Nel giorno in cui la Chiesa commemora l’incontro dell’angelo con le donne che andarono al sepolcro di Gesù dopo la sua morte, è tornato alla Casa del Padre il nostro amato Papa Francesco.
Ad annunciarlo il card. Kevin Farrell: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”. Una vita straordinaria la sua, che conosciamo grazie alla sua autobiografia, dal titolo “Spera” pubblicata quest’anno nel mese di gennaio, e che ha segnato un evento storico in quanto prima autobiografia scritta da un Papa-
Dove Papa Francesco ha raccontato le sue radici italiane e l’avventurosa emigrazione in America Latina degli avi, per svilupparsi attraverso l’infanzia, gli entusiasmi e i turbamenti della giovinezza, la scelta vocazionale, la maturità, fino a coprire l’intero pontificato e il tempo presente. Nel raccontare con intima forza narrativa le sue memorie (non tralasciando affatto le proprie passioni), Francesco ha affrontato senza alcuna dissolvenza anche i nodi cruciali del pontificato e sviluppato con coraggio, schiettezza e profezia i più importanti e dibattuti temi della nostra contemporaneità: guerra e pace (compresi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente), migrazioni, crisi ambientale, politica sociale, condizione femminile, sessualità, sviluppo tecnologico, futuro della Chiesa e delle religioni.
Spera adesso è un testamento spirituale, quello che un padre amorevole lascia ai suoi figli, invitandoli a non arrendersi mai. Nel vocabolario spagnolo la parola esperar significa sia sperare sia aspettare –, ma la speranza è soprattutto la virtù del movimento e il motore del cambiamento: è la tensione che unisce memoria e utopia per costruire davvero i sogni che ci aspettano. E se un sogno si affievolisce, bisogna tornare a sognarlo di nuovo, in nuove forme, attingendo con speranza dalle braci della memoria.
“La speranza è una bambina che spinge avanti ogni cosa”. Vediamo adesso i passi importanti del suo Pontificato.
Papa Francesco è stato il primo gesuita a diventare Papa e il primo Pontefice proveniente dal continente americano. La scelta del nome di Francesco, da Pontefice, è legata alla speranza di seguire le orme del santo di Assisi. Durante il suo pontificato, sono stati molti i momenti di svolta.
Ricordiamo in particolare il tema dell’omosessualità, quando sul volo di ritorno dal Brasile, nel luglio del 2013, Papa Francesco aveva risposto alle domande dei giornalisti: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Poi, nei Sinodi nel 2015 e del 2016 riammette ai sacramenti i divorziati risposati e sollecita più attenzione nei confronti di unioni civili, coppie di fatto e omosessuali, per i quali chiede “rispetto e accoglienza”.
L’11 aprile 2015 Papa Francesco, inoltre, aveva indetto un Giubileo straordinario dedicato alla misericordia, durato dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016.
Sempre nel 2016 un altro gesto storico: di ritorno dall’isola greca di Lesbo, dove si era recato per solidarietà ai rifugiati, decide di portare con sé a Roma 12 profughi.
Tante le riforme portate avanti, tra cui quella della Curia, dello Ior e del codice penale vaticano. Un’altra svolta è stata sicuramente la progressiva distensione dei rapporti con la Cina. Tanti anche gli appelli per la lotta al cambiamento climatico, poi nel 2023, dopo quasi quattro anni di sperimentazione, consultati gli episcopati e i dicasteri della Curia romana,Papa Francesco ha promulgato le procedure per prevenire e contrastare il fenomeno degli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica.
Il 14 giugno 2024 è stato il protagonista del G7 in Puglia, prima volta per un Pontefice.
Durante l’emergenza del Covid 19, sono passate alla storia le immagini del Pontefice che percorreva un tratto di via del Corso a Roma, deserta per le misure restrittive. Il Papa poi si era recato a Santa Maria Maggiore e San Marcello al Corso, due chiese care ai romani. Bergoglio aveva quindi evocato un “miracolo” e la guarigione per i tanti malati.
Il 25 dicembre 2025 inizia ufficialmente il Giubileo della speranza: Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della basilica di San Pietro dando il via all’Anno santo e dice: “Con l’apertura della Porta Santa abbiamo dato inizio a un nuovo Giubileo: ciascuno di noi può entrare nel mistero di questo annuncio di grazia”. Poi è la volta della Porta Santa al carcere di Rebibbia.
Il 14 febbraio 2025 era stato il ricoverato al Policlinico Gemelli per il riacutizzarsi della bronchite e l’insorgere di un’infezione polimicrobica alle vie respiratorie. Lo scorso 23 marzo era stato dimesso e elle settimane di convalescenza limitato gli impegni.
Ieri, nella domenica di Pasqua Il papa aveva incontrata a Santa Marta il vicepresidente degli Usa Vance. Poi si era affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo. “Cari fratelli e sorelle, Buona Pasqua. Incarico il Maestro delle Cerimonie di leggere il messaggio”, le poche parole pronunciate dal Papa, che aveva lasciato la lettura del messaggio a mons. Diego Ravelli.
Il Pontefice aveva poi fatto un giro in papamobile per salutare i fedeli presenti.
12 anni di Pontificato straordinari all’insegna della “rivoluzione” dell’amore e della speranza , indimenticabile, subito dopo la sua elezione a Pontefice “il suo Buonasera”, un saluto che aveva subito conquistato il mondo e che porteremo sempre nel cuore. “ Buonasera e non smettere mai di sperare perché la speranza è una bambina testarda che vince su tutto”.
Arrivederci in Cristo Papa Francesco: ”In Paradiso ti accompagnino gli angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri, e ti conducano nella santa Gerusalemme”.
Caterina Sorbara.
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