grande Oriente d’Italia. Il nostro appello del 3 novembre scorso alle parti in causa a “fare un passo indietro”, a sedersi ad un tavolo di confronto moderato da un personaggio super partes, è rimasto inascoltato ed è caduto nel vuoto… e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Espulsioni, contenziosi elettorali, cause civili, esposti in sede penale, canali anonimi Telegram – frequentati anche da profani e da giornalisti – dove le peggiori accuse ad alcuni Fratelli vengono scritte da altri Fratelli, “inchieste scandalistiche” internazionali, coinvolgimento di Obbedienze massoniche straniere ad opera di alcuni media, richieste di commissariamento e di audizioni dinanzi alla Commissione Antimafia, messaggi sui social e nelle chat con toni ed epiteti che rasentano, quando non oltrepassano, le norme del Codice Penale. Tutto ciò sta causando una frattura sempre più profonda all’interno della nostra Comunione, rendendo sempre più difficile il ritorno alla serenità e alla concordia.

La vittima innocente di questa situazione è l’immagine pubblica del Grande Oriente d’Italia, quella stessa immagine che abbiamo difeso con forza negli anni da attacchi esterni ben noti e che oggi riceve il suo vulnus più grave da attacchi interni. Una reputazione costruita con impegno e dedizione, fondata su valori di rettitudine, rispetto e crescita spirituale, è ora offuscata da divisioni intestine e lotte di potere che nulla hanno a che vedere con i principi che ci hanno sempre guidato.

Per non parlare della necessità di evitare la perdita di credibilità a livello internazionale nei confronti di quelle Obbedienze massoniche straniere che negli ultimi anni, nel corso delle varie Conferenze europee, mondiali ed in sede di Confederación Masónica Interamericana, avevano sempre guardato al Grande Oriente quale esempio virtuoso di come si potesse coniugare la crescita numerica con la qualità del lavoro esoterico svolto. Oggi potrebbero pensare di prendere le distanze da una comunione rissosa, così come si farebbe con un vicino di casa troppo litigioso e rumoroso, con il rischio, per certi versi sempre più concreto, di essere condannati a sparire progressivamente dalla scena internazionale nonostante la restituzione, nel marzo del 2023, del prestigioso riconoscimento della United Grand Lodge of England.

La decisione di convocare una Gran Loggia per annullare le elezioni “in quanto i vizi e le irregolarità emerse nel procedimento […] rendono opportuno ripetere il procedimento elettorale a garanzia della corretta espressione del voto e della massima partecipazione”, con la conseguente “immediata indizione di nuove elezioni […] al fine di restituire alla Comunione serenità e certezza”, non è che la certificazione di questo stato di cose. Eppure, anche questa stessa decisione potrebbe non essere esente da un successivo scrutinio giudiziale, trascinando ulteriormente il nostro Ordine in un vortice di incertezze e divisioni.

Ma siamo davvero sicuri che indire nuove elezioni in un clima invivibile ed irrespirabile sia la soluzione? Siamo sicuri di volere che il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia venga eletto in un’aula di giustizia? Siamo certi che il successo elettorale, comunque ottenuto e ad ogni costo, possa davvero rasserenare gli animi e convincere gli sconfitti a non sentirsi vittime di un grave e reiterato abuso, legittimandoli a porre in essere ulteriori forme di opposizione, di reazione e di protesta anche più pesanti di quelle finora attuate? Né, d’altra parte, la soluzione può essere quella giudiziaria: per ogni ordinanza favorevole c’è sempre un reclamo, dopo ogni sentenza c’è sempre un appello. Se continuiamo su questa strada, rischiamo di creare un circolo vizioso di contestazioni e ricorsi, che allontanerà sempre più il nostro Ordine dalla sua vera essenza.

È doloroso vedere come le divergenze, più apparenti che reali, abbiano messo in crisi la nostra coesione e il nostro spirito di collaborazione. Tuttavia, crediamo fermamente che vi sia ancora spazio per una soluzione che possa aiutarci a superare queste difficoltà e ristabilire l’armonia che ci ha sempre contraddistinto. Questa soluzione non può che passare attraverso il dialogo, il confronto leale e il riconoscimento reciproco delle ragioni di ciascuno, in un contesto di rispetto e volontà di ricostruzione.

Pertanto, proponiamo l’istituzione di una “Assemblea Costituente”, ispirata all’esempio della “Commissione dei 75” – più volte menzionata in tante allocuzioni – che, in un’Italia divisa e lacerata dopo la seconda guerra mondiale, riuscì a scrivere una delle Costituzioni più belle del mondo. Un momento di confronto aperto e costruttivo in cui ciascuno possa esprimere idee, preoccupazioni e proposte, lavorando insieme per stabilire una nuova base di intesa che ci permetta di proseguire uniti. Questo processo non dovrà essere una mera formalità, bensì un’opportunità per ripensare il nostro assetto, le nostre regole e il nostro modo di operare, con l’obiettivo di creare un Ordine più solido, più equo, più giusto e più unito.

L’Assemblea Costituente potrebbe avere i seguenti obiettivi:

  • Ascoltare le voci di tutte le parti in causa e favorire un dialogo sincero e rispettoso, che metta al centro gli interessi dell’Ordine e non gli interessi di parte.
  • Identificare le cause reali delle divergenze e proporre soluzioni condivise, basate su principi di equità, trasparenza e giustizia.
  • Ridefinire gli obiettivi e le strategie del Grande Oriente d’Italia per garantire coesione e rinnovata determinazione, ponendo le basi per un futuro più stabile e armonioso.
  • Ristabilire un clima di fiducia e collaborazione reciproca, rafforzando i legami tra tutti i Fratelli e restituendo al nostro Ordine la dignità e il prestigio che merita.

La proposta è concretamente realizzabile, anche da un punto di vista regolamentare, con l’elezione di una Giunta composta da tre membri indicati da ciascuna delle parti in causa e da un Gran Maestro “di transizione”, che resti in carica per il tempo strettamente necessario a sottoporre ad una prossima Gran Loggia straordinaria alcune proposte di riforma costituzionale già avanzate dalla lista “Palingenesi Tradizionale” e ritenute essenziali per risolvere l’attuale crisi:

  1. Abrogazione delle cd. “liste bloccate” per non creare una eccessiva concentrazione di potere nelle mani di un singolo gruppo, aumentare lo spessore esoterico, intellettuale e culturale dei singoli candidati, favorire il dialogo con tutte le componenti del Grande Oriente d’Italia nonché un controllo a monte sugli aspetti gestionali;
  2. Abrogazione del doppio mandato del Gran Maestro e riduzione della durata del mandato a tre anni, in analogia con quanto previsto per i MM.VV.;
  3. Abrogazione dell’appannaggio del Gran Maestro perché “i metalli devono rimanere fuori dal Tempio”.

Solamente a seguito dell’approvazione di queste riforme, in uno con la moratoria di tutti procedimenti massonici in corso e di quelli definiti negli ultimi mesi, si può seriamente pensare di andare a nuove elezioni in un clima di ritrovata “serenità e certezza”, altrimenti anche il nuovo percorso elettorale – a maggior ragione se preceduto da eventuali gravissime decisioni che recidono vincoli antichi e che vanno contro la stessa storia del Grande Oriente d’Italia – sarà vissuto da una consistente parte di Fratelli come l’ennesimo tentativo di alterare una sana competizione elettorale al fine di mantenere lo status quo.

Invitiamo, pertanto, tutti a partecipare con spirito costruttivo e aperto, pronti a metterci in gioco per il bene comune. Solo attraverso il dialogo e la comprensione reciproca potremo superare questa crisi e costruire un futuro più forte e coeso.

La forza della nostra fratellanza è sempre derivata dalla capacità di lavorare insieme, rispettarci e sostenerci a vicenda, come ci hanno insegnato i Cinque Punti della Maestria. Soltanto insieme possiamo superare questa fase critica, rinnovando il nostro impegno per i nostri ideali e per il nostro futuro, il futuro del Grande Oriente d’Italia.

Uniti, possiamo riscrivere la storia di questi ultimi mesi.

 

Con il T:. F:. A:.

 

Pasquale La Pesa

Augusto Vasselli

Giovanni Anania

Giovanni Greco

Matteo Cassa

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