Intelligence, Luigi Fiorentino al master dell’Università della Calabria: “L’intelligence migliora la qualità della pubblica amministrazione” Intelligence, Luigi Fiorentino al master dell’Università della Calabria: “L’intelligence migliora la qualità della pubblica amministrazione”

Intelligence, Luigi Fiorentino al master dell’Università della Calabria: “L’intelligence migliora la qualità della pubblica amministrazione”

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L’Intelligence nella pubblica amministrazione italiana: l’esperienza di un Dirigente della pubblica amministrazione” è il titolo della lezione di Luigi Fiorentino, capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza Consiglio dei Ministri, tenuta al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Fiorentino ha aperto la lezione evidenziando come il ruolo dell’Intelligence sia profondamente cambiato negli ultimi anni, a causa di una serie di trasformazioni geopolitiche, politiche e istituzionali che ne hanno anche modificata la percezione collettiva. L’intelligence, secondo Fiorentino deve operare sempre più come sistema predittivo e integrato con le pubbliche amministrazioni, capace di supportare i decisori politici nell’anticipare i grandi cambiamenti e nel comprendere i punti di vulnerabilità del sistema amministrativo pubblico. Il docente ha descritto, quindi, il variegato panorama della pubblica amministrazione italiana, composto da amministrazioni centrali e locali, autorità indipendenti, società a partecipazione pubblica e altre istituzioni. Questa complessità rende fondamentale una gestione sempre più integrata e strategica delle pubbliche amministrazioni, in grado di rispondere non solo alle esigenze operative quotidiane, ma anche alle grandi sfide di lungo termine. Un aspetto centrale della lezione è stato il concetto di “interesse nazionale”, che per Fiorentino deve guidare l’azione pubblica in ogni settore, così come il concetto di “solidità istituzionale” che influisce direttamente sulla fiducia dei cittadini nello Stato. Questi sono aspetti che oltre ad altri, ad esempio le pubbliche amministrazioni quali produttori di dati, rendono il rapporto tra pubbliche amministrazioni ed intelligence importante e centrale. La solidità delle amministrazioni non è solo una questione tecnica, ma un elemento che influisce direttamente sulla fiducia dei cittadini nello Stato, sulla percezione che essi hanno del sistema pubblico. Un sistema amministrativo inefficiente, infatti, mina il rapporto tra cittadini e istituzioni, generando sfiducia, disinteresse e soprattutto minando l’affidabilità del sistema pubblico. Uno dei temi più rilevanti per il docente è il delicato equilibrio nei rapporti tra pubblica amministrazione e portatori di interessi privati, in particolare nella gestione di processi di esternalizzazioni di attività e funzioni pubbliche e della contrattualistica.

“Spesso i fornitori privati – dichiara -, dotati di competenze e risorse tecniche di qualità, si trovano in una posizione di forza rispetto alla pubblica amministrazione, che rischia di perdere il controllo sui dati e sui processi strategici”. Di conseguenza, questa disparità può essere colmata solo attraverso una formazione adeguata e un rafforzamento delle competenze interne alla pubblica amministrazione. Funzionari e dirigenti devono essere in grado di interloquire con i privati in modo efficace, assicurando che l’amministrazione rimanga la parte forte nei rapporti contrattuali, soprattutto in settori critici come i servizi di digitalizzazione e di A.I. “L’esternalizzazione dei servizi – ha spiegato – non è di per sé un problema, ma diventa rischiosa quando manca una visione strategica e quando funzioni proprie dell’amministrazione vengono trasferite ai privati, senza che l’amministrazione abbia al suo interno competenze tecniche in grado di gestire il rapporto con i privati in modo adeguato”. Per evitare squilibri, è, quindi, necessario garantire che le amministrazioni abbiano sempre accesso ai dati e alle informazioni essenziali per poter esercitare il pieno controllo sui contratti, anche al termine della loro validità. Questo implica una particolare attenzione soprattutto alle clausole contrattuali.

Luigi Fiorentino

Il docente ha dedicato, inoltre, una parte significativa della lezione all’impatto delle nuove tecnologie, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale (IA). Pur riconoscendo i benefici che l’IA può portare in termini di efficienza e capacità predittiva, ha sottolineato i rischi legati a un uso non strategico di queste tecnologie, nonché la dipendenza eccessiva dai fornitori privati, affermando che “Non possiamo parlare di intelligenza artificiale nelle amministrazioni se non affrontiamo prima il tema delle competenze interne”. Fiorentino ha allora auspicato un approccio coordinato per governare l’introduzione dell’IA nel settore pubblico, partendo dalle amministrazioni centrali e coinvolgendo progressivamente tutti i livelli di governo. L’adozione di queste tecnologie dovrebbe essere accompagnata da un rafforzamento delle competenze tecniche e gestionali, all’interno della pubblica amministrazione, per garantire una solidità dell’amministrazione ed una capacità di interlocuzione con il settore privato.

Altro tema cruciale è quello della formazione. Secondo Fiorentino, il rafforzamento delle competenze passa attraverso un investimento massiccio in percorsi formativi specifici, come master, dottorati e corsi di laurea dedicati anche per quanto concerne i profili relativi alla cultura della sicurezza e dell’intelligence. Fiorentino ha sottolineato, a tal proposito, la necessità di diffondere una cultura della sicurezza tra dirigenti e funzionari, per garantire una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità legate all’interazione tra pubblica amministrazione e intelligence. “Non si tratta – ha affermato – di un tema collaterale o burocratico, ma di una priorità strategica”. Il docente ha, quindi, analizzato anche i meccanismi che regolano la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche, spesso rallentata dalla mancanza di coordinamento tra i diversi livelli di governo, con conseguenze sull’immagine e sulla percezione del sistema pubblico nel suo complesso. Ha, infine, evidenziato l’esigenza di un modello integrato che garantisca rapporti operativi tra ministeri, regioni, enti locali e altri attori istituzionali, anche perché: “Quando un’infrastruttura strategica richiede decenni per essere completata, il danno non è solo economico, ma anche reputazionale: i cittadini perdono fiducia nelle istituzioni”.

A chiusura della lezione, il docente ha proposto un modello di analisi che consenta di valutare il funzionamento delle amministrazioni pubbliche in un’ottica strategica. Questo modello dovrebbe basarsi su sei ambiti di analisi finalizzati a:
1. Comprendere i cambiamenti legislativi e il loro impatto sulle amministrazioni.
2. Analizzare la dimensione dell’amministrazione in termini quantitativi e demografici, di competenze e di formazione.
3. Monitorare i processi concreti di selezione dei dirigenti e la “cultura” che essi esprimono.
4. Monitorare il funzionamento delle pubbliche amministrazioni ed individuare punti di forza e criticità operative dei meccanismi gestionali.
5. Esaminare i rapporti tra livelli di governo e tra questi e gli organi di controllo
6. Delineare la cultura e la psicologia dei corpi burocratici.

Questo modello di analisi andrebbe, comunque, considerato flessibile e da adattarsi a seguito dell’esperienza concreta. Per Fiorentino, infine, l’obiettivo finale è quello di costruire un sistema integrato tra amministrazioni pubbliche e intelligence, in grado di fornire ai decisori politici informazioni strategiche e dati essenziali per migliorare e rendere più efficiente il sistema nel suo complesso.

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