Studiosi, critici ed esperti a confronto per celebrare l’eredità letteraria di Giuseppe Berto, autore tra i più originali e intensi del Novecento. Nel corso della serata studiosi e appassionati si sono confrontati sul percorso umano e letterario dell’autore. Tra gli ospiti ci snono stati presenti Antonia Berto, figlia dello scrittore, e i critici e studiosi Pierfranco Bruni, Marco Mottolese, Valerio Rosa e Saverio Vita. A moderare l’incontro è stato il giornalista Pino Nano di RAI Calabria.L’incontro si è tenuto nella Sala degli Affreschi della Facoltà di Ingegneria all’interno dell’Università “La Sapienza” a Roma- L’incontro letterario dal titolo Ricordando Berto. Da Mogliano Veneto a Capo Vaticano. La giornata di sabato è stata una tavola rotonda dedicata a Giuseppe Berto, una delle figure più importanti della letteratura italiana del Novecento. Nato a Mogliano Veneto nel 1914, Berto è noto per opere come Il male oscuro e La Fantarca.L’appuntamento è è stato organizzato Sabato 15 marzo presso il Chiostro di San Pietro in Vincoli della Facoltà di Ingegneria, Comitato Nazionale per la Promozione della buona lettura, Rientra nell’ambito della rassegna letteraria Pallacorda. Gli stati generali dell’editoria. La direzione artistica è stata affidata a Nicola Argenti, Leonardo Floriani, Elisa Zumpano. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione Calabresi Capitolini.
La rassegna mira a riunire i protagonisti del mondo editoriale per discutere le sfide attuali e future del settore e a raccontare il rapporto complesso tra editoria e letteratura. Editori, autori, critici, librai, bibliotecari, giornalisti e operatori culturali avranno l’opportunità di confrontarsi e condividere esperienze, idee e strategie per costruire prospettive di senso e di significati condivisi e reti di collaborazione. La rassegna, animata dallo slancio e dalla passione della militanza culturale, vuole coniugare la qualità della proposta con l’efficacia della sua realizzazione, la transitorietà degli eventi promossi con la permanenza testimoniale dei traguardi raggiunti.L’incontro avviene a ridosso della recente riscoperta di Giuseppe Berto e delle sue opere. Il fermento in libreria intorno ai suoi titoli più noti – tutti nuovamente pubblicati dall’Editore Neri Pozza- si accompagna e si estende al teatro e al cinema e ai festival. “Il Male Oscuro” è per la prima volta a teatro grazie ad una riduzione del regista Giuseppe Dipasquale. “Anonimo Veneziano” vedrà a breve un remake internazionale – con attori premio “Oscar” – del celebre blockbuster degli anni ‘70, campione di incassi e il festival “Estate a Casa Berto”, che si tiene ogni anno nella famosa tenuta di Capo Vaticano – che Berto costruì personalmente a partire dalla fine degli anni ‘50 – da dieci anni rappresenta un caposaldo degli eventi estivi calabresi e nazionali.
In Calabria che Berto trova il luogo ideale per la sua ispirazione dalla sua terra d’origine Mogliano Veneto. trasferitosi poi a Capo Vaticano, Berto viene affascinato dalle bellezze naturali della regione e dalle sue tradizioni autentiche, che influenzano profondamente la sua opera. Capo Vaticano, con i suoi paesaggi mozzafiato e incontaminati, diventa per Berto un rifugio dove riscopre una connessione profonda con la natura e con la propria interiorità. La serata Ha visto gli interventi di Antonia Berto (figlia dello scrittore), Pierfranco Bruni, Marco Mottolese, Valerio Rosa, Saverio Vita. Ha condotto il giornalista Pino Nano di RAI Calabria.
Dalla sua città natale, Mogliano Veneto, al periodo romano, fino al promontorio di Capo Vaticano, in Calabria, luogo che elesse a suo luogo dell’anima e dove trascorse gli ultimi anni della sua vita scrivendo alcuni tra i suoi maggiori capolavori, la produzione di Giuseppe Berto ha attraversato non solo luoghi, ma anche diversi temi e linguaggi narrativi, restando sempre fedele a una visione lucida e innovativa della scrittura. Al centro della discussione vi saranno due delle sue opere più celebri: “Il male oscuro” (1964), (ora in libreria con nuova prefazione del Premio Strega Emanuele Trevi) che si aggiudicò nella medesima stagione sia il Premio Viareggio che il Premio Campiello è un viaggio interiore che esplora il rapporto tra psicoanalisi, nevrosi e memoria familiare; e “La fantarca” (1965), fiaba moderna, politica e sentimentale, che unisce ironia e visione distopica, riedito da Neri Pozza nel 2024, affrontando con sarcasmo temi politici e sociali che, a distanza di sessant’anni, restano incredibilmente attuali. «Mio padre è stato un uomo e un autore che ha sempre avuto la sensibilità di esplorare le profondità dell’animo umano e le contraddizioni del suo tempo. Vederlo ancora oggi al centro di un peculiare rilancio e di un dibattito così stimolante è una grande emozione. Significa che la sua voce continua a parlare ai lettori di oggi, ispirandoli e facendoli riflettere», ha commentato Antonia Berto, figlia dello scrittore, fortemente impegnata nella valorizzazione dell’eredità culturale paterna.Tra le principali iniziative, “Estate a casa Berto”, family-festival co-diretto insieme a Marco Mottolese, che si svolge ogni anno nella tenuta di Capo Vaticano – riunendo nel nome di Berto giornalisti, attori, artisti e appassionati – e l’attiva collaborazione al Premio Letterario “Giuseppe Berto”, da oltre trent’anni il principale in Italia dedicato alle opere prime di narrativa.
