Intelligence, Lorenzo Guerini: “Il salto tecnologico obbliga le democrazie a riflettere sui principi fondamentali su cui si reggono. E l’intelligence rappresenta uno strumento fondamentale”. Cerimonia conclusiva delle lezioni del Master dell’Università della Calabria con Lorenzo Guerini, Antonio Uricchio, Paolo Pedone, Domenico Talia e Mario Caligiuri.
Rende (23.4.2025) – Il Master in Intelligence dell’Università della Calabria si può considerare una eccellenza nel panorama scientifico italiano. È quanto emerso nella giornata conclusiva delle lezioni della quattordicesima edizione del percorso di alta formazione dell’ateneo calabrese che ha registrato gli interventi iniziali del presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) Lorenzo Guerini, del presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) Antonio Uricchio, del presidente del Consiglio universitario nazionale (CUN) Paolo Pedone e del vicepresidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) Domenico Talia.
I lavori sono stati introdotti dal direttore del Master Mario Caligiuri il quale ha evidenziato che “per la qualità delle figure istituzionali, quello di oggi rappresenta il momento più significativo finora raggiunto, che si collega idealmente alla giornata inaugurale del 2007 quando Francesco Cossiga avviò, primo in Italia, questo corso di studi. Attraverso le varie edizioni, abbiamo consolidato l’intelligence come punto di incontro della conoscenza, rompendo decrepiti recinti disciplinari, processo determinante per chi ha saputo cogliere la profonda anima della nostra proposta culturale, che interpreta l’intelligence come intelligenza del mondo. Potremmo quindi considerarla una disciplina sconfinata, che unisce passato, presente e futuro, poiché offre occhi diversi per interpretare la realtà offuscata dalla disinformazione”.
Caligiuri ha poi ricordato i temi e i docenti delle lezioni evidenziando lo svolgimento di un autentico percorso culturale, rivolto a fornire strumenti di conoscenza sulla metamorfosi del mondo. Ha poi ribadito che tra gli oltre 230 studenti delle precedenti edizioni c’è chi guida la sicurezza planetaria dell’Enel, chi si trova ai vertici dell’Arma, chi è consulente della commissione antimafia, chi ha conseguito il primo dottorato di ricerca europeo sull’intelligence, chi ha guidato e guida compagnie, commissariati e comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza in tutta Italia, chi opera all’estero nell’interesse del Paese, chi insegna nelle alte scuole della Repubblica. “Una rete di studenti – ha concluso – particolarmente prestigiosa che sta cominciando a rappresentare un tassello significativo della classe dirigente del nostro Paese”.
Per il presidente dell’ANVUR Antonio Uricchio, quello dell’Università della Calabria è un Master di assoluta importanza in Italia, che ha fatto emergere come l’intelligence rappresenti uno strumento rilevante per individuare soluzioni alle emergenze del nostro tempo. Infatti – ha sostenuto – “di fronte alle questioni globali l’intelligence affina gli strumenti di riflessione e di analisi in scenari molto complessi”. Per Uricchio, la prospettiva che ne scaturisce è stimolante poiché produce analisi proiettate nel tempo, approfondendo dimensioni come quella cyber e del controllo dello spazio che già caratterizzano in modo profondo il nostro presente. Inoltre, “l’intelligence è preposta alla difesa della persona e dell’umanità in un mondo caratterizzato dalla dimensione del rischio. E il Master dell’Università della Calabria rappresenta un’esperienza straordinaria per la qualità dei docenti e dei partecipanti, come ho potuto constatare in incontri avvenuti a distanza di tempo con studenti che, in tutto il Paese, hanno valorizzato le esperienze maturate durante un percorso di studi che ha un altissimo valore scientifico”.
Ha preso quindi la parola il presidente del CUN Paolo Pedone che ha ringraziato l’Università della Calabria, “che è una delle tante eccellenze del nostro Paese e che ha promosso questo Master con docenti e studenti di altissimo livello. L’intelligence è indispensabile per capire il mondo, poiché oggi il fenomeno dell’eccesso delle informazioni conduce alla disinformazione ed è talmente rilevante da mettere a rischio la democrazia che si basa su elettori consapevoli ed élite responsabili”. Pertanto – secondo Pedone – “diventa necessario formare una classe dirigente che stimoli nella cittadinanza una consapevolezza del presente e del futuro. Gli evidenti fallimenti delle élite e l’inconsapevolezza dei cittadini stanno determinando il crollo di fiducia nelle istituzioni”.
Per il presidente del CUN, uno dei compiti principali delle università è quello di costruire élite pubbliche, come si fa molto bene in questo Master, individuando le discipline che concorrono a formare chi si interessa di intelligence”. “L’università – secondo Pedone – ha un ruolo determinante nel creare informazioni corrette ed accurate, attraverso il ruolo insostituibile della ricerca scientifica, in quanto studi accurati e verificati sono essenziali per produrre nuova conoscenza, poiché ogni giorno operiamo nel quotidiano per sviluppare la cultura della verifica del dato, la capacità di interpretate i fenomeni senza il rumore di fondo della dismisura dell’informazione, formando studenti che esercitino il pensiero critico”.
“Al momento – ha proseguito – c’è il rischio di trasferire più emozioni che pensiero critico e quindi il sistema pubblico dell’università rappresenta un baluardo nella formazione delle competenze e della scienza del futuro delle future classi dirigenti”. Per Pedone, l’eccesso di conoscenza porta a individuare meccanismi di verifica sempre più attenti sulla qualità della produzione scientifica, che prima era condotta da pochi e consentiva di confrontare i risultati, mentre adesso i campi di studio sono molto più estesi. Diventa pertanto essenziale tenere alto il livello delle pubblicazioni scientifiche, approfondendo la cultura della correttezza e dell’attendibilità dei dati. Il presidente del CUN ha poi ricordato che “abbiamo tante informazioni e avanzati strumenti di ricerca, che richiedono una mente capace di leggere la realtà con cittadini consapevoli che assumano decisioni informate basate su dati attendibili e analisi accurate. C’è bisogno di una svolta, perché non possiamo lamentarci dell’eccesso di dati, che invece rappresentano una eccellente opportunità. Non a caso in questo Master si formano classi dirigenti che possono aiutare il Paese nel contrasto alla disinformazione e nello sviluppo della società. E questo a conferma della qualità del sistema universitario nazionale, baluardo del sapere e della conoscenza, in prima linea nella diffusione di buone informazioni per formare cittadini critici, che rappresentano l’elemento essenziale di ogni autentica democrazia”.
Il vicepresidente della SOCINT e componente del Comitato scientifico del Master in Intelligence Domenico Talia ha richiamato le competenze che gli studenti hanno acquisito durante il percorso formativo proposto dall’Università della Calabria, precisando che “le sfide del Master sono le sfide del mondo, poiché le discipline trattate sono sempre più significative. Riflettere su come le macchine ci stanno sfidando, significa capire che una serie di tecnologie hanno una funzione fondamentale, in particolare nel mondo dell’intelligence, dove c’è l’intelligenza umana e una parte dell’intelligenza delle macchine che assume un ruolo sempre più sostanziale”. Per Talia, il Master rappresenta un elemento di punta in Italia sulle conoscenze del futuro dove il ruolo delle macchine sarà molto incisivo. “Attualmente – ha sostenuto – usiamo le macchine per capire di più, ma nello stesso tempo c’è chi le utilizza per confondere la percezione della realtà, per cui diventa vitale possedere competenze su questi argomenti che significa comprendere le tendenze del futuro”. In definitiva, per il professore “la sicurezza del Paese e della società sono la premessa della forza di una democrazia. Di conseguenza, occorre davvero capire l’importanza della posta in gioco e gli argomenti in cui si articola il percorso formativo del nostro Master cercano di rispondere a questa necessità”.
Ha concluso il presidente del COPASIR Lorenzo Guerini che ha evidenziato come gli studi sull’intelligence costituiscano occasioni di apprendimento e di verifica. Ha ringraziato Mario Caligiuri per la preziosa attività di ricerca scientifica di alto livello, considerandolo un punto di riferimento nazionale sulla promozione della cultura in generale e di quella dell’intelligence in particolare.
Per Guerini, il Master dell’Università della Calabria è iniziativa altamente significativa in Italia per il valore della riflessione scientifica e della consapevolezza culturale sull’intelligence, che è un campo di studi che sta crescendo nel nostro Paese.
“Infatti – ha sostenuto – è decisiva la coltivazione del pensiero critico e la formazione di classi dirigenti, aspetti sempre più importanti, in un contesto segnato da profondi cambiamenti, che investono la dimensione geopolitica, le strutture sociali ed economiche, determinati da un impressionante salto tecnologico, del quale non c’è piena consapevolezza nell’opinione pubblica e nel dibattito politico, poiché ogni salto tecnologico porta con sé cambiamenti fondamentali in tutte le strutture. La tecnologia comporta anche il potenziamento della disinformazione, che è un tema assolutamente oggettivo e sfidante per le democrazie, in quanto le obbliga a riflettere sui principi fondamentali su cui si reggono”.
“La disinformazione – ha aggiunto – merita più attenzione nel dibattito pubblico, in una fase in cui tutto viene ricondotto al concetto della sicurezza, come la disponibilità di semiconduttori. Le recenti posizioni di Donald Trump vanno interpretate nell’ambito della sicurezza economica e della sicurezza nazionale, poiché cambiano il paradigma per affrontare i cambiamenti degli ultimi vent’anni.
Per Guerini, il confronto tra potenze oggi assume la sicurezza nazionale come tema attraverso il quale interpretare tutti gli altri.
Pertanto, occorre mantenere salde e vive le prospettive delle relazioni multilaterali e dello stato del diritto, per contenere i conflitti ed è questo il grande contributo che possono apportare le società liberali.
“La mia iniziativa di legge sulla definizione della strategia della sicurezza nazionale – ha ricordato – è basata su un approccio trasversale e condiviso che è sempre più necessario, in quanto l’Italia è l’unico paese del G7 che ne è privo. Esistono strategie parziali, elaborate dal Ministero della Difesa oppure sul nostro ruolo nel Mediterraneo e altre prospettive strategiche, ma è assente finora una strategia complessiva, comunicata all’interno e all’esterno per indicare dove vuole andare, sia all’opinione pubblica nazionale che è la base della democrazia di un paese, e sia agli attori internazionali. Occorre pertanto definire tre linee: comunicare all’interno, fissare i propri obiettivi di interesse nazionale e comunicare ai paesi terzi le nostre intenzioni perché ne prendano atto”.
In tale quadro, per Guerini “diventa importante fare capire cosa è davvero la realtà dell’intelligence, che è decisiva per la sicurezza di un Paese e per il suo futuro. Diventa fuorviante che l’attenzione dell’opinione pubblica sull’intelligence si manifesti principalmente in fasi emergenziali, quando viene interpretata come luogo di trame e di azioni indicibili, invece di essere considerata uno strumento fondamentale per la sicurezza di uno stato e di una democrazia. Attività che viene perseguita attraverso un lavoro finalizzato a conoscere, effettuato attraverso la raccolta informativa, sia con gli strumenti della Humint che quelli della tecnologia, che l’intelligence deve sapere maneggiare con sempre maggiore perizia”.
In definitiva, “l’Intelligence è indispensabile per conoscere, per difendersi, per anticipare le minacce, risultando quindi un’attività indispensabile, perché significa essere preparati e non solo reattivi, anticipando le tendenze per decidere in modo appropriato nell’interesse nazionale”.
Ha poi ricordato che il lavoro di intelligence viene consegnato al decisore politico, con il quale c’è un evidente rapporto complementare, sia negli indirizzi della raccolta che nell’utilizzo delle informazioni.
Per fare un esempio drammaticamente comprensibile a tutti, ha evidenziato che “verrà studiato per anni come il potere politico di Israele abbia utilizzato le analisi di intelligence su quanto è accaduto il 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas. Di conseguenza, si dovrebbe sfatare il luogo comune di considerare l’intelligence come una minaccia per la democrazia, secondo alcune narrazioni cinematografiche e letterarie, per essere considerata per quella che è davvero: un pilastro insostituibile per la sicurezza delle istituzioni e dei cittadini”.
Il presidente del Copasir ha concluso, dicendo che “apprezzo il prezioso lavoro del Master in Intelligence così ricco di spunti, in quanto gli studenti hanno occasione di apprendere saperi utili per i loro percorsi professionali. La qualità dei relatori e gli innovativi argomenti delle lezioni forniscono il senso di un approccio molto coraggioso e ampio ai temi che riguardano la sicurezza nazionale, illustrando il rapporto profondo tra intelligence e democrazia”.